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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Gli effetti del “Jobs Act” fanno la prima vittima Un operaio licenziato a Natale dall'Iveco

Gli effetti del “Jobs Act” fanno la prima vittima Un operaio  licenziato a Natale dall'Iveco
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Sembra quasi il paradigma di ciò che accadrà nei prossimi mesi a migliaia e migliaia
di lavoratori ora che nelle mani delle imprenditori può essere agitato il grimaldello
delle cosiddette “riforme” del mercato del lavoro e non poteva non accadere nel gruppo
FIAT, o meglio, come si chiama ora FCA Group, il cui amministratore delegato era
stato colui che più di tutti – sotto la costante minaccia di “lasciare l’Italia”
– nel corso degli ultimi anni aveva chiesto “riforme, riforme, riforme” che in realtà
si dovevano tradurre con la libertà di licenziare: un ingegnere con oltre trentanni
di lavoro alle dipendenze di IVECO è stato licenziato “in tronco” proprio lo scorso
15 dicembre dallo stabilimento di Torino.Giovanni Battista Oberto, questo il nome
del funzionario con più di trentacinque anni di storia lavorativa in IVECO, nel
bel mezzo della giornata di lavoro è stato chiamato dal “personale” senza alcuna
preventiva comunicazione ed è stato verbalmente invitato a prendere le sue cose,
lasciare lo stabilimento seguito, peraltro, come il più pericoloso degli estranei
dai “segugi” della security interna, e messo “in mobilità” contro la sua volontà,
pur avendo lo stesso ribadito di non aver raggiunto i requisiti minimi per il trattamento
pensionistico. Ciò solo qualche giorno prima di Natale e con lo stipendio di dicembre
più che dimezzato.Un drammatico epilogo per un lavoratore che ha dato più di metà
della sua vita al proprio datore di lavoro, ma che per Giovanni D’Agata presidente
dello “Sportello dei Diritti [1]” troverà la più ferma reazione in ogni sede
competente sia per le modalità che per la forma con cui si è pervenuti a questa
scelta unilaterale e discriminatoria che non trova alcuna giustificazione se non
nelle nuove “libertà di licenziare” che credono di poter millantare alcuni datori
di lavoro che si dimostrano senza scrupoli.Nessuna pseudo riforma, infatti, può
giustificare alcuna forma di “violenza”, più o meno velata, perpetrata nei confronti
di chi è parte debole e dovrebbe essere portatore di diritti intoccabili, ma che
si ritiene possano essere erosi in nome del profitto e della libertà d’impresa.