Gravina: “Calcio malato, forte indebitamento”. Il presidente della FIGC ammette la gravità del momento. Il concordato preventivo la soluzione per evitare il fallimento del pallone Retromarcia del capo della FIGC. Adesso riformare il calcio anche con l'intervento del Governo e parlamento italiano
Gravina: “Calcio malato, forte indebitamento”. Il presidente della FIGC ammette la gravità del momento. Il concordato preventivo la soluzione per evitare il fallimento del pallone
Retromarcia del capo della FIGC. Adesso riformare il calcio anche con l’intervento del Governo e parlamento italiano
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, dalle colonne dell’Avvenire ha analizzato le problematiche del pallone italiano: “Il punto di partenza per guarire il calcio malato è prendere coscienza del forte indebitamento e intervenire in maniera chirurgica e non con una semplice pastiglia. Essendo una crisi entropica, quella del sistema calcio non si cura solo con una terapia sotto il profilo normativo. Piuttosto serve un cambiamento di tipo culturale. Un nuovo corso di informazione e di formazione. Sulla giustizia sportiva: “Negli ultimi tempi alcune scelte della nostra Federazione sono fonte di impopolarità, di reazioni scomposte da parte di gruppi di facinorosi che usano anche mezzi inconsueti per intimidire. Noi non ci prestiamo a nessun tipo di strumentalizzazione, tanto meno politica e puntiamo esclusivamente sulla conoscenza. Alcuni attribuiscono alla mia persona la colpa di non aver riformato la giustizia sportiva, e qui siamo sul piano della mancanza di conoscenza. La giustizia sportiva della FIGC con la riforma 2019 ha inserito la perentorietà dei termini. Non solo. Ha individuato tempi molto ristretti che nel rispetto dell’esercizio del diritto di difesa consentono una definizione rapida dei giudizi. I problemi dunque non sono da ricercarsi nella giustizia federale. Anzi, forse per una volta è proprio il legislatore statale che dovrebbe guardare con più attenzione ad alcuni cardini del giudizio sportivo. E la tempestività è di certo uno di essi”.Sulla giustizia sportiva: “Negli ultimi tempi alcune scelte della nostra Federazione sono fonte di impopolarità, di reazioni scomposte da parte di gruppi di facinorosi che usano anche mezzi inconsueti per intimidire. Noi non ci prestiamo a nessun tipo di strumentalizzazione, tanto meno politica e puntiamo esclusivamente sulla conoscenza. Alcuni attribuiscono alla mia persona la colpa di non aver riformato la giustizia sportiva, e qui siamo sul piano della mancanza di conoscenza. La giustizia sportiva della FIGC con la riforma 2019 ha inserito la perentorietà dei termini. Non solo. Ha individuato tempi molto ristretti che nel rispetto dell’esercizio del diritto di difesa consentono una definizione rapida dei giudizi. I problemi dunque non sono da ricercarsi nella giustizia federale. Anzi, forse per una volta è proprio il legislatore statale che dovrebbe guardare con più attenzione ad alcuni cardini del giudizio sportivo. E la tempestività è di certo uno di essi”.