Droga dal Sudamerica, preso in Colombia il latitante reggino Domenico Trimboli
redazione | Il 26, Apr 2013
Noto come Pasquale è nato a Buenos Aires e inserito nell’elenco dei ricercati più pericolosi della ‘ndrangheta calabrese
Droga dal Sudamerica, preso in Colombia il latitante reggino Domenico Trimboli
Noto come Pasquale è nato a Buenos Aires e inserito nell’elenco dei ricercati più pericolosi della ‘ndrangheta calabrese. Trimboli, classe 1954, è latitante dal 2009 e indicato quale referente dei cartelli colombiani per il traffico di ingenti quantitativi di droga dal Sudamerica all’Europa. E’ stato preso a Medellin
di Luigi Longo
Nella serata di ieri, al culmine di articolate ed incessanti attività investigative, condotte in Italia ed Oltreoceano dalle Squadre Mobili di Reggio Calabria ed Alessandria e del R.O.S. dei Carabinieri, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, è stato rintracciato e catturato nella città di Medellín (Colombia) il latitante TRIMBOLI Domenico, alias Pasquale, nato a Buenos Aires (Argentina) il 23.07.1954, legato ad ambienti di ‘ndrangheta della fascia Jonica reggina (Natile di Careri e zone limitrofe).
Il TRIMBOLI era latitante dal 2009 allorché veniva colpito da una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria per traffico di stupefacenti e figurava nell’elenco nazionale, stilato dal Ministero dell’Interno, dei ricercati più pericolosi della ‘ndrangheta calabrese che, com’è noto, costituisce il maggiore sodalizio criminale che controlla i mercati nazionali della cocaina.
Il successo odierno è il frutto di un eccezionale lavoro di squadra degli investigatori appartenenti a diversi Uffici della Polizia di Stato (centrali e delle Squadre Mobili di Reggio Calabria ed Alessandria) e della sapiente opera di coordinamento puntualmente svolta dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nelle persone del Procuratore Capo Dott. Cafiero DE RAHO e dei magistrati titolari delle indagini dottori Nicola GRATTERI e Paolo SIRLEO, rispettivamente Procuratore Aggiunto e Sostituto Procuratore della Repubblica.
Nelle fasi precedenti alla cattura, secondo plurime acquisizioni investigative, corroborate dai pregressi e numerosi esiti giudiziari nei suoi confronti, si era acclarato che il latitante vivesse, da qualche tempo, in una località della Colombia, dove si ritiene potesse vantare della libertà di movimento necessaria ad organizzare esportazioni di ingenti quantitativi di cocaina verso i mercati clandestini italiani ed europei.
Pertanto, sono stati attivati tutti i flussi informativi dal Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza verso la Colombia, attraverso il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato (S.C.O.) che ha provveduto ad interessare il collaterale Servizio Centrale per la Cooperazione Internazionale di Polizia (S.C.I.P.), incardinato nella Direzione Centrale della Polizia Criminale di Roma. A seguito di ciò, gli agenti della Polizia nazionale colombiana e dell’INTERPOL, appositamente allertati, hanno organizzato specifici e prolungati servizi di pedinamento ed osservazione tramite i quali, nella tarda serata del 24 u.s. (ora locale colombiana), si giungeva alla localizzazione ed alla cattura del calabrese.
Il predetto trascorreva il suo periodo di latitanza dal 10 febbraio 2009 essendosi sottratto all’esecuzione dell’Ordinanza di custodia cautelare in carcere n. 669/2004 RGNR e n. 2642/2004 RGIP-59/07 ROCC, emessa dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria per il delitto di traffico di sostanze stupefacenti, nell’ambito dell’operazione di Polizia Giudiziaria”Chiosco grigio”, condotta dal G.O.A. della Guardia di finanza di Catanzaro, nel corso della quale sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria nr. 35 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di traffico di stupefacenti.
L’operazione “Chiosco grigio”, che prende il nome del luogo, sito ad Alessandria, in cui, abitualmente, alcuni degli indagati si davano appuntamento per discutere dei loro affari illeciti, consentiva di fare piena luce sulle attività illecite di una organizzazione legata ad alcune cosche della Locride; il gruppo era ritenuto capace di avere anche dei contatti con esponenti di spicco del traffico internazionale di droga dal Sud America al Medio Oriente.
Il TRIMBOLI è un personaggio ben noto alle forze dell’ordine italiane e straniere, in quanto annovera risalenti pregiudizi per detenzione abusiva di armi, ma soprattutto per i reati in materia di sostanze stupefacenti in concorso con altri soggetti.
