Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Gioia, selfie con Salvini e scoppia la bufera su Pedà Zagarella accusa Toscano di influenzare il primo cittadino nelle scelte politiche

Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

di Domenico Latino

GIOIA TAURO – Si vedono gli stracci volare nella maggioranza che sostiene l’Amministrazione Pedà. E a provocare la scintilla che ha di fatto riacceso quella miccia più volte spenta in tutta fretta con i piedi, incredibile ma vero, alcune foto pubblicate sui rispettivi profili fb dal primo cittadino e dall’assessore alla Cultura, Francesco Toscano che li ritraggono insieme al leader del Carroccio, Matteo Salvini. “Tempo di scelte!”, scrive l’ex presidente delle Ferrovie della Calabria commentando lo scatto, probabilmente voluto. Un’altra virata che ha colto molti di sorpresa e che qualcuno evidentemente non ha gradito.

Si spiega così il post al vetriolo del consigliere incaricato ai servizi sociali e alla polizia locale, Nicola Zagarella, che recita: “le strategie politiche vanno condivise da tutti e non da due o tre persone” e la successiva querelle in rete con uno degli esponenti forti della giovane giunta che governa il capoluogo pianigiano.

I panni del picconatore, il leader di “Gioia, città vivibile” li aveva già indossati circa due mesi fa quando, non sentendosi riconosciuto nel suo operato, aveva annunciato la restituzione delle deleghe, salvo poi fare un passo indietro. Ma cosa c’entra Pedà con il segretario della Lega? Direttamente niente, visto che a prenderne i contatti pare sia stato lo stesso Toscano, in qualità di coordinatore del nascente “movimento federale keynesiano”.

Quest’ultimo, da tempo notoriamente impegnato in un progetto politico – economico di ampio respiro da contrapporre alle linee di austerity dettate dall’UE, giovedì scorso ha avuto modo di confrontarsi con l’europarlamentare ed altri autorevoli rappresentanti della classe dirigente nazionale durante una cena organizzata a casa della contessa Deodato, nella Capitale, e ha pensato di far bene portando con sé anche la fascia tricolore gioiese.

Nulla di strano, dato che, dopo un anno dall’insediamento, leggendo l’articolo che l’assessore ha pubblicato sul proprio blog all’indomani dell’incontro romano, si scopre quale sia la forza politica che amministra la città: “esistono i margini per immaginare una futura e organica collaborazione politica fra la Lega e il nostro MFK, – scrive Toscano – contenitore non ancora ufficialmente strutturato ma già al governo in importanti città del Mezzogiorno come Gioia Tauro. Siamo ben radicati territorialmente (in Calabria ma non solo) e riteniamo di essere culturalmente attrezzati per spiegare alla pubblica opinione la bontà dei nostri argomenti”.

Un po’ di chiarezza effettivamente serviva, pure perché ormai in troppi cominciavano a non capirci più nulla. Pupillo del Berlusca, Pedà lo si ricorda infatti per la sua storica militanza in Forza Italia. Alle ultime elezioni comunali, ha sbaragliato gli avversari all’interno di una piattaforma meta partitica denominata “Roosevelt”, durata il tempo di scrutinare i seggi.

Un trionfo assaporato per la prima volta che, per molti, è arrivato grazie alle liste corazzate dei vari D’Agostino, Dal Torrione e Ruggiero, politici di lungo corso poi staccati, per non dire “trombati”, subito dopo la curva. Fino alle derive comuniste marxiste degli ultimi mesi che lo hanno visto chiedere la nazionalizzazione del porto e salire sul palco della Cgil a cantare “Bella ciao” insieme al sindaco di Cinquefrondi, Conia.

Il nuovo, si spera definitivo, scenario non sembra però entusiasmare particolarmente, almeno a livello meramente locale. “Per strappare un voto ho dovuto sudare, per la causa Pedà sindaco – ha scritto ieri pomeriggio Zagarella sulla sua bacheca fb – fosse stato per il modello keynesiano, avremmo perso l’elezioni. Anche perché colui che predica la vittoria al suddetto modello non ha nemmeno la residenza a Gioia. Francesco, – rivolgendosi a Toscano – la tua teoria non regge. In politica contano i voti, per avere una maggioranza contano i numeri … altrimenti parliamo di aria fritta”.

Il consigliere comunale rivendica quindi il contributo del suo movimento e accusa l’interlocutore di “guidare” il primo cittadino, facendo intendere che il sindaco subisca la sua influenza sul piano delle scelte politiche. “Scendi in campo e misurati con i voti – continua – fosse per me non avresti mai fatto l’assessore perché non sei stato eletto!”. E in riferimento alle deleghe: “convinci il sindaco a ritirarmele.

Non perderei nulla anche perché non sono retribuite”. Altrettanto piccata la replica social dell’assessore alla Cultura: “i barbari, caro Nicola, credono che politica sia solo raccolta del consenso su base personale; invece è principalmente elaborazione concettuale – ribatte”. E ancora, parlando di voti d’opinione: “Pedà, specie al ballottaggio dove si combatte uno contro uno, ne ha presi tanti nonostante alcune zavorre al seguito legate a vecchie logiche.

Fosse per me non saresti stato parte della coalizione, perché avevo consigliato a Peppe (Pedà ndr) di non dare l’impressione di voler riproporre una vecchia classe dirigente incompatibile con una proposta di cambiamento. Se lo avessi guidato io, tu saresti rimasto fuori dalla porta. Abbiamo idee diverse sul significato di cambiamento. Nel vederti non è la prima parola che mi viene in mente. Non avevo l’ambizione di fare l’assessore – spiega.

Tu invece minacci ogni lunedì di restituire le deleghe e poi te le tieni. Il tuo operato è palesemente insufficiente, come ha avuto modo di farti notare ieri il sindaco. Però si spera tu possa migliorare. Non è mai troppo tardi”.

Il riferimento ad un incontro con il primo cittadino sembra dunque confermare il presunto tesissimo faccia a faccia tra Zagarella e Pedà a margine del quale quest’ultimo avrebbe invitato il consigliere a sedersi tra i banchi dell’opposizione.

Nei giorni scorsi, un altro scossone era stato dato da “Insieme per Gioia” che esprime in Santo Bagalà il presidente del Civico consesso. La forza politica di maggioranza aveva posto l’accento su quella che era stata definita una “conduzione monocratica” dell’ente auspicando una gestione amministrativa più partecipata.

Come si ricorderà, durante la campagna elettorale era stato prospettato un cambiamento sintetizzato dal motto “Un New Deal per Gioia” che, secondo IXG non è stato ancora avviato.