Gioia Tauro, D’Agostino: «Zes risultato positivo ma sul porto pesa ancora tanto il disinteresse di Rfi»
redazione | Il 25, Giu 2013
Il consigliere provinciale di “A testa alta” critico sui mancati impegni per la realizzazione del gateway ferroviario. Senza dimenticare le altre questioni che interessano il distretto industriale della Piana: applicazione APQ e riduzione delle tasse d’ancoraggio
Gioia Tauro, D’Agostino: «Zes risultato positivo ma sul porto pesa ancora tanto il disinteresse di Rfi»
Il consigliere provinciale di “A testa alta” critico sui mancati impegni per la realizzazione del gateway ferroviario. Senza dimenticare le altre questioni che interessano il distretto industriale della Piana: applicazione APQ e riduzione delle tasse d’ancoraggio
«Il via libera del Consiglio regionale alla proposta di legge per l’istituzione di una Zona Economica Speciale per il porto di Gioia Tauro, costituisce senza dubbio un traguardo di grandissima importanza. Molte delle prospettive di crescita e rilancio dell’area passano infatti proprio da questo strumento. Tuttavia l’opportunità offerta alle aziende di usufruire di un sistema fiscale, doganale e amministrativo più agevole, da sola non basta. Adesso, infatti, è assolutamente necessario proseguire sulla scia di questa spinta propositiva, rafforzando ulteriormente l’attenzione sull’area industriale di Gioia e ponendo al centro dell’agenda politica regionale, tutte le atre questioni che, al pari della Zes, rivestono un ruolo chiave per il porto e tutto l’indotto che gravita attorno ad esso».
Dal consigliere provinciale di “A testa alta”, Francesco D’Agostino, il richiamo a tenere accesi i riflettori sull’area industriale della Piana, «perché le questioni irrisolte – evidenzia – sono ancora tante». Prima fra tutte quella legata ai nuovi indirizzi strategici messi in atto da Rfi «che venendo meno agli impegni assunti in passato per la realizzazione del gateway ferroviario, dimostra uno sconcertante disinteresse nei confronti del nostro territorio. Per la Piana le ripercussioni negative generate dal silenzio calato su questa vitale infrastruttura, su cui peraltro era previsto anche un preciso stanziamento di 40 milioni di euro, sono purtroppo ben note. Intorno al gateway ferroviario infatti, si giocano gran parte delle opportunità per il porto di Gioia Tauro di svolgere un ruolo di primo piano all’interno dei flussi commerciali tra l’Estremo Oriente e l’Europa. Un atteggiamento quello di Rfi che ancora una volta testimonia l’assoluta mancanza di visione strategica nei confronti di un Mezzogiorno e di una Calabria in particolare, su cui invece si dovrebbe scommettere per cercare una via d’uscita alla crisi che attanaglia il Paese». Ma la partita in atto sul sistema dei trasporti nell’area industriale della Piana, evidenzia D’Agostino, «deve trovare la politica regionale impegnata nel dare nuovo impulso anche all’introduzione del cosiddetto “ferro bonus”, da e verso il porto di Gioia Tauro. Solo in questo modo riusciremmo ad abbassare notevolmente i costi d’esercizio per il trasporto ferroviario, rendendo più appetibile lo scalo di Gioia specialmente per le grandi società che operano nell’area del Mediterraneo ma che, ancora oggi, preferiscono fare scalo in hub alternativi».
Occorre inoltre riavviare il confronto sul Polo logistico intermodale per il quale l’Accordo di Programma Quadro del 2010, destinava risorse pari a 460 milioni. «Su questo fronte – sottolinea D’Agostino – sarebbe opportuno ottenere il massimo della chiarezza perché si parla di un investimento di vitale importanza per la realizzazione del tanto atteso polo logistico. Tuttavia il percorso di attuazione dell’APQ fa registrare ancora evidenti ritardi con il rischio di compromettere un intervento indispensabile per il decollo dell’intera area. Il programma di stanziamenti che riguarda le infrastrutture a mare, il nuovo terminal, il polo logistico, i servizi e collegamenti ferroviari, consentirebbe all’area portuale di Gioia di compiere quel decisivo salto di qualità, che ne farebbe un distretto in grado di attrarre nuovi investimenti e non più quindi, un porto destinato soltanto all’attività di transhipment. La strategia su cui si deve lavorare con rinnovato slancio – prosegue il consigliere provinciale – deve puntare all’ampliamento dei bacini occupazionali e alla creazione di un valore aggiunto capace di generare nuova ricchezza radicata sul territorio, attraverso le attività industriali e logistiche della zona retroportuale che ad oggi peraltro, risulta desertificata».
A completare il quadro infine, il capitolo tasse. «E’ inammissibile – stigmatizza il consigliere provinciale – che il porto di Gioia Tauro debba essere sottoposto alla pressione di un’imposizione fiscale che di anno in anno aumenta sempre di più. In tal senso, ritengo che la politica calabrese debba farsi promotrice di una forte azione di dialogo nelle opportune sedi istituzionali nazionali, per mettere in atto quei provvedimenti necessari ad un sensibile abbattimento delle tasse d’ancoraggio, il cui incremento è già stato disposto per il triennio che va dal 2012 al 2014. Solo così sarà possibile ridare ossigeno ad una realtà portuale, come quella di Gioia Tauro, già costretta a subire una fortissima concorrenza nell’ambito del più ampio bacino del Mediterraneo. Appare evidente quindi – conclude D’Agostino – che il lavoro da fare per quello che è il più importante tassello del sistema economico e produttivo calabrese, sia ancora enorme. L’auspicio è che con lo stesso slancio generatosi intorno alla Zes, si possano affrontare con senso pratico e in tempi rapidi, tutte le altre importantissime questioni da cui dipende il futuro del nostro territorio».