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Fuori l’infermiera, ancora un caso di Tbc

Fuori l’infermiera, ancora un caso di Tbc

| Il 03, Set 2011

Sono 109 i bimbi nati al policlinico romano risultati positivi al test

Fuori l’infermiera, ancora un caso di Tbc

Sono 109 i bimbi nati al policlinico romano risultati positivi al test

 

(ANSA) ROMA – “Dall’incontro con 50 genitori di bambini a rischio tbc avvenuto ieri nella sede dell’associazione é emerso uno sconcertante particolare: è stato trovato positivo ai test anche un bimbo nato il 27 luglio scorso, quindi due giorni dopo l’allontanamento dell’infermiera, il che dimostrerebbe che l’infezione sarebbe perdurata nei locali del Policlinico fino a che questi non sono stati chiusi”. E’ quanto si legge in un comunicato del Codacons dopo l’audizione al Tar dei rappresentanti dell’associazione e della Regione Lazio. Il Codacons “consiglia anche a tutti i genitori dei bambini nati dopo il 25 luglio di sottoporre ai test i loro figli”.

Altri 13 neonati sono risultati positivi al test per la tubercolosi nell’ambito dei controlli avviati dopo la scoperta che un’infermiera del Policlinico Gemelli si era ammalata di Tbc. Lo rende noto la Regione Lazio. Il totale dei casi di positività sale così a 109. “Nella giornata odierna sono emersi 13 nuovi casi positivi, su 138 test effettuati – si legge nel comunicato della Regione -, relativi ai controlli che si stanno ultimando, in questi giorni, in relazione agli ultimi appuntamenti programmati. Si tratta di 2 femmine ed 11 maschi, le famiglie dei quali sono state già avvisate. I bambini risultati positivi ai test sono nati 5 nel mese di gennaio, 2 a febbraio, 4 a maggio, 1 a giugno ed 1 a luglio. Complessivamente sono 109 i casi di positività su 1266 risultati pervenuti, con una media dell’8,6%”.

GEMELLI, MAI MENTITO SU INFERMIERA – “Sorprende che un operatore del Gemelli possa aver dichiarato che ‘l’infermiera in questione ha cominciato a lavorare successivamente a febbraio”. Se un tale fatto venisse provato, incontrerebbe le dovute censure e misure disciplinari. Certamente l’onorevole Bongiorno potrà riferire quali siano stati i suoi interlocutori, quanti appartengano al Policlinico ‘Gemelli’, e chi fra loro abbia fornito l’informazione in questione.

Ciò faciliterà per il Policlinico la rigorosa ricostruzione, da subito avviata con l’istituzione di una apposita Commissione, di tutti i fatti e di ogni eventuale responsabilità, a tutti i livelli e in tutte le fasi della vicenda in corso”. Lo ha fatto sapere il Policlinico Gemelli di Roma, replicando all’intervista, rilasciata a un quotidiano, della parlamentare Giulia Bongiorno sul caso dell’infermiera malata di tubercolosi. La Bongiorno, che insieme con altre sei coppie di genitori sta guidando una class action, ha riferito al quotidiano che tra i bimbi nati al policlinico Gemelli da inizio anno ad oggi, e quindi sottoposti a controllo in seguito al caso dell’infermiera malata di tubercolosi, c’era anche suo figlio, risultato negativo ai test.

“La consapevolezza della straordinarietà del caso – prosegue il Policlinico – e la necessità di non amplificare ulteriormente l’oggettiva situazione di allarme moltiplicando polemiche, che confondano anziché chiarire tutti gli aspetti della vicenda, non possono peraltro esimere dal dovere – in difesa e per rispetto di coloro che quotidianamente lavorano nel Policlinico – di replicare all’intervista dell’onorevole Giulia Bongiorno”. “In piena serenità d’animo e con fermezza – conclude la nota – il Policlinico respinge l’accusa di ‘aver mentito’. Da parte del Gemelli non vi è stata, mai, alcuna menzogna ai genitori, di cui ogni lavoratore del Policlinico sinceramente comprende e condivide ansie e motivi di disagio”.