In particolare, già nel 1992, era stato arrestato a Fiumicino (RM), presso l’aeroporto internazionale “Leonardo da Vinci”, poiché colpito da un provvedimento di unificazione degli Ordini di esecuzione, emessi dalla Corte d’Appello di Milano e dalla Corte di Assise di Lugano (Svizzera) per espiare pene residue per traffico di stupefacenti.
Qualche anno dopo, in data 4 luglio 1997, il TRIMBOLI veniva nuovamente arrestato insieme ad altre 14 persone calabresi, del Nord Italia e colombiani (per i quali l’A.G. reggina avanzava richiesta di arresto provvisorio ai fini dell’estradizione), per traffico di stupefacenti, nel corso dell’operazione di Polizia Giudiziaria denominata “Domingo”, condotta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato P.S. di Bovalino (RC), su disposizione del G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria.
Da ultimo, il TRIMBOLI, indicato quale referente dei potenti cartelli di Medellín (Colombia) per il traffico di ingenti quantitativi di droga dal Sud America all’Europa, non appena estradato in Italia, dovrà scontare una condanna, in via definitiva, alla pena di anni 12 di reclusione, 40.000 euro di multa e anni 3 di libertà vigilata, per un cumulo di pene relative a delitti in materia di droga, commessi in Italia ed all’estero.
IL MINISTRO CANCELLIERI SI COMPLIMENTA CON LA POLIZIA
Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha telefonato al vice capo vicario della Polizia, Alessandro Marangoni, per complimentarsi dell’operazione che ha portato all’arresto, a Medellin, di Domenico Trimboli, latitante dal 2009 e ritenuto elemento di vertice della cosca Cua-Rizieri con ramificazioni anche in Colombia. “Voglio ringraziare – ha sottolineato il ministro Cancellieri – le donne e gli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria, Alessandria e del Servizio Centrale Operativo che, coordinati dalla Magistratura, dopo articolate attività investigative e con il supporto dell’Interpool, sono riusciti ad assicurare alla giustizia uno dei ricercati più pericolosi della ‘ndrangheta calabrese coinvolto nel traffico internazionale di stupefacenti”.
MARANGONI SI CONGRATULA CON PS
Il vice capo vicario della Polizia, Alessandro Marangoni, si e’ congratulato con i Questori di Reggio Calabria ed Alessandria e con il Direttore del Servizio Centrale Operativo, per “il brillante arresto di Domenico Trimboli, boss della ‘ndrangheta e latitante dal 2009, catturato in Colombia”.
CAPO MOBILE REGGIO C.: COLPO A NARCOS
”Il risultato ottenuto oggi è importante non solo per la cattura di un latitante in sé, ma soprattutto per la lotta al narcotraffico visto che Domenico Trimboli è uno dei maggiori broker della ‘ndrangheta in Sud America”. A dirlo è stato il capo della squadra mobile di Reggio Calabria, Gennaro Semeraro. “Da mesi – ha aggiunto – stavamo indagando su Trimboli con la collaborazione dei colleghi della mobile di Alessandria, città nella quale si sono trasferiti i familiari dell’uomo. Grazie ad intercettazioni, appostamenti e a tutta un’attività investigativa, siamo risaliti al rifugio del latitante e, con la collaborazione dello Sco, è stata interessata l’Interpol che ha messo in moto la polizia colombiana che materialmente ha eseguito l’arresto”. Tra l’altro, Trimboli è il secondo latitante arrestato nel giro di una settimana (l’altro è Sebastiano Strangio), grazie al lavoro congiunto delle squadre mobile di Reggio Calabria ed Alessandria. Tra i due arrestati, comunque, non vi sono legami. “Trimboli – ha detto Semeraro – dalla Colombia, dove si è trasferito quando aveva 15 anni, gestiva il traffico di droga per le principali cosche della fascia ionica reggina”.
GRASSI, PIENA COLLABORAZIONE TRA ISTITUZIONI. E’ PRIMO PASSO
L’arresto di Domenico Trimboli i Colombia è il frutto di una “piena collaborazione” tra tutte le autorità di sicurezza coinvolte e, soprattutto, rappresenta un “primo, importante, successo nella lotta alle proiezioni della Ndrangheta in Italia e all’estero”. Così il direttore della prima divisione del Servizio centrale operativo della Polizia, Andrea Grassi, commenta l’operazione che ha consentito di bloccare in Sudamerica quello che viene ritenuto dagli inquirenti il rappresentante delle cosche della locride per i cartelli della droga. Trimboli è stato individuato qualche giorno fa in un appartamento di Medellin, vicino a quello dove vive la compagna, dalla quale ha avuto due figli. All’uomo, che era in Colombia da almeno dieci anni, gli investigatori sono arrivati intercettando altri soggetti che facevano da tramite tra Trimboli e i boss in Italia. “Ormai da mesi – dice Grassi – stiamo lavorando in Calabria assieme alla procura per aggredire le proiezioni della Ndrangheta. Questo arresto, cui hanno lavorato in piena sinergia le squadre mobili di Reggio Calabria e Alessandria, gli uffici dell’Interpol di Roma e Bogotà, coordinati dalla direzione distrettuale antimafia, è un risultato importante perché Trimboli era il punto di riferimento per i cartelli sudamericani”. Ma non solo: l’arresto testimonia infatti che “l’attenzione sul fenomeno è forte e non solo di facciata. Questo è solo il primo risultato dell’attacco a tutte le proiezioni della Ndrangheta, nessuna delle quali verrà trascurata”.
