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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 MARZO 2024

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Gioia, lotta ai tumori. Parola d’ordine: prevenzione Lectio magistralis del prof. Correale al seminario organizzato dal consigliere regionale Pedà

Gioia, lotta ai tumori. Parola d’ordine: prevenzione Lectio magistralis del prof. Correale al seminario organizzato dal consigliere regionale Pedà
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GIOIA TAURO – “Quando sono arrivato a Reggio, ho trovato dei medici eccezionali messi in condizioni miserabili di lavoro. Nei pazienti oncologici la cosa più importante è la loro “governance”, dalla diagnosi all’assistenza, compreso il supporto psicologico, ma nei nostri ospedali non è possibile garantirla: nel mio reparto ci sono 3 medici per 22 pazienti, ce ne vorrebbero almeno 7”. E’ uno dei passaggi più significativi del prof. Pierpaolo Correale, direttore dell’UOC di Oncologia del GOM e ricercatore che sta studiando un vaccino contro il cancro al colon, considerato un luminare nel suo campo, intervenuto lunedì sera al primo di una serie di seminari organizzati dal consigliere regionale Giuseppe Pedà, componente della III Commissione Sanità, svoltosi alla sala Fallara e incentrato sulla prevenzione del “big killer”, il tumore al polmone. Un argomento particolarmente sentito in un territorio come Gioia Tauro in cui, negli ultimi anni, si registra la sensazione di un’elevata incidenza di patologie neoplastiche. All’incontro, hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Alessio; il direttore sanitario dell’ospedale di Gioia, dott.ssa Zappone; tanti altri amministratori e medici del territorio, rappresentanti di diverse associazioni locali; moltissime persone che hanno avuto a che fare direttamente o indirettamente con pazienti oncologici. Al tavolo dei relatori anche il vicepresidente provinciale dell’Ordine dei medici, Zampogna e il cardiologo Giuseppe Minutolo. “Dal 2015, -ha proseguito Correale- l’immunoterapia è in grado di restituire dignità di persona ai pazienti, molti dei quali tornati addirittura al lavoro ma ognuno di loro ci costa 100mila euro l’anno: Reggio è passata da 20 pazienti con tumore al polmone a 350, di questi 230 sono in immunoterapia oncologica, l’obiettivo è avviare una concreta attività di prevenzione perché il cancro non è una maledizione che arriva dal cielo ma ha una sua evoluzione prevedibile”. Fondamentale lo screening e il ruolo dei medici di famiglia: “una radiografia al torace -ha spiegato- può salvare 20 pazienti su 100. Inoltre, bisognerebbe valutare l’impatto dei farmaci prendendo come modello il “Real World Evidence”, a cui tutto il mondo ormai fa riferimento, ovvero monitorando i dati non solo nei centri di ricerca ma nel territorio, nella realtà clinica”. Ma il tumore resta una questione di stile di vita: un’alimentazione sana e l’attività sportiva riduce il rischio di contrarlo; la neoplasia si ha quando si inceppa uno dei meccanismi di comunicazione tra cellule che cominciano a fare come gli pare: proliferazione, incapacità di differenziamento, mancata apoptosi (morte cellulare programmata). L’alterazione dei geni può essere causata da fattori ereditari, esposizione a radiazioni o agenti chimici. Sul banco degli imputati salgono fumo e amianto asbesto. Nel suo intervento, Alessio ha proposto alla Regione di sostenere una richiesta al ministero della Salute affinché insedi una Commissione tecnico-scientifica che in territori come Gioia individui il nesso causa effetto tra la presenza di impianti potenzialmente nocivi e determinate patologie tumorali: “a Gioia ci sono anche tantissimi tetti in eternit -ha evidenziato- e bisogna creare le condizioni per smaltirli gradualmente”. Di asbesto ha parlato anche Zampogna attraverso una brillante relazione tecnico-scientifica corredata dalla proiezione di alcune slide, tra le quali anche una foto dell’ex poliambulatorio di Gioia la cui copertura è parzialmente in amianto e nessuno si è mai preoccupato di dismetterla. Minutolo, da parte sua, ha evidenziato la mancanza di un registro tumori in un comprensorio con una preoccupante casistica di tumori all’encefalo e al polmone. L’anestesista “ribelle” Lino Mamone ha colto l’occasione per rinnovare le sue denunce: “lavoro ormai da 40 anni all’ospedale di Gioia -ha ricordato- vivo giornalmente un grande disagio: di 4 anestesisti previsti sono rimasto solo io. Volevano trasferirmi a Polistena ma io non ci sono voluto andare, avevano anche avviato le procedure di licenziamento, io però continuo la mia battaglia, voglio stare con la mia gente, oggi più che mai bisogna resistere, viste le condizioni in cui siamo costretti ad affrontare gli interventi di emergenza. E’ una vergogna per tutti”. Le conclusioni sono toccate al consigliere Pedà: “in questo anno e mezzo di esperienza in Commissione Sanità -ha rimarcato l’esponente politico- è stato difficile iniziare un percorso per addivenire a dei risultati, in poco ci siamo riusciti, molto altro c’è ancora da fare, però ho avuto modo di vedere la prospettiva di tanti medici e paramedici stoici di altissima professionalità. Di recente, ho avuto un lungo colloquio con il direttore Bray: a lui ho ribadito che è necessario mettere Gioia nelle condizioni di funzionare in attesa del nuovo ospedale. Il problema è che ogni volta che trovo un interlocutore poco dopo lo sostituiscono: in Sanità è molto importante anche la continuità di gestione”.