Ebola, allarme dell’Oms
redazione | Il 21, Ago 2014
I morti salgono a 1.350
Ebola, allarme dell’Oms
I morti salgono a 1.350
L’epidemia di Ebola ha fatto finora 1.350 morti con 2.473 casi di malattia da virus in Liberia, Sierra Leone, Guinea e Nigeria. Lo ha reso noto oggi l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), precisando che in due giorni, il 17 e il 18 agosto, sono morte 106 persone.
MINISTERO SALUTE: PIU’ CONTROLLI MA NESSUN CASO – Nessun caso sospetto di Ebola è stato segnalato al Ministero della Salute in Italia nonostante la sorveglianza sia stata rafforzata. E’ lo stesso ministero a renderlo noto aggiornando la situazione nazionale e internazionale. Continua la vigilanza, secondo i protocolli previsti dalle circolari ministeriali ed in linea con le raccomandazioni dell’OMS, impegnando gli Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera del Ministero della Salute e tutte le strutture del SSN, coordinate dal Ministero.
L’ALLARME DI SAVE THE CHILDREN – “Questa è la più grande epidemia di Ebola che il mondo abbia mai visto”, afferma dal cuore dell’area di crisi in Sierra Leone Rob Mac Gillivray, Direttore Regionale per le Emergenze Umanitarie di Save the Children che spiega di temerne la diffusione fra i bambini: sono i più difficili da curare e per la paura i genitori si tengono lontani dai centri medici e le donne stanno partorendo in casa senza assistenza qualificata. “Già prima dell’inizio di questa emergenza c’erano meno di tre medici ogni 100mila persone sia in Liberia che in Sierra Leone, e ora i sistemi sanitari sono sopraffatti dalla crisi”. Lo dice Save the Children, che sta rinforzando il proprio intervento nell’area dell’Africa Occidentale. ”I genitori sono comprensibilmente spaventati e stanno lontani dai centri medici per la paura di entrare in contatto con l’infezione, le donne incinta stanno partorendo in casa piuttosto che cercare un aiuto medico qualificato” spiega. Per MacGillivray serve lavorare in stretta collaborazione con i servizi sanitari locali e con i governi dei paesi coinvolti, per garantire che tutti i bambini della regione possano ricevere le cure di cui hanno bisogno. ”I bambini cui è stato diagnosticato il virus Ebola necessitano – conclude – di un trattamento specifico ed è fondamentale che sia predisposta un’assistenza sanitaria specialistica per loro”.
COPRIFUOCO IN LIBERIA – I 75mila abitanti di West Point si sono risvegliati questa mattina letteralmente ‘accerchiati’ da un cordone di militari e polizia, pesantemente armati. Lo hanno reso noto testimoni. La presidente Ellen Johnson Sirleaf ha decretato ieri il coprifuoco notturno in tutto il Paese a partire da questa sera e ha imposto la quarantena a West Point e a Dolo Town, nella provincia di Margibi, a sud della capitale, per cercare di frenare la diffusione dell’epidemia del virus Ebola. Secondo testimoni gli abitanti di West Point hanno reagito al cordone di sicurezza dei militari e polizia lanciando contro le forze di sicurezza delle pietre.
OMS: CURA PUO’ ARRIVARE DA SANGUE SOPRAVVISSUTI – La migliore chance di cura per i malati di Ebola può arrivare dal sangue di chi è riuscito a sopravvivere a questa tremenda infezione. Visto che i farmaci sperimentali sono pochi o non ancora pronti all’uso, gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stanno pensando ad un’altra soluzione, cioè usare il plasma del sangue di chi è guarito dalla malattia, che contiene gli anticorpi sviluppati alla malattia, e ‘condividere’ questa immunità al virus con chi è malato per aiutarlo a combattere l’infezione.
ISOLATO PAZIENTE IN CALIFORNIA – Un paziente di un ospedale di Sacramento, in California, e’ stato posto in isolamento perche’ potrebbe essere stato esposto al virus dell’ebola. Lo riferiscono i media americani. L’ospedale ha rilasciato un comunicato in cui conferma che il paziente e’ ricoverato al South Sacramento Medical Center e che il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta sta esaminando i campioni di sangue. “Anche se non e’ stato confermato che si tratta di ebola, stiamo adottando le precauzioni previste per la protezione dei pazienti, dei medici e dello staff. E questo include mettere il paziente in isolamento”, si legge nel comunicato.
