Gioia, blitz contro la cosca Alvaro. Sette arrestati tra cui ex sindaco e 2 imprenditori
redazione | Il 04, Set 2013
Tra gli arrestati anche l’ex sindaco di San Procopio Rocco Palermo, già in passato arrestato con l’accusa di essere contiguo alla cosca. Al centro dell’indagine la gestione degli appalti pubblici – FOTO ARRESTATI
Gioia, blitz contro la cosca Alvaro. Sette arrestati tra cui ex sindaco e 2 imprenditori
Sette persone sono state arrestate dalla polizia con l’accusa di far parte della cosca Alvaro operante nella piana di Gioia Tauro. Tra gli arrestati anche l’ex sindaco di San Procopio Rocco Palermo, già in passato arrestato con l’accusa di essere contiguo alla cosca. Al centro dell’indagine la gestione degli appalti pubblici
REGGIO CALABRIA – Sette provvedimenti restrittivi emessi dal gip di Reggio Calabria sono stati eseguiti questa mattina dalla Polizia di Stato nei confronti di altrettante persone accusate di appartenere alla cosca di ‘ndrangheta degli Alvaro, operante nella Piana di Gioia Tauro, e in particolare a Sinopoli, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Cosoleto, Delianuova. I reati contestati sono a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso e intestazione fittizia di beni. L’operazione, denominata “Xenopolis”, è stata eseguita dal personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro, e del Servizio Centrale Operativo di Roma e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Le indagini hanno svelato l’esistenza di un monopolio nella gestione degli appalti pubblici attraverso amministratori locali e imprenditori compiacenti, nonchè una serie di interessi illeciti e di infiltrazioni da parte di esponenti di vertice della cosca in vari settori produttivi dell’economia legale.
Tra gli arrestati figura anche l’ex sindaco di San Procopio, Rocco Palermo, di 52 anni, due imprenditori ed un commerciante. Palermo era già stato arrestato nel giugno del 2010 nell’operazione ‘Meta’, condotta contro le cosche di Reggio e della provincia. L’ex sindaco è ritenuto dagli investigatori un uomo di fiducia di Cosimo Alvaro, ritenuto il capo cosca. In seguito all’arresto di Palermo, il Comune di San Procopio fu poi sciolto per infiltrazioni mafiose, nel dicembre 2010, dal Consiglio dei Ministri. I due imprenditori arrestati, secondo quanto si è appreso, sono accusati di essere inseriti a pieno titolo nella cosca degli Alvaro. In particolare sarebbe stato proprio grazie alla loro attività che la ‘ndrina riusciva ad ottenere gli appalti.
I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà, alle ore 11, presso la sala conferenze “Nicola Calipari” della Questura di Reggio Calabria.
ECCO LA NOTA PROCURA DISTRETTUALE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA
OPERAZIONE “XENOPOLIS”
OGGETTO: Reggio Calabria, operazione della Polizia di Stato nei confronti della cosca di ‘ndrangheta degli ALVARO, operante nella Piana di Gioia Tauro.
La Squadra Mobile di Reggio Calabria ed il Servizio Centrale Operativo di Roma, a conclusione di una articolata attività investigativa, coordinata dalla locale Procura Distrettuale Antimafia, hanno condotto stamane una vasta Operazione di Polizia nei confronti di esponenti di spicco della cosca di ‘ndrangheta degli ALVARO, operante nei territori di Sinopoli, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Cosoleto, Delianuova ed altrove, disvelando un intreccio esistente tra mafia, politica ed appalti.
In particolare, sono state eseguite a nr. 7 Ordinanze di custodia cautelare (nr. 6 in carcere e nr. 1 di arresti domiciliari), emesse dal G.I.P. presso il locale Tribunale, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti dei sottoelencati soggetti, l’ultimo dei quali è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari:
