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Ecco la terna dei libri finalisti al premio Tropea

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L’ottava edizione si apre tra le novità, ma con uno sguardo al passato

Ecco la terna dei libri finalisti al premio Tropea

L’ottava edizione si apre tra le novità, ma con uno sguardo al passato

 

 

Almanacco del giorno prima* di Chiara Valerio (per Einaudi 2013),
*Marguerite* di Sandra Petrignani (per Neri Pozza 2014) e *La lucina* di
Antonio Moresco (per Mondadori 2013), sono, nell’ordine, i tre libri
finalisti all’ottava edizione del “Premio letterario nazionale Tropea”. La
manifestazione, co-finanziata dalla Regione Calabria con fondi europei,
rientra nella terza edizione del “Tropea Festival Leggere & Scrivere”,
grazie a un partenariato guidato dal Sistema Bibliotecario Vibonese e nel
quale rientrano le amministrazioni comunali di Tropea, Serra San Bruno,
Vibo Valentia, Soriano e l’amministrazione provinciale vibonese.

L’ottava edizione del “Premio letterario nazionale Tropea” parte nel segno
delle novità, a cominciare dalla Giuria, con il nuovo presidente Gian
Arturo Ferrari, già alla guida del “Centro per il Libro e la Lettura” e già
direttore generale della Divisione libri Mondadori.

Nuovi volti anche tra i membri del Comitato tecnico scientifico, con i
docenti universitari Piero Violante e Vito Teti (vincitore dell’ultima
edizione), la presidente della fondazione “Nicola Liotti” Lionella Morano,
lo scrittore Mimmo Gangemi (anch’egli vincitore del premio), che vanno ad
affiancarsi ai quattro soci fondatori del sodalizio organizzatore, il
presidente Pasqualino Pandullo, Antonio Pugliese, Pasquale D’Agostino e il
segretario Giuseppe Meligrana, al direttore del Sistemba Bibliotecario
Vibonese Gilberto Floriani e al vice presidente del Sindacato Libero
Scrittori Italiani Pierfranco Bruni, che non ha potuto presenziare
all’incontro.

Per quanto riguarda la cronaca della giornata, tutto è andato secondo le
migliori aspettative: il pubblico intervenuto presso la sala del Museo
diocesano di Tropea ha seguito con molta attenzione tutte le fasi di questo
primo appuntamento ufficiale.

A condurre questo primo incontro è stato il presidente dell’Accademia
Pasqualino Pandullo, il quale ha innanzitutto presentato i nuovi componenti
del Comitato tecnico scientifico e ha ricordato la figura di un
“affaticato” scomparso di recente, il professore Lino Daniele.

Pandullo ha poi raccolto il saluto del sub-commissario prefettizio del
Comune di Tropea Domenico Fuoco, il quale ha rapidamente illustrato ai
presenti alcune iniziative volte a migliorare vari aspetti della città e ha
esaltato il ruolo del premio in tal senso. A prendere la parola è stato poi
il presidente *Gian Arturo Ferrari.*

«*Ho il relativo vantaggio* – ha esordito Ferrari – *di non avere mai avuto
nulla a che fare con il premio e con questa terra e ciò mi ha dato
l’opportunità di guardare da esterno questa realtà. Ho quindi accettato con
piacere di presiedere quello che reputo un buonissimo premio e di prendere
il posto di una grande amica, Isabella Bossi Fedrigotti. Dei duemila e
cento premi che esistono in italia, il “Tropea” si colloca senz’altro tra i
primi dieci come rilievo e come prestigio. Per chi vince un premio non è
tanto importante il ritorno monetario, ma è fondamentale il prestigio che
riesce a guadagnarsi nella comunità dei lettori e nella comunità di coloro
che di libri, a vario tipo, si occupano e vivono: autori, editori,
bibliotecari, giornalisti e coloro che costituiscono il mondo del libro.
Credo che in questo momento bisogna proseguire e andare avanti, senza dover
a tutti costi cambiare qualcosa, ma perseverare nelle cose buone, perché
quando qualcuno trova una cosa che va bene così com’è, allora è necessario
proseguire. La cosa che più ci si può augurare per il premio è quindi
quella di riuscire a mantenere il livello qualitativo attuale*».

