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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Gioia Tauro, in visita al museo Pelmar

Gioia Tauro, in visita al museo Pelmar

Sconosciuto ai più, offre la possibilità di immergersi nelle antiche tradizioni della città. Il museo allestito dal maestro vetraio Sante Pellicanò, si trova in via Pagliaia

di CATERINA SORBARA

Gioia Tauro, in visita al museo Pelmar

Sconosciuto ai più, offre la possibilità di immergersi nelle antiche tradizioni della città. Il museo allestito dal maestro vetraio Sante Pellicanò, si trova in via Pagliaia

 

di Caterina Sorbara

 

 

Qualche mese fa, avevamo parlato del museo Archeologico Metauros e del museo privato della collezione Alagna, presenti a Gioia Tauro. Oggi, rubando le parole di un noto presentatore ormai scomparso, possiamo benissimo dire: “E non finisce qui!”.
Ieri sera, passeggiando per le antiche e nobili vie del Piano delle Fosse, cuore della città del porto, abbiamo conosciuto un brillante e simpatico signore, bravissimo maestro vetraio, Sante Pellicanò che, ci ha condotti in una casetta di via Pagliaia, dove lui ha creato un piccolo museo. Il museo Pelmar. All’interno di questo piccolo ma importantissimo museo “si può leggere” la storia di Gioia Tauro, le tradizioni antiche e gli antichi mestieri. C’è un telaio di più di 150 anni fa, una bambola degli anni 50, paramenti sacri, conservati dalla signora Costanza Granata, una lanterna della locomotiva delle Calabro Lucane del 1900, il tornio a pedale, una macchina da cucire, gli arnesi utilizzati dai fabbri, mattonelle provenienti da antichi palazzi nobiliari, antichi contenitori per l’olio, le tele delle barche, le ampolle della Farmacia Gullace e persino gli occhiali del farmacista, una radio del 1935, piccoli resti di edifici storici come i mattoni della Torre Cavallaro, le conchiglie della zona Gillè, pietre di ardesia che venivano usate per foderare le cisterne, in modo che non si perdesse l’olio. E poi ancora: le giare, dove venivano conservati gli alimenti, il braciere, i barili della cantina Margiotto e una Tinozza della fabbrica della liquirizia e poi ancora collezioni di foto antiche, santini, cartoline, archivi documentali come l’archivio della famiglia Serra- Cardinale e l’archivio Morano. Il signor Pellicanò ha puntualizzato di aver fatto tutto da solo, senza alcun aiuto, con il solo scopo di valorizzare e preservare le antiche tradizioni gioiesi, in particolare per farle conoscere alle nuove generazioni. L’ingresso è gratuito. E’ importante che i ragazzi conoscano la storia. Con orgoglio ci dice di aver donato al museo Metauros le ceramiche per la sezione medievale. Il suo sogno è quello di poter scrivere le antiche storie del Piano delle Fosse, per esempio, mentre camminiamo ci racconta che a via Pagliaia la signorina Gerace, prendeva i bambini che venivano abbandonati nella ruota. Camminando, la magia del centro storico ci avvolge, la luna principessa incontrastata brilla nel cielo e, ci sembra di sentire voci in lontananza, voci che ci chiedono di non essere dimenticate, voci che vogliono rivivere ancora, che vogliono guardare al futuro, perché il futuro va cercato nel passato, in quello che fummo. L’augurio è che il piccolo museo del signor Pellicanò possa avere tutto il successo e l’attenzione che merita.