1. ALVARO Cosimo, nato a Sinopoli (RC) il 25.04.1964, alias “Pelliccia”, già detenuto;
2. ALVARO Antonio, nato a Sinopoli (RC) il 11.04.1966;
3. ALVARO Domenico, nato a Taurianova (RC) il 01.12.1977;
4. PALERMO Rocco, nato San Procopio (RC) il 25.06.1961;
5. ITALIANO Giasone, nato a Delianuova (RC) il 16.10.1969;
6. LAURENDI Domenico, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) il 07.10.1969;
7. OCCHIUTO Carmelo Giuseppe, nato a Sinopoli (RC) il 01.05.1968.
Le attività investigative, svolte con il supporto di attività tecniche di intercettazione avviate nei confronti di personaggi appartenenti al gruppo familiare al cui vertice era posta la figura di ALVARO Domenico cl. ’24, alias “U giannazzu” deceduto nell’estate del 2010, nonché dei suoi due figli, Cosimo cl. ’64 alias “Pelliccia” ed Antonio cl. ’66 (i quali, a seguito della sua morte, hanno assunto le redini della famiglia), permettevano di far luce non solo sulla piena operatività della summenzionata famiglia di ‘ndrangheta, ma soprattutto sui rapporti con imprenditori ed esponenti politici degli enti locali che ne assecondavano gli anzidetti interessi ricadenti in vari settori produttivi dell’economia legale, alterando la libera concorrenza fra le imprese.
I primi sei soggetti sono accusati di aver fatto parte stabilmente dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta, presente principalmente sul territorio della provincia di Reggio Calabria, costituita da molte decine di locali, articolata nei tre mandamenti con organo di vertice denominato “Provincia” ed, in particolare, ALVARO Antonio, ALVARO Cosimo, ALVARO Domenico LAURENDI Domenico e PALERMO Rocco della sua articolazione territoriale denominata “cosca ALVARO”, operante prevalentemente nelle zone di Sinopoli, Sant’Eufemia d’Aspromonte Cosoleto, San Procopio e località limitrofe, mentre l’ITALIANO Giasone dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta intesa nel suo complesso e della locale operante nel territorio di Delianuova.
Il personaggio di maggior spessore criminale è, senz’altro, l’ALVARO Cosimo cl. ’64, attualmente detenuto a seguito della sua cattura avvenuta in data 14.07.2011 da personale di questa Squadra Mobile, dopo un periodo di latitanza di circa un anno, in un casolare di contrada Cirello del Comune di Rizziconi (RC). All’epoca egli era stato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 09.06.2010, nell’ambito dell’Operazione “Meta” per i reati di estorsione aggravata dall’art. 7 della legge 203/91, intestazione fittizia di beni, associazione mafiosa e associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Elemento di primo piano della cosca ALVARO, il predetto aveva già trascorso in precedenza un altro periodo di latitanza per sfuggire all’esecuzione di una ordinanza emessa dal G.I.P. di Palmi per traffico di sostanze stupefacenti, reato per il quale veniva condannato, in via definitiva, alla pena di sei anni di reclusione.
Nelle odierne indagini, al predetto vengono contestate condotte finalizzate al controllo delle attività imprenditoriali di Reggio Calabria, luogo dove aveva deciso di eleggere domicilio dal 2006 al 2009, in quanto sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S. con divieto di soggiorno a Sinopoli. Difatti, a Reggio Calabria, l’ALVARO si era inserito nelle attività economiche della città, occupandosi della gestione del bar Crystal, sito in via Quartiere militare nr. 36/38 (zona Cardinale Portanuova), intestato fittiziamente all’imprenditore LAURENDI Domenico.
Al fratello del sopracitato Cosimo, ALVARO Antonio cl. ’66, titolare della ditta individuale “Edil Trasporti Legna”, viene contestato l’aver svolto, in concorso con gli imprenditori ITALIANO Giasone e LAURENDI Domenico, attività volte al controllo delle attività imprenditoriali nella provincia di Reggio Calabria, non solo nel settore dell’edilizia e della manutenzione stradale, ma anche dei lavori sulla rete del gas, aggiudicati con contratto d’appalto della Regione Calabria dalla ditta “METANGAS dei fratelli VENNERI srl” con sede legale a Rende (CS), specializzata nella progettazione, costruzione, assistenza e gestione delle suddette reti; a tal proposito, si evidenzia che l’ALVARO, non potendo direttamente concorrere ai lavori sulla rete del gas, era riuscito tramite ITALIANO Giasone, in maniera occulta e con metodi tipicamente mafiosi, a trarre illeciti guadagni dall’esecuzione delle opere in parola, attraverso sub-appalti o l’impiego di operai “sponsorizzati” dalla medesima cosca.
