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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Fondazione Natuzza, Vescovo revoca decreto di culto Lo scontro potrebbe arrivare in Vaticano

Fondazione Natuzza, Vescovo revoca decreto di culto Lo scontro potrebbe arrivare in Vaticano
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Il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo ha revocato il decreto con cui, anni fa, l’allora vescovo, Domenico Cortese, della suddetta diocesi, aveva concesso la libertà di culto e di religione. La decisione è stata presa dopo la scadenza dell’ultimatum imposto dal vescovo riguardo alla riforma dello Statuto della fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”. Ciò ha comportato la revoca immediata del decreto e, di conseguenza il divieto di “organizzare pubbliche attività,di qualsiasi natura, dentro e fuori la sede; di utilizzare per qualsiasi attività di pastorale e culto pubblico la chiesa Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, non ancora consacrata; di raccogliere offerte in eventuali pubbliche celebrazioni liturgiche che, in ogni caso, dovranno organizzarsi solo ad opera della parrocchia Santa Maria degli Angeli di Paravati, unica ad essere titolata per attività di culto nel proprio territorio”. Con questa revoca, quindi, il vescovo impone l’obbligo di attenersi alle disposizioni vaticane atte a proibire nelle chiese le celebrazioni di qualunque o i panegirici sui Servi di Dio, la cui santità di vita è tuttora soggetta a legittimo esame. Da ciò si evince un chiaro riferimento a Natuzza Evolo, di cui è ancora in corso la causa di canonizzazione. Tutti gli atti saranno trasmessi al Ministero dell’Interno per gli opportuni adempimenti civili.

Come reazione alla decisione del vescovo, tre sacerdoti facenti parte della Fondazione (contrari alle modifiche richieste dal vescovo) si sono dimessi e il Cda della Fondazione ha nominato un nuovo presidente, al posto del dimissionario don Pasquale Barone, nella persona dell’avvocato Marcello Colloca, vicino alla posizioni del vescovo, che avrebbe agito nei confronti della Fondazione con l’avallo dell’ufficio legale della Cei. Questo passo dovrebbe riportare serenità nella vicenda e rendere superfluo l’eventuale invio in Calabria di una visita canonica.