Mentre il Salento si dibatte in una delle più gravi emergenze agricole della sua
storia, quella alimentata dalla xylella fastidiosa, la Malattia di Panama, che ha
già distrutto la varietà più popolare di banana, è tornata e si sta diffondendo
a macchia d’olio nelle colture globali. Il problema è che le piante di banano sono
senza semi e sono essenzialmente tutte duplicate esattamente dalla stessa pianta
che li rende estremamente vulnerabili alla malattia. Un nuovo studio ha messo in
guardia che il frutto giallo molto amato sarà spazzato via se non si interviene
immediatamente. La banana Gros Michel era una volta la varietà più popolare del
mondo fino a quando è stato cancellata completamente dalla Malattia di Panama negli
anni 50. Dal Regno Unito è stata impiantata la banana Cavendish per sostituire la
Gros Michel e ora costituisce il 95% di tutte le esportazioni di banane nel mondo.
Ma la malattia di Panama, che viene trasmessa attraverso il suolo e l’acqua e attacca
le radici della pianta di banano, dormiente per oltre 30 anni, è ora tornata con
una nuova epidemia globale. L’agente patogeno fungoso mortale è resistente ai fungicidi
e non può essere controllato chimicamente. Esso ha completamente spazzato via le
colture di banane Cavendish in Taiwan e ora si sta diffondendo attraverso Cina, Indonesia
e Malesia, decimando le colture. Il fungo killer ha ridotto “significativamente”
l’industria della banana in Australia, decimate dalla precedentemente malattia nel
XIX secolo e ora minaccia l’intero commercio d’esportazione nelle Filippine. Dal
2013 è stato segnalato in lungo e in largo in Giordania, Libano, Mozambico e Oman.
L’ultima allerta, che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti
[1]” vuole definire con questo termine prima che si parli di ennesima catastrofe
agroalimentare riguarda un nuovo ceppo di un fungo parassita, il Fusarium oxysporum
cubense (Foc), denominato Tropical Race 4 (TR4) che attacca le radici provocando
l’avvizzimento della pianta, in quella che viene chiamata anche la malattia di
Panama. Non esiste difesa contro il Tr4 che può cancellare un’intera piantagione
nel giro di due o tre anni. Il rischio è elevato, anche perchè il fungo può essere
veicolato nella terra presente in scarpe o in macchinari. L’espandersi di questa
malattia sarebbe devastante. Infatti nei paesi meno sviluppati, la banana è il quarto
alimento di maggior consumo, dopo riso, grano e latte; si stima che fornisca un terzo
delle calorie giornaliere a 410 milioni di persone. Le esportazioni hanno raggiunto
i 17 milioni di tonnellate annue, principali destinatari l’Europa e gli Usa, dove
in media si consumano quasi 12 chili per anno a testa. Da sempre i grandi coltivatori
di banane si trovano a combattere le malattie che affliggono questo frutto. Per questo
ora gli scienziati sono al lavoro per sviluppare varietà di banane resistenti sia
alla Sigatoka Nera, sempre più refrattaria ai pesticidi, che alla malattia di Panama,
ricorrendo anche all’ingegneria genetica, ma sino ad oggi senza risultati concreti.
Sembra banale ma mai come in questi casi “/Prevenire/ (ndr ed informare) /è meglio
che curare/”.