E’ altresì emblematico quanto emerso sull’appalto bandito dalla Provincia di Reggio Calabria, pari a circa 20.000.000 di euro, riguardante la manutenzione triennale dell’intera rete viaria provinciale di circa 200 km, in merito al quale il LAURENDI era riuscito ad inserirsi tramite un sub-appalto che prevedeva, secondo una logica di “spartizione” tra imprese, i lavori di pulizia e manutenzione della zona tirrenica della provincia reggina.
L’attività d’indagine ha permesso di accertare che il LAURENDI intratteneva rapporti di frequentazione con esponenti politici locali dai quali trarre vantaggio per la sua attività imprenditoriale. Il meccanismo è quello del cd. “tesseramento”, attraverso il quale il politico locale richiede ad un imprenditore, il quale a sua volta può contare su significative aderenze con soggetti legati alla criminalità organizzata, di fornirgli una “dote” necessaria di tessere di partito, in maniera tale da poter aver un “peso” per essere scelto tra i candidati alle elezioni.
Nel caso di specie, l’opera di reperimento delle tessere è stata svolta dall’ALVARO Antonio, a sostegno di esponenti politici locali, al fine di favorirne la candidatura ed è stato in contatto con il Sindaco pro-tempore del Comune di San Procopio (RC) PALERMO Rocco , al fine di condizionarne le scelte politiche.
Difatti, le pressioni sugli esponenti dell’Amministrazione comunale si sono concretizzate in un reale condizionamento da parte degli esponenti della potente ‘ndrina degli ALVARO; uno di essi, ALVARO Domenico cl. ’77, figlio di Nicola cl. ’46 , induceva il sindaco pro-tempore del Comune di San Procopio (RC) PALERMO Rocco a meditare sull’opportunità di dimettersi dalla carica a causa dell’aggiudicazione dell’appalto bandito dal Comune per la riqualificazione del centro storico ad una ditta diversa rispetto a quella caldeggiata da una fazione della medesima consorteria mafiosa facente capo agli ALVARO alias “Carni i cani”. Solo attraverso l’intervento “autorevole” di ALVARO Antonio cl. ’66, richiesto dall’ex Sindaco, si metterà termine al dissidio che stava per insorgere attorno ai suddetti lavori di riqualificazione del centro storico di San Procopio.
Anche per tale fatto, l’ex Sindaco del Comune di San Procopio (RC) PALERMO Rocco cl. ’61 è accusato di associazione mafiosa per aver svolto, nella sua qualità di pubblico ufficiale durante il periodo del mandato elettorale, attività diretta a favorire gli interessi della cosca ALVARO, fornendo indicazioni ai soggetti sopra citati circa l’imminente pubblicazione dei bandi di appalto del Comune e, segnatamente, asservendo la propria carica istituzionale agli interessi della cosca.
Quando agli imprenditori ITALIANO Giasone cl. ’69 e LAURENDI Domenico cl. ’69, giova mettere in risalto che il primo è legato alla criminalità organizzata anche in virtù dei precedenti penali del padre ITALIANO Giuseppeantonio cl. ’31, esponente di vertice dell’omonima cosca fino alla sua morte avvenuta nel 2010, mentre il secondo, già accusato di associazione mafiosa, viene ritenuto vicino alla cosca degli ALVARO.
Nel corso delle investigazioni, sono state riscontrate, altresì, violazioni degli art. 12 quinquies della Legge 7 Agosto 1992 nr. 356 e 7 della Legge 12 Luglio 1991 nr. 203, in quanto OCCHIUTO Carmelo Giuseppe cl. ’68, in concorso col cugino ALVARO Antonio, riceveva in locazione l’intestazione e la gestione del ristorante-pizzeria “IL TOCCO DI BACCO” sito a Villa San Giovanni (RC), località Cannitello (RC).
Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati condotti presso la casa circondariale di Reggio Calabria, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.