Pandullo, dopo aver ringraziato il presidente a nome della comunità e
dell’Accademia, ha invitato il preside *Antonio Pugliese* a raccontare agli
astanti le origini dell’antica organizzazione. «*L’Accademia* – ha spiegato
Pugliese – *rifacendosi già nel nome a quella platoniana, nasce a Tropea
nel quindicesimo secolo. Come per tutte le accademie nate in Italia durante
il rifiorire culturale del Rinascimento, spesso i suoi membri prendevano
nomi umoristici. A Tropea, ad esempio, gli “affaticati” avevano nomi molto
particolari, come “il glorioso” o “l’ingegnoso”. A rinnovare l’Accademia
tropeana è stato Orazio Scrugli e poi, a cominciare dal 1561, fecero parte
degli “affaticati” i fratelli Caivano, poeti e autori di centinaia di
sonetti che si allineavano al petrarchismo. Molti sono stati i religiosi
che ne fecero parte e infatti proprio in Cattedrale avvenivano alcune
riunioni, durante le quali si componevano anche sonetti. Tra gli
“affaticati”, la cui attività si chiuse dopo quasi quattro secoli, con
varie interruzioni, comparirono anche uomini illustri, come il nostro
filosofo Pasquale Galluppi*».

Presentando la giurata *Lionella Morano*, testimone della sensibilità
femminile, il conduttore della manifestazione Pandullo l’ha invitata ad
aggiungere una riflessione sulla presenza femminile nel mondo della
cultura.

«*Ho notato con gran soddisfazione* – ha affermato – *la nutrita presenza
femminile oggi. Le donne hanno finalmente conquistato posti importanti
nella società e hanno una grande voglia di esprimersi. Per quanto riguarda
la mia professione, posso testimoniare che le donne hanno tanta voglia di
emergere e sono delle accanite lettrici. Credo che in futuro avremo un
cambio di mentalità, e qualcosa sta già avvenendo, come ad esempio la nuova
istituzione di cattedre di Letteratura di genere, che porterà avanti la
presenza del mondo femminile*».

Volendo poi rendere omaggio agli autori e agli intellettuali calabresi,
Pandullo ha dedicato un momento dell’incontro per ricordare Saverio Strati,
scomparso il 9 aprile scorso in Toscana e considerato il più grande autore
calabrese vivente, che nel 2009 aveva ottenuto un vitalizio con la legge
“Bacchelli”. Pandullo ha quindi invitato l’attore Alberto Micelotta,
accompagnato dalla chitarrista Veronica Russo, a rileggere la lettera con
cui Strati dichiarò il suo stato di indigenza.

L’atmosfera creatasi ha permesso ai presenti alcune riflessioni sul fatto
che la cultura, spesso, non ripaga i grandi uomini di cultura. Ad offrire
un approfondimento su Saverio Strati è stato l’antropologo *Vito Teti. *

«*Un uomo sobrio come Strati, spesso si denudava per rendere esplicite le
proprie idee – *ha raccontato al pubblico Teti – *ed è come se dovesse
giustificarsi di aver scritto tanto e di dover ricordare agli altri la
serie di capolavori che aveva scritto. In un certo senso Strati accompagna
la fine del mondo contadino tradizionale, individuandone le
contrapposizioni, descrivendo lo stato degli emigranti e denunciando le
prime azioni della ‘ndrangheta, che in quegli anni andava organizzandosi.
Ai miei studenti direi “leggete Saverio Strati per il valore di quanto ha
scritto, al di là del valore delle sue opere”*».

Facendo un passo indietro, Pandullo ha voluto ricordare un’altra figura di
letterato che con i suoi scritti ha dato lustro alla Calabria, Giuseppe
Berto, scrittore veneto che «*attratto dal calore e dalla bellezza del
meridione d’Italia *- ha spiegato Pandullo -*, per una sorta di
folgorazione estetica, si stabilì a soli 10 chilometri da Tropea, a Capo
Vaticano, costruendo una “pinnata”, cioè tipica abitazione locale, dove
visse con la famiglia*».

Subito dopo un intermezzo artistico incentrato su alcune pagine di Berto,
che hanno trasmesso forti sensazioni attraverso le parole di Micelotta, la
musica di Russo e le immagini proiettate sul maxischermo della sala, *Pasquale
D’Agostino *ha portato la sua testimonianza sullo scrittore calabro-veneto
e sul suo atteggiamento verso l’ambiente calabrese e la natura.

«*Berto pensava che la natura non dovesse essere lasciata dall’uomo così
com’è, ma che dovesse essere curata e modificata e per raggiungere uno
stato di pura bellezza. Lui pensava che il turismo a Tropea e Capo Vaticano
dovesse diventare la risorsa principale, soppiantando l’agricoltura. Per me
Berto non è stato solo un compagno di studi e di lavoro, ma anche di
divertimento*».

*Piero Violante *è stato invece invitato da Pandullo a parlare della
connessioni tra la realtà siciliana – e palermitana in particolare – con la
Calabria.

