Elezioni Catanzaro, movimento Due mari: “L’Udc e la politica dei due forni”
redazione | Il 10, Mar 2012
Duro intervento del presidente del movimento Enzo Morelli
di VINCENZO URSINI
Elezioni Catanzaro, movimento Due mari: “L’Udc e la politica dei due forni”
Duro intervento del presidente del movimento Enzo Morelli
di Vincenzo Ursini
Elezioni comunali a Catanzaro. Ecco una nota di Enzo Morelli, già segretario regionale dei socialdemocratici e presidente del movimento politico-culturale “Due mari per la Calabria”.
“La prima riflessione di carattere generale che il tempo odierno ci consente di fare – dice Morelli – è stata la decisione del Governo Berlusconi di dimettersi, favorendo sia il recupero di una politica economica decisionista e salvifica, sia l’avvio di un processo di rinnovamento del PDL, liberato ormai dai vincoli di grande responsabilità che era quella di guidare una nazione resa ormai ingovernabile da veti insopportabili che avvenivano all’interno della stessa maggioranza, prima da Fini e poi dalla Lega Nord. Infatti, l’elezione a segretario del partito di Angelino Alfano, quarantenne capace, intelligente e preparato, fa il paio con l’elezione recente a segretario provinciale del PDL di Catanzaro del presidente della provincia, Wanda Ferro, le cui doti di capacità, di apertura mentale soprattutto verso le nuove generazioni, sono esempi di garanzia della volontà di rinnovamento complessivo della politica”.
“La stessa Wanda Ferro, – prosegue il fondatore del movimento “Due mari per la Calabra” – coadiuvata da un altro giovane governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, si appresta ad un compito arduo, ma possibile: condurre saggiamente e unitariamente una nuova campagna elettorale amministrativa in favore di Sergio Abramo il cui ricordo di amministratore esperto è legato alla sua seconda elezione a sindaco, nel 2001, con il 71,4% dei voti conseguiti che lo fece definire il candidato sindaco più eletto d’Italia”.
“Molta acqua – dice Enzo Morelli – è passata sotto i ponti: lo sfidante è per la seconda volta consecutiva un giovane candidato del PD, Salvatore Scalzo, molto ammirato soprattutto dai giovani, più organizzato rispetto alla volta scorsa. Fra l’altro questo appuntamento elettorale sembra segnato, da parte del centro destra, dalla disgregazione delle alleanze rispetto all’ultima composizione dell’assemblea comunale, sicché i maggiori due partiti, il PDL e il PD, sono costretti a vincere al primo turno, altrimenti dovranno fare i conti con una terza forza della quale il fulcro principale è rappresentato dall’UDC che pertanto viene meno all’accordo con il PDL. In questo caso il Polo cosiddetto di centro dovrà decidere su chi fare convergere i propri voti nel secondo turno ossia nel ballottaggio”.
Palese è quindi per Morelli “l’incoerenza dell’Unione di Centro che fa discutere molto e che addirittura ha spaccato il partito in due tronconi”. Ci si chiede – aggiunge il rappresentante del movimento – perchè l’UDC a Catanzaro rompe l’alleanza di centro destra nella quale è maggioranza con il PDL alla regione Calabria. Non è forse Catanzaro l’espressione istituzionale più alta della Calabria per la sua funzione di capoluogo di Regione? La rottura del rapporto politico è un momento negativo che non può avere come spiegazione la legittimità di un più ampio respiro politico, bensì la sussistenza di voluta incomprensione, se non addirittura di piccoli rancori politici che non sono mai stati, – io lo ricordo bene pur provenendo da altra formazione culturale – nella tradizione della Democrazia Cristiana di cui oggi alcuni ne rivendicano l’eredità”.
“E’ eticamente inaccettabile – conclude Enzo Morelli – che chi decide per l’UDC a Catanzaro e in Calabria, possa attendere il risultato del primo turno elettorale per instaurare la “politica politicante dei due forni” per inserirsi in una trattativa privata, a meno che l’eventuale accordo con una delle forze politiche maggiori non venga dichiarato preventivamente. Ipocriticamente si dice che si va con chi da più garanzia dal punto di vista programmatico; ma forse si va sempre, per dirla più chiaramente e indegnamente, con chi offre di più. Si parli dunque con chiarezza ai cittadini, spiegando quello che si può e vuole fare nei prossimi cinque anni, tenendo conto dei progetti avviati, delle risorse disponibili e utilizzando al massimo i fondi europei che spesso, per incapacità, le amministrazioni locali non riescono a tradurre in concrete azioni di viluppo”.
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