Francesco D’Agostino: “Io con Mario Oliverio per combattere Roma e i poteri che hanno affossato e vogliono ancora affondare la Calabria” Intervista esclusiva di ApprodoCalabria all’ex Vicepresidente del Consiglio regionale: “Hanno commissariato tutto, dalla sanità fino ai partiti. Io non ci sto. Combatterò fino all’ultimo respiro per dare dignità e autonomia ai calabresi. Mario Oliverio è stato eliminato perché non voleva nella sanità i poteri forti romani e dei grandi affari”
L’imprenditore Francesco D’Agostino sarà uno dei principali candidati della Piana di Gioia Tauro nella competizione elettorale di domenica e lunedì prossimi per il rinnovo del Consiglio regionale. Una candidatura che è espressione del territorio e che rinnova un percorso intenso e ricco di obiettivi raggiunti per il bene comune: un impegno richiesto dalle migliaia di cittadini, oltre i vincoli di partito, nel solco di una politica concreta e lungimirante al servizio delle comunità.
Alle elezioni regionali D’Agostino si schiera a sostegno di Mario Oliverio. Una scelta «di grande coerenza e rispetto verso un progetto importante per la Calabria iniziato negli anni scorsi».
D’Agostino, in molti sostengono che il simbolo di Mario Oliverio sia già oltre lo sbarramento dell’8 per cento. Siete fiduciosi in vista del voto?
«Assolutamente sì. Quello del quorum è un tema usato da chi teme un grande risultato da parte nostra. Stiamo vivendo questa campagna elettorale tra la gente e il clima positivo che stiamo riscontrando ci consente di avere grande fiducia per quello che sarà l’esito delle elezioni».
Perché ha deciso di sostenere Mario Oliverio?
«Ripeto, è stata una scelta di coerenza verso un progetto politico e amministrativo che tra il 2014 e il 2020 ha consentito alla nostra Regione, a partire dai territori, di vivere una fase di crescita e sviluppo senza precedenti. Parlano chiaro i dati economici e, ancor di più, le voci dei tantissimi cittadini che hanno goduto di un’azione amministrativa davvero pensata per il bene comune. Avrei potuto fare scelte differenti in questa fase, magari seguendo una logica di convenienza personale. Anche in passato, mi era stata offerta una candidatura certa tra le file del centrodestra. Personalmente, ora come allora, credo che la politica debba dare buoni esempi ed essere leale ai percorsi virtuosi. La sfida oggi riguarda la libertà dei calabresi. Noi vogliamo liberare la nostra terra dai commissariamenti e riportare nelle Istituzioni regionali le decisioni che riguardano i cittadini. Vogliamo combattere i poteri forti che da Roma impediscono a questa regione di crescere. Detto questo, in questi anni io sono rimasto sempre al mio posto, continuando a lavorare per la gente a prescindere dai ruoli istituzionali o dagli incarichi. Io ci sono sempre stato. Altri compaiono solo a due settimane dalle elezioni».
Perché, in riferimento a Cittanova, lei ha parlato di “guerra tutti contro uno”?
«In queste settimane si è consumata un’offensiva incredibile nei miei confronti. Una guerra che ha visto tutti contro di me, quasi si dovesse abbattere un nemico piuttosto che fronteggiare un avversario politico. Grazie alla stima e al sostegno di tanti non mi sono mai sentito solo in questa battaglia. Io vado avanti e penso solo a costruire. Gli altri preferiscono distruggere».
Tornando al progetto “Oliverio Presidente”, perché i cittadini dovrebbero sostenere questo percorso?
«Nei cinque anni di governo Oliverio la Calabria è diventata un modello per l’Italia e l’Europa. E questo lo dicono le cronache di quel periodo. Tutti i dati confermano la bontà del percorso amministrativo che avevamo messo in campo. Raccontare tutto quello che è stato costruito richiederebbe giorni e giorni. Ma qualche esempio significativo penso sia giusto farlo. Appena insediato il nuovo Consiglio regionale, avevamo predisposto un programma di interventi strategici davvero straordinario. Un cantiere che, nonostante le difficoltà e i ritardi, ha prodotto risultati storici per la Calabria. I Comuni sono stati finanziati per miliardi di euro per infrastrutture, edilizia scolastica, depurazione, diritto allo studio, ambiente, dissesto idrogeologico. Quasi tre miliardi sono stati trasferiti ad altri Enti per far ripartire la Calabria su progetti concreti. Un dato: tutti i Comuni hanno goduto delle risorse messe a disposizione, tutti nessuno escluso, a prescindere dai colori politici. E ricordo bene la soddisfazione dei sindaci calabresi nel potersi relazione con la Regione trovando costantemente attenzione e collaborazione. In quegli anni tutte le borse di studio universitarie sono state coperte con fondi regionali per garantire a tutti il diritto allo studio e alla formazione. Parliamo del cento per cento degli studenti aventi diritto, per oltre 10mila borse erogate. Un grande successo, senza dubbio, ha riguardato i fondi europei Pon, Por, Fesr e Psr. Dopo decenni, grazie a una gestione virtuosa, eravamo diventati avanguardia in Italia e in Europa. Prima di noi i fondi europei ritornavano indietro inutilizzati. Con la nostra amministrazione nessuna risorsa è andata persa. Siamo diventati i primi d’Italia per spesa dei fondi. Abbiamo recuperato i soldi della precedente programmazione e poi abbiamo definito quella futura. Siamo stati riconosciuti da Bruxelles. Ma è solo l’inizio. Mai come nei cinque anni di Oliverio l’agricoltura ha ottenuto così tanto supporto. Lo sanno bene gli oltre 70mila agricoltori beneficiari di finanziamenti! Per non