«*Le “disconnessioni” – *ha esordito Violante – *della cultura meridionale
sono di certo state maggiori delle connessioni, che vengono spesso coperte
dalle altre connessioni, quelle mafiose. Il legame tra Palermo e la
Calabria, oggi, spesso riguarda solo i tribunali, ma prima era diverso. Il
ruolo della cultura è quello di creare un nuovo canale. Rispetto alla
natura, argomento di cui si parlava prima con Berto, penso che i letterati
dovrebbero riflettere sul fatto che la cultura sia ferita e viviamo in
un’epoca in cui l’orizzonte della natura non è più salvaguardato*».

*Gilberto Floriani *è invece intervenuto sul ruolo della lettura nella
cultura della nostra regione rispetto ad altre realtà nazionali.

«*Sicuramente navighiamo nella parte bassa della classifica della
letteratura in Italia. Negli anni passati c’erano stati movimenti, ma la
crisi degli scorsi anni ha fatto registrare un regresso e siamo ora in una
zona grigia, dove si legge molto poco. Per far leggere di più bisogna
investire più denari. Se le biblioteche non possono acquistare nuovi libri
non si va da nessuna parte. Analogo discorso vale per la scuola o anche per
lo stesso premio, che è cofinanziato, non finanziato, dalla Regione e deve
essere mandato avanti tra tante difficoltà, a volte con il lavoro
volontario e utilizzando le nostre sedi. Quindi, in un discorso come
questo, è importante far emergere anche simili difficoltà*».

Successivamente, *Mimmo Gangemi*, ha contribuito alla manifestazione con
una riflessione sul mondo degli e-book, sottolineando il ruolo
pionieristico del “Tropea” nel voler diffondere ai 450 giurati della
Calabria i tre libri finalisti in formato elettronico.

«*Non sono certamente un nativo digitale e questo lo testimoniano i miei
capelli bianchi. Ho partecipato alla prima edizione del Premio che utilizzò
gli e-book con un po’ di perplessità, ma in seguito mi sono ricreduto,
perché il mondo è pronto ad accettare queste nuove forme di libro. Bisogna
perdere atto del mondo che cambia, che si evolve e capire che il digitale,
in alcuni paesi, ha superato il cartaceo e quindi riconosciamo che il
Premio Tropea è stato il primo in Italia a intuire questo cambiamento*».

Infine, prima della votazione, il segretario del Premio, l’editore *Giuseppe
Meligrana*, ha spiegato i vari passaggi della manifestazione, per come
previsti da regolamento.

Questa prima parte è stata chiusa da un intervento musicale dei maestri
Giuseppe Sanginiti e Sabina Fedele, con il *Rondò *p*er Duo in sol maggiore
per violino e viola *di Mozart.

Dopo la presentazione da parte dei dieci giurati di undici libri tra i
diciotto selezionati in precedenza (Ferrari ne ha presentati due), ognuno
dei componenti della Giuria tecnica ha espresso due preferenze attraverso
una votazione palese per scegliere, tra i titoli iniziali, i tre libri
finalisti del “Premio letterario nazionale Tropea”.

Al termine della votazione, per la prima volta in assoluto nella storia del
premio, ci si è trovati con un solo titolo sicuro di entrare in finale,
quello della Valerio. Ciò è accaduto per via di un ex aequo a tre fra i
libri di Petrignani, Moresco e di Camilla Baresani, giunta a questo
ballottaggio con il suo *Il sale rosa dell’Himalaya *(Bompiani 2014). È
stato quindi necessario effettuare una nuova votazione palese, per giungere
alla definitiva proclamazione dei tre finalisti.

Il Presidente della Giuria tecnico scientifica Gian Arturo Ferrari, che in
precedenza aveva già espresso un giudizio positivo sulla rosa di partenza,
dall’alto della sua esperienza si è detto molto soddisfatto per la qualità
generale di questa ottava edizione, che porta in finale tre ottimi testi
pubblicati da Einaudi, Neri Pozza e Mondadori.

Su Chiara Valerio, Sandra Petrignani e Antonio Moresco, che saranno dunque
i protagonisti di un’edizione all’insegna del rinnovamento e carica di
entusiasmo e di grandi aspettative, è ricaduto il giudizio insindacabile
della Giuria tecnico scientifica. Ma il Premio non si ferma e, di qui a
breve, l’Accademia degli affaticati consegnerà i loro libri finalisti ai
membri della Giuria popolare, che sarà nominata entro la fine di questo
mese e che comprenderà, oltre ai 16 fondatori dell’associazione, anche i
409 sindaci della Calabria (o i loro delegati designati) e 25 persone di
estrazione diversa, per un totale di 450 componenti.

Dovrà quindi scaturire dal favore di un amplio pubblico, capace di
rappresentare tutti gli strati della società regionale e tutte le fasce di
età, il vincitore finale dell’edizione 2014, che si conoscerà al termine
della due giorni in programma per fine luglio.