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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Estorsioni e danneggiamenti, 5 arresti nel Cosentino. Indagini dopo l’arresto di Lanzino

Estorsioni e danneggiamenti, 5 arresti nel Cosentino. Indagini dopo l’arresto di Lanzino

La Dda di Catanzaro ha disposto 5 fermi a carico di altrettante persone accusate di estorsioni e danneggiamenti compiuti per favorire le ‘ndrine del Cosentino

Estorsioni e danneggiamenti, 5 arresti nel Cosentino. Indagini dopo l’arresto di Ettore Lanzino

La Dda di Catanzaro ha disposto 5 fermi a carico di altrettante persone accusate di estorsioni e danneggiamenti compiuti per favorire le ‘ndrine del Cosentino. Gli arresti sono stati messi a segno dal Ros e dai carabinieri di Cosenza a seguito di indagini scattate all’indomani dell’arresto del boss latitante Ettore Lanzino

 

COSENZA – I Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e del Ros hanno compiuto una nuova operazione contro le cosche della ‘ndrangheta durante la quale hanno fermato cinque persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio, detenzione e porto illegale di armi, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena. I provvedimento di fermo sono stati emessi dalla Dda di Catanzaro.

Le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Cosenza e del Ros che hanno portato stamane al fermo di cinque persone hanno avuto inizio dopo l’arresto del boss Ettore Lanzino, catturato dai militari dell’Arma il 16 novembre del 2012 a Rende dopo una lunga latitanza.Dopo l’arresto di Lanzino le indagini dei carabinieri si sono incentrate sull’identificazione dei componenti dell’omonima cosca della ‘ndrangheta che avevano protetto e garantito la latitanza del boss. Gli investigatori hanno anche scoperto le attività criminali della cosca finalizzata allo sfruttamento delle risorse economiche attraverso le estorsioni in danno di imprenditori. Le indagini hanno consentito di documentare numerosi episodi estorsivi, consumati e tentati, nonchè alcuni danneggiamenti seguiti da incendio, effettuati nel medesimo contesto a scopo intimidatorio in danno di operatori economici.I provvedimenti di fermo sono stati emessi dal Procuratore della Repubblica della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dai sostituti Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni. La cosca della ‘ndrangheta dei Lanzino opera a Cosenza e provincia. Con Ettore Lanzino furono arrestati anche due favoreggiatori, Umberto Di Puppo e Renato Mazzulla, quest’ultimo ritenuto il “vivandiere” del latitante. Le indagini dei carabinieri hanno avuto inizio dopo l’arresto del boss Ettore Lanzino, catturato dai militari dell’Arma il 16 novembre del 2012 a Rende dopo una lunga latitanza. Dopo l’arresto di Lanzino le indagini dei carabinieri si sono incentrate sull’identificazione dei componenti dell’omonima cosca della ‘ndrangheta che avevano protetto e garantito la latitanza del boss. Gli investigatori hanno anche scoperto le attività criminali della cosca finalizzata allo sfruttamento delle risorse economiche attraverso le estorsioni in danno di imprenditori. Le indagini hanno consentito di documentare numerosi episodi estorsivi, consumati e tentati, nonchè alcuni danneggiamenti seguiti da incendio, effettuati nel medesimo contesto a scopo intimidatorio in danno di operatori economici.I provvedimenti di fermo sono stati emessi dal Procuratore della Repubblica della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dai sostituti Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni. La cosca della ‘ndrangheta dei Lanzino opera a Cosenza e provincia. Con Ettore Lanzino furono arrestati anche due favoreggiatori, Umberto Di Puppo e Renato Mazzulla, quest’ultimo ritenuto il “vivandiere” del latitante.

Cosca puntava ad appalti. Smantellata struttura che taglieggiava imprenditori
La cosca della ‘ndrangheta dei Lanzino puntava, attraverso una serie di estorsioni, ad accaparrarsi appalti per lavori pubblici nel cosentino. E’ questo uno dei particolari delle indagini dei carabinieri del comando provinciale di Cosenza e del Ros che stamane ha portato all’esecuzione di un provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro nei confronti di 5 persone. Le persone fermate sono Mario Potestio, di 53 anni, fratello del capo di gabinetto del Comune di Cosenza; Adolfo D’Ambrosio, 46 anni, presunto reggente della cosca Lanzino; Francesco Costabile (48), ed Alberto Superbo (36). Una quinta persona è attualmente ricercata. I particolari dell’operazione chiamata ‘Vulpes’ sono stati resi noti a Cosenza durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il procuratore aggiunto della Dda, Giuseppe Borrelli; il sostituto Pierpaolo Bruni, il comandante provinciale dei carabinieri, Giuseppe Brancati, ed il comandante del Reparto operativo, Vincenzo Franzese. “Siamo contenti – ha detto Borrelli – perché con un numero limitato di fermi crediamo di aver smantellato la struttura del clan Lanzino che si occupava di estorsioni. I commercianti ora possono stare un po’ più tranquilli. Ma i vuoti vengono presto colmati e quindi servirebbe una collaborazione dei commercianti e degli imprenditori vessati che invece non c’è”. Il Col. Brancati ha evidenziato che “sarebbe importante che a queste nostre azioni seguisse una reazione della società civile”. Nel corso delle indagini sono stati ricostruiti anche alcuni episodi estorsivi. In una telefonata intercettata dagli investigatori ed indirizzata ad un imprenditore edile, uno dei fermati avvertiva che “c’è un buon amico che oggi ha intenzione di darvi buoni consigli. Così evitiamo anche di fare danni al cantiere”.