“Governo scongiuri licenziamenti porto Gioia” Filly Pollinzi, componente del Comitato di Garanzia di Possibile Crotone, interviene in merito alla annosa vicenda dei lavoratori del Porto di Gioia Tauro
Per il porto di Gioia Tauro nel patto per la Calabria ci sarebbero 40
milioni di euro per il bacino di carenaggio e 150 per altri interventi
strutturali, gateway, etc .
Eppure, ci sono 422 operatori portuali che rischiano il licenziamento o la
cassa integrazione. Sembra un paradosso come tanti ne registriamo in
Calabria. Un assurdo che giustifica la dichiarazione dei sindacati alla
stampa: “Il porto di Gioia è sulla bocca di tutti da anni ma nessuno se ne
occupa”.
L’evoluzione dello stato di crisi delle aziende che lì operano sembra,
dunque, essere arrivata al capolinea tra i rinvii del governo regionale e i
silenzi di quello centrale. E mentre da una parte i sindacati chiedono
l’applicazione di un contratto di solidarietà, dall’altra le imprese
ribadiscono “o CGIS o licenziamenti”.
Eppure, dicevamo, l’infrastruttura sarebbe destinataria di cospicue somme
di investimento con fondi pubblici. Il che motiva ancor di più l’insistenza
dei sindacati verso una contrattazione solidale nell’attesa che inizino le
opere previste e si diversifichino le attività.
Quello che non capiamo è perché il Governo Renzi non ritenga necessario
intervenire immediatamente nella mediazione tra una posizione e l’altra,
considerando che la CIGS è quasi sempre l’anticamera del licenziamento
oltre che incidere sulle casse pubbliche e deprimere professionalità e
maestranze.
Forse il 43% di disoccupazione giovanile oltre alla preoccupante crescita
del numero di persone che un lavoro neanche lo cercano più, non sono
elementi sufficienti per stimolare Renzi e i suoi ministri a avviare subito
operazioni che vadano oltre le slide, i proclami e la firma dei “patti”.
POSSIBILE, cogliendo la solitudine e l’importanza della questione, sostiene
la richiesta dei sindacati per un incontro urgente tra tutti i soggetti
interessati affinché si rintraccino soluzioni capaci di evitare la messa in
mobilità di centinaia di lavoratori e al contempo si rilanci
l’infrastruttura in coerenza alle potenzialità strutturali e strategiche
che l’Hub portuale ha nell’ambito del Mediterraneo e dei collegamenti
internazionali.
Filly Pollinzi, componente del Comitato di Garanzia di Possibile Crotone