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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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I 5 stelle portano in Procura e Parlamento il caso della cardiochirurgia reggina "Il caso della cardiochirurgia di Reggio Calabria è un classico della sanità calabrese, perché dimostra quanto interessi pubblici e privati si confondano ancora, si mescolino e sovrappongano, sempre a danno del bene pubblico e del diritto alla salute"

I 5 stelle portano in Procura e Parlamento il caso della cardiochirurgia reggina "Il caso della cardiochirurgia di Reggio Calabria è un classico della sanità calabrese, perché dimostra quanto interessi pubblici e privati si confondano ancora, si mescolino e sovrappongano, sempre a danno del bene pubblico e del diritto alla salute"
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Sul centro del cuore di Reggio Calabria i parlamentari M5s Dalila Nesci, Nicola Morra, Federica Dieni e Paolo Parentela hanno inviato un esposto alla Corte dei conti e alle procure di Reggio Calabria e Catanzaro, contemporaneamente interrogando i ministri della Salute e dell’Economia per sollecitarne l’apertura. I parlamentari Cinque stelle hanno raccontato in dettaglio la vicenda della nuova cardiochirurgia reggina, costata oltre venti milioni di euro ma ferma da quattro anni per la mancata attivazione dall’allora dg dell’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria, Carmelo Bellinvia. Nei loro atti, i parlamentari hanno anche evidenziato che la cardiochirurgia universitaria di Catanzaro opera senza posti letto assegnati e che il 25 giugno 2013 l’allora governatore regionale Giuseppe Scopelliti firmò con il rettore Aldo Quattrone un’intesa, priva di valore giuridico, per trasferire 10 posti da Reggio Calabria al reparto ospedaliero-universitario dell’ospedale Mater Domini di Catanzaro. Nel quadro ricostruito dai parlamentari alla magistratura e ai due ministeri figurano anche comprovati rapporti di affari tra Bellinvia e la moglie del rettore Quattrone, in relazione a un centro medico privato, Crm di Reggio Calabria.

Nesci, Morra, Dieni e Parentela concludono: «Il caso della cardiochirurgia di Reggio Calabria è un classico della sanità calabrese, perché dimostra quanto interessi pubblici e privati si confondano ancora, si mescolino e sovrappongano, sempre a danno del bene pubblico e del diritto alla salute. Aspettiamo risposte precise e immediate dal governo. Per guarire la sanità della Calabria bisogna partire dalla regole, spesso calpestate, aggirate o ignorate da gruppi di potere».