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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

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Gioia Tauro, comizio d’addio del sindaco Pedà Stasera scende in piazza il primo cittadino in attesa dell'infuocato Consiglio Comunale di domani pomeriggio

Gioia Tauro, comizio d’addio del sindaco Pedà Stasera scende in piazza il primo cittadino in attesa dell'infuocato Consiglio Comunale di domani pomeriggio
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di Domenico Latino

GIOIA TAURO – Non è ancora il momento del “De Profundis” per l’esperienza Pedà, anche se oramai mancano davvero poche ore al crepuscolo di una sindacatura dalle belle speranze ma durata appena un anno e mezzo. Prima tocca salutare i cittadini e l’ex presidente di Ferrovie della Calabria ha scelto di farlo con un comizio che avrà luogo nella piazza dell’Incontro, stasera, a partire dalle ore 19. Ma quanti si aspettano dardi e saette dal palco contro i “magnifici 9”, consiglieri firmatari della sfiducia, probabilmente rimarrà deluso: Pedà, per l’aplomb fin qui esibito, anche nei momenti più ardui come lo è questo, microfono in mano quasi certamente si limiterà a fare un excursus delle attività fin qui portate avanti per poi concludere con il solito discorso ecumenico e i saluti di rito ai titoli di coda.

Se resa dei conti deve essere, non resta dunque che attendere il fatidico Consiglio comunale di domani durante il quale l’assemblea sarà chiamata a esprimersi sulla mozione che, salvo colpi di scena clamorosi, fredderà un’altra Amministrazione lasciando l’impietoso rito della sepoltura alla prossima sgradita terna commissariale. A dire il vero, da qualche giorno impazza il toto-nomi su un eventuale dietrofront che, allo stato, appare più che altro un miracolo di Natale e, se proprio vogliamo dirla tutta, poco sposterebbe in una situazione d’empasse che, obbiettivamente, non ha senso si tiri per le lunghe. Un’eutanasia forse invocata anche dal sindaco stesso che, in special modo nell’ultima settimana, sembra essersi chiuso in un inedito silenzio in attesa di scorgere i suoi nuovi avversari seduti sulla riva del fiume.

Se da un lato Pedà ha infatti tenuto il punto con i rivoltosi, senza avanzare un minimo cenno accomodante o chiarificatore, dall’altro – cosa di non poco conto – pare siano altresì allentati i rapporti (quantomeno pubblici) con i suoi fedelissimi, a cominciare dall’assessore “eretico” Toscano per finire ai principali rappresentanti dei Comitati e movimenti che lo sostengono. Una sorta di isolamento autoindotto, non si sa se dettato più dall’esigenza di una seria riflessione o da mera tattica politica, avvalorato dal fatto che, secondo indiscrezioni, anche la scelta di indire un comizio alla vigilia del “redde rationem” non sarebbe stata condivisa con alcuno dei suoi ma, al contrario, avrebbe colto un po’ tutti di sorpresa. Nel frattempo, sia il primo cittadino che alcuni esponenti della Giunta avrebbero già raccolto i propri effetti personali dalle rispettive stanze del palazzo, sempre meno frequentato. Tranne ieri mattina, per l’ultima urgente riunione di Giunta.

Secondo indiscrezioni, si sarebbe infatti deliberato su un importante atto, da conclusioni col botto. Intanto, sul fronte consiglieri “rivoltosi” regge il patto d’acciaio (che alcuni – ma siamo nel campo delle congetture – vorrebbero addirittura siglato davanti a un notaio) tra opposizione e dissidenti di maggioranza: tutti allineati e coperti, senza ripensamenti, andranno ad alzata di mano tra i banchi affinché ogni cosa si compia secondo le scritture. Unico dubbio, molto remoto, la corsa contro il tempo di Alessio e Zappalà, fuori sede (l’ultimo all’estero) per motivi di lavoro, ma che, al netto di inconvenienti imprevedibili, dovrebbero prender parte regolarmente all’assise.

Zappalà, in particolare, per alcuni sarebbe già in città mentre Alessio ha da poco pubblicato una foto per comunicare che attraccherà al porto di Gioia intorno le 17 di oggi. Infine, saranno presentate stamattina in Prefettura, a Reggio, gli elenchi con le circa 1700 firme raccolte dal Comitato “Gioia Libera” contro il paventato commissariamento.

L’Amministrazione Pedà era nata il 15 giugno del 2015 sotto i migliori auspici e le insegne di un movimento definito meta partitico e di ispirazione keynesiana che prendeva il nome dalla first lady americana Eleanor Roosevelt, vera forza trainante della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Così come il richiamo al marito, il presidente USA Franklin Delano Roosevelt, fautore del “New Deal” dopo la tremenda crisi economica del ’29, portò il giovane sindaco a sancire durante la campagna elettorale un patto con il popolo gioiese: quel nuovo corso per l’appunto, basato sulle grandi opere pubbliche per dare respiro all’occupazione e su un’intensa attività culturale, una “rivoluzione” così chiamata, in grado di dare maggiore consapevolezza alla gente.

Il primo segnale forte arriva con la composizione della Giunta: spazio ai giovani, laureati e dall’età media che non supera i 30anni. E poi, la scelta di realizzare l’isola ecologica in un terreno confiscato alla ‘ndrangheta, la solidarietà al popolo greco, le durissime prese di posizione nei confronti di MCT (il terminalista del porto) e la proposta di nazionalizzare lo scalo. Nel mezzo, l’ok alle risorse all’interno del Patto per la Città Metropolitana per la costruzione del ponte di collegamento tra i lungomare di Gioia e Palmi; il rifiuto di firmare il protocollo per il fantomatico progetto di auto americane, in effetti clamorosamente sfumato; lo scontro aperto con l’allora Commissario dell’Authority, Barbagiovanni Minciullo per vedersi riconosciute le opere di compensazione.

Ancor prima, l’affidamento della tesoreria alla BCC: a segno al primo colpo, dopo una dozzina di bandi negli anni andati deserti. Per finire all’intitolazione di una via, prima volta nella storia, ad una vittima di mafia, su iniziativa del giornalista Klaus Davi e agli sforzi, di concerto con le forze dell’ordine, per assegnare l’appalto della differenziata. Per consultare gli errori, invece, secondo i detrattori basta sfogliare le 14 pagine della mozione. Domani sera, per cortesia, l’ultimo spenga la luce …