BONGIORNO, CLASS ACTION CONTRO GEMELLI – Tra i bimbi nati al policlinico Gemelli da inizio anno ad oggi, e quindi sottoposti a controllo in seguito al caso dell’infermiera malata di tubercolosi, c’era anche il figlio dell’avvocato Giulia Bongiorno, risultato negativo ai test. Ian è nato il 22 gennaio ed è rientrato nell’ultima tornata dei neonati sottoposti a monitoraggio dalla Regione Lazio, che inizialmente aveva escluso i test per i nati in quel mese. “Ascoltando le notizie come tutti, ad agosto – afferma la Bongiorno in un’intervista al Corriere della Sera – ho avuto la sensazione si trattasse di episodi isolati, di una situazione sotto controllo. Dicevano: niente allarmismi”. Nonostante tutto l’avvocato decise di chiamare il Gemelli, per essere tranquillizzata sulla situazione del figlio: “Mi è stato detto testualmente: non si deve preoccupare, suo figlio è nato a gennaio e lei non può rientrare nelle indagini di approfondimento perché infermiera in questione ha cominciato a lavorare successivamente a febbraio”. “Non sono arrabbiata, sono sconcertata”, prosegue la Bongiorno che, insieme con altre sei coppie di genitori, sta guidando una class action. “Vogliamo fare una denuncia – conclude l’avvocato -, la depositeremo in Procura. Loro non vogliono solo un’azione risarcitoria sul piano civile, vogliono l’accertamento approfondito dei fatti, una vera azione penale”.

CODACONS, ESTENDERE TEST SU BAMBINI – “Chiediamo di estendere almeno agli ultimi due anni e mezzo i test sui bambini che hanno avuto contatti col reparto di Neonatologia del ‘Gemelli’. E tutto ciò perché l’infermiera da cui è partito il contagio da tempo lavora in quel reparto”. E’ la proposta del Codacons lanciata a conclusione dell’audizione di oggi davanti al Tar del Lazio dopo il ricorso proposto per contestare la legittimità delle nomine di coloro che sono stati chiamati a partecipare alla Commissione d’inchiesta della regione Lazio. Per quanto riguarda lo specifico delle richieste fatte oggi al Consigliere delegato del tribunale amministrativo, “abbiamo proposto motivi aggiunti al ricorso – ha detto il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – per cercare di capire come mai è stato stabilito di limitare temporalmente i test a pochi mesi mentre l’infermiera sta lì da due anni e mezzo. Occorre estendere le verifiche mediche e testare decine di migliaia di bambini”. Ulteriore proposta è quella di “sostituire la Commissione d’indagine regionale con i tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità, con medici, sanitari e rappresentanti dei cittadini”.

ENTRO 15 GIORNI REGIONE DEPOSITERA’ GLI ATTI AL TAR – Entro 15 giorni la regione Lazio dovrà depositare al Tar del Lazio tutti gli atti relativi all’inchiesta sul contagio da Tbc nel reparto di Neonatologia del Policlinico ‘Agostino Gemelli’ di Roma. Lo ha deciso il consigliere delegato della III sezione quater del tribunale, Giuseppe Sapone, dopo l’audizione di questa mattina che ha visto i legali del Codacons e dell’avvocatura regionale convocati per una discussione preliminare del ricorso proposto dall’ associazione di consumatori per contestare la composizione della Commissione d’indagine nominata dal Governatore del Lazio, Renata Polverini. In particolare, il Tar ha ordinato all’Amministrazione di depositare “tutti gli atti relativi all’istituzione del tavolo di coordinamento – si legge nel decreto – ivi compresi i relativi verbali dell’attività da quest’ultimo espletata, da cui si possa evincere altresì l’individuazione dell’arco temporale dell’indagine relativa al contagio della tubercolosi” all’interno del reparto di Neonatologia del ‘Gemelli’.

POLVERINI, LINEE GUIDA PIU’ RIGIDE –  “La struttura organizzativa ha funzionato, ma questo deve farci riflettere sulle nuove patologie emergenti e riemergenti. Il paese dal punto di vista della prevenzione deve applicare in maniera più rigida le linee guida”. Lo ha affermato la governatrice del Lazio Renata Polverini parlando ai microfoni di RadioIes del caso dell’infermiera del nido del policlinico Gemelli, malata di Tbc e ora ricoverata all’ospedale Spallanzani. Sono finora 96 i bimbi nati al Gemelli risultati positivi al test della Tbc. “Non ci sono dei protocolli di prevenzione ma delle linee guida che poi vengono calate nelle strutture attraverso dei protocolli – ha aggiunto -. Noi abbiamo già chiesto a tutte le strutture, e credo che lo stiano facendo anche le altre regioni, quali sono i comportamenti che mettono in atto per la prevenzione di questa patologia e non appena riceveremo le risposte andremo avanti con le indicazioni”.

AVVIATI CONTROLLI ANCHE SU NATI GENNAIO – Sono stati avviati i controlli e predisposti i contati delle famiglie anche per i bimbi nati a gennaio nel policlinico Gemelli. “In particolare – fa sapere la Regione – su 266 nati nel mese di gennaio, sono stati già fissati 146 appuntamenti”.

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