PM DDA: PER ESTRADIZIONE SERVIRA’ 1 ANNO
“Domenico Trimboli è senza dubbio uno dei più noti broker dediti al traffico di cocaina verso l’Europa”. Così ha affermato il Procuratore aggiunto della Dda, Nicola Gratteri, intervenuto durante una conferenza stampa cui hanno preso parte i questori di Reggio Calabria, Guido Longo, e di Alessandria, Filippo Dispenza, il comandante provinciale dei carabinieri, col. Lorenzo Falferi, ufficiali del secondo reparto del Ros e funzionari del servizio centrale operativo della polizia di stato. Trimboli è stato arrestato nel “barrio Laureles” di Medellin, dove si era stabilito da almeno un decennio per convivere con una donna colombiana che gli ha dato due figli. “Lo abbiamo raggiunto – ha precisato Gratteri – grazie anche all’apporto determinante della polizia colombiana e della Dea, l’ente federale statunitense per la lotta gli stupefacenti, ma per la mancanza di precisi accordi bilaterali con la Repubblica mesoamericana sui criteri di estradizione dovremo attendere circa un anno prima di averlo in Italia”. Per Guido Longo, “Domenico Trimboli è un’autentica miniera di informazioni. E’ legato ai Barbaro ‘castani’ di Platì per via dei sequestri di persona a scopo estorsivo, tra cui quello consumato ai danni della signora Sgarella”. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, Trimboli era in grado di organizzare e far giungere in Italia ed in Europa quantitativi di cocaina di due-tre mila chilogrammi per volta e godeva di grande prestigio criminale in Colombia per non avere mai sgarrato un pagamento ai “cartelli” locali che producono ed alimentano il traffico della sostanza stupefacente. “Si muoveva come fosse a casa sua – ha evidenziato Gratteri – senza avere apparentemente complici, conoscendo bene la lingua spagnola, essendo nato a Buenos Aires, anche se i suoi viaggi a Platì erano frequenti. Trimboli aveva molti soldi e questo ha facilitato la sua tranquilla permanenza in Colombia e la possibilità di fare grandi affari”. Nel corso delle operazioni di cattura di Domenico Trimboli, gli inquirenti hanno reso noto l’arresto, avvenuto a Miami, di Luigi Barbaro, originario di Gerace, legato a Trimboli. Stava tentando di far entrare settecento chilogrammi di cocaina negli Stati Uniti utilizzando una barca a vela. “Lo hanno bloccato appena dentro le acque territoriali statunitensi – ha detto Gratteri – e quando ho avuto modo di vederlo in carcere per interrogarlo mi ha riconosciuto per essere stati compagni di gioco durante l’infanzia, a Gerace. Il destino o le scelte di vita, ci hanno portato su strade diverse e confliggenti”.
REGGIO CALABRIA – E’ stato rintracciato e catturato a Medellin (Colombia) il latitante Domenico Trimboli, alias Pasquale, nato a Buenos Aires e inserito nell’elenco dei ricercati più pericolosi della ‘ndrangheta calabrese. Trimboli, classe 1954, è latitante dal 2009 e indicato quale referente dei cartelli colombiani per il traffico di ingenti quantitativi di droga dal Sudamerica all’Europa. Non appena estradato in Italia dovrà scontare in via definitiva 12 anni di reclusione, 3 anni di libertà vigilata e pagare 40.000 euro di multa per un cumulo di pene relative a delitti in materia di droga commessi in Italia e all’estero.
Trimboli è stato catturato grazie ad articolate attività investigative, condotte in Italia e Oltreoceano, dalle Squadre Mobili di Reggio Calabria e Alessandria e dal Ros carabinieri, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e degli Uffici Centrali del Ros. Ulteriori dettagli saranno forniti in conferenza stampa alle 11 in Questura a Reggio Calabria.