parlare della spinta per il cambio generazionale in agricoltura. Anche la Piana di Gioia Tauro ha vissuto una parentesi di grandissima crescita in quella fase. Tantissimi imprenditori agricoli hanno avuto la possibilità di investire e crescere. Sul porto di Gioia Tauro abbiamo fatto scelte strategiche. Anzi tutto, abbiamo finanziato importanti investimenti per la logistica integrata. Abbiamo finanziato il Gateway per l’interscambio ferroviario, il prolungamento dei servizi del Porto verso Sud, lo svincolo di Rosarno, l’adeguamento del nodo ferroviario Sibari – Gioia. Ma l’obiettivo più importante è stato l’ottenimento della Zes. Un vero capolavoro politico e amministrativo dell’esperienza Oliverio. Un’opportunità straordinaria sprecata da questa amministrazione di centrodestra. Storica, poi, la messa in funzione della Diga del Menta, con il completamento dello schema idrico. Abbiamo portato l’acqua a Reggio. Per le dighe calabresi, in generale, sono stati investiti oltre 50 milioni di euro. Inoltre, abbiamo approvato importanti leggi di riordino di servizi essenziali. Abbiamo approvato il nuovo piano del trasporto pubblico locale e la legge sul ciclo dei rifiuti, con innovazioni e risparmi importantissimi. Approvate anche le leggi sull’artigianato e la legge Urbanistica che ha affermato il principio del consumo di suolo zero. Abbiamo spinto per la realizzazione del progetto relativo alla ferrovia Jonica e per l’alta velocità ferroviaria sulla linea tirrenica. La strada Gallico – Gambarie è diventato cantiere dopo anni di parole. Sempre in tema di viabilità, abbiamo attivato il cantiere più importante d’Italia, ottenendo risorse per circa un miliardo di euro per la Statale 106 e, in particolare, per il lotto “Roseto – Sibari”. Avevamo investito risorse importanti per l’aeroporto di Reggio Calabria salvandolo dalla chiusura e oggi duole il cuore vedere che quello scalo strategico è tornato a soffrire la mancanza di attenzione. Mi si consenta infine di ricordare gli interventi strategici su attrattività e cultura. Quasi 500 eventi sostenuti, quasi duecento progetti supportati per biblioteche e archivi. Per non parlare dei siti archeologici valorizzati. Ecco, questi sono solo alcuni esempi di una strategia che ha visto la Calabria crescere per davvero, puntando sui territori e sulle eccellenze. Avremo anche commesso qualche errore, senza dubbio, ma credo che i risultati ottenuti siano di gran lunga superiori a qualsiasi criticità. Oggi, guardando alla programmazione del Pnrr il Sud sembra scomparso. La Calabria è tornata nel dimenticatoio. Noi avevamo rilanciato la nostra regione sotto tutti gli aspetti. Lo dicono i numeri. E attenzione, non ho voluto parlare di tanti “freni” messi all’azione di governo o dei singoli consiglieri. Hanno cercato di colpirci per frenare le nostre battaglie e la nostra azione di governo. Poi sappiamo tutti com’è andata a finire».
Certo, uno dei temi più scomodi per la politica regionale è la sanità. Lei che idea si è fatto?
«Penso che la nostra battaglia per l’uscita dal Commissariamento sia stata giusta e sacrosanta. Oggi in molti promettono la fine della gestione romana, ma chissà dove erano quando noi lottavamo per un obiettivo di civiltà e giustizia. Anni e anni di commissariamento hanno distrutto quello che rimaneva del diritto alla salute per la nostra Regione. Mario Oliverio è stato eliminato, tra l’altro, perché non voleva i poteri forti di Roma e gli affarismi nella sanità calabrese. Qui serve un nuovo impegno per ridare dignità e autonomia al calabresi. Certo, negli scorsi anni, nonostante i limiti e le difficoltà, proprio sul tema della sanità abbiamo raggiunto risultati importantissimi. Solo per citarne qualcuno, il finanziamento Inail per la costruzione del nuovo Ospedale Metropolitano, l’apertura della Pet e del reparto di Cardiochirurgia di Reggio. Tutti obiettivi straordinari oggi messi a repentaglio da una gestione politica poco attenta alle priorità della gente. Noi vogliamo riprendere quella battaglia e rimettere ordine in un settore che va ricostruito a partire dalle tantissime eccellenze presenti negli ospedali e nella rete territoriale».
Un grande punto interrogativo resta sul Nuovo Ospedale della Piana che dovrà nascere a Palmi.
«Onestamente sono molto deluso dal modo in cui questo tema è stato affrontato nell’ultimo biennio. Nel periodo di governo Oliverio avevamo lavorato senza sosta per superare tutte le criticità relative a quella struttura fondamentale. La trattazione dei vincoli archeologici dell’area, ad esempio, o la gestione dell’elettrodotto adiacente. Uno sforzo incredibile per restituire ai cittadini certezze in tema di sanità e di edilizia sanitaria. Eravamo arrivati alla posa della prima pietra. Poi cosa è successo? Onestamente è difficile capirlo. Noi crediamo in quel progetto e pensiamo che in futuro vada integrato con la rete territoriale esistente, a partire dall’Ospedale di Polistena».
Quale appello fa agli elettori?
«Queste elezioni regionali saranno l’occasione per ridare fiducia a chi ha sempre lavorato al servizio della gente. Oggi ci giochiamo con fiducia ed entusiasmo un ruolo all’interno del prossimo Consiglio regionale, dove rappresenteremo i territori, le esigenze reali dei cittadini e le istanze delle fasce più deboli della popolazione. Siamo sicuri che il risultato arriverà e sarà storico. Ai cittadini chiedo una scelta di orgoglio, a sostegno di una politica che parla con i fatti concreti e guarda sempre al futuro».