In Nigeria, dove finora si sono registrati 4 casi letali di Ebola, secondo quanto riportano fonti sanitarie, 5 persone si sono riprese dal virus e sono state dimesse dall’ospedale di Lagos, mentre altre tre sono in trattamento. Continua a preoccupare l’epidemia africana e in Germania una donna proveniente dal continente contagiato è stata isolata e presa in cura dai sanitari intervenuti nel quartiere di Pankow a Berlino. La donna presentava i sintomi dell’infezione, hanno scritto alcuni media locali citando un portavoce dei vigili del fuoco. E uno dei sindacati di hostess e steward di Air France ha lanciato un appello ai vertici della compagnia francese perché interrompano i voli da e verso Conakry, in Guinea, e Freetown, in Sierra Leone, per mettere il proprio personale al riparo dai rischi di contagio da Ebola. La compagnia francese continua ad assicurare un volo al giorno da Parigi a Conakry e quattro voli a settimana per Freetown, ma da inizio luglio consente al suo personale di rifiutare di lavorare su queste tratte.
Tuttavia secondo l’Oms, alcuni segnali incoraggianti arrivano dalla Nigeria e Guinea e sono stati trovati i 17 malati di Ebola fuggiti lo scorso fine settimana da una struttura sanitaria presa d’assalto a Monrovia, in Liberia. “Sono stati rintracciati e alla fine si sono presentati” presso un centro di cura, ha detto una fonte. In precedenza il governo del Paese aveva negato la loro fuga. In Nigeria in particolare, l’intensità della ricerca e del monitoraggio alimentano un “cauto ottimismo” sulla possibilità di bloccare un’ulteriore diffusione del virus nel Paese. Mentre in Guinea, la situazione è meno allarmante rispetto a Liberia e Sierra Leone. A Lagos, la città della Nigeria dove il primo caso importato è stato identificato in luglio, la situazione “sembra rassicurante. Allo stato attuale, i 12 casi confermati nella città sono tutti parte di una singola catena di trasmissione”, scrive l’Oms.
Tuttavia, “l’epidemia non è sotto controllo”. ”Ci risulta che il Ministero della Salute abbia inviato una mail a tutti i medici del Servizio sanitario nazionale, con le linee guida da applicare in casi di dubbio di persone contagiate dal virus Ebola. E poi il Governo vuole farci credere che il pericolo non esiste!”, ha commentato il senatore Luis Alberto Orellana (ex M5S e ora gruppo misto) intervenendo a proposito della circolare inviata lo scorso 8 agosto a tutti gli Uffici di Sanita’ Aerea e Marittima e di Frontiera e ad Assessorati regionali. Nel documento, si ricorda che nessuna restrizione ai viaggi è attualmente raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Tuttavia ”si ritiene opportuno consigliare, ai cittadini italiani, il differimento di viaggi non urgenti e indispensabili verso i Paesi interessati da epidemie di Ebola (al momento attuale Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone)”.
L’ALLARME DI MEDICI SENZA FRONTIERE – Ci vorranno almeno sei mesi perchè l’epidemia di Ebola in Africa Occidentale possa essere messa sotto controllo: è questa la previsione di Joanne Liu, presidente di Medici senza frontiere (Msf), secondo il quale ”la situazione sta peggiorando più velocemente del previsto e il virus si muove più in fretta rispetto alla risposta che possiamo dare”. Parlando a Ginevra dopo la sua visita nella zona del contagio ha spiegato che anche se l’epicentro iniziale dell’epidemia è stato in Guinea e il suo ritmo lì è rallentato, ora il focolaio principale è in altri paesi, in particolare in Liberia. ”Se non riusciamo a stabilizzare la Liberia – continua Liu – non riusciremo mai a stabilizzare l’intera regione – continua – In termini di tempo, non si tratta di settimane, ma di mesi. Abbiamo bisogno di un impegno di mesi, almeno sei, direi. E si tratta di una previsione molto ottimistica. Tutti i governi devono agire ora, se vogliamo contenere l’epidemia”.
Oms, delusi da sospensione voli per paesi colpiti – L’Oms è ‘delusa’ dalla scelta di molte compagnie aeree di interrompere i voli verso i paesi colpiti dal virus Ebola. Lo afferma in un tweet la stessa agenzia, che ha sempre sottolineato che le misure di prevenzione sono sufficienti ad evitare i contagi.