L’Unione consumatori Calabria non ci sta
Dopo Tarsu e Tares arriva la Tari ma la musica non cambia
L’Unione consumatori Calabria non ci sta
In attesa che il TAR Calabria sezione di Reggio Calabria si pronunci sulla legittimità della TARES relativa all’anno 2013 su ricorso proposto dall’Unione Nazionale Consumatori Calabria, la Terna Commissariale torna alla carica e ci riprova per l’anno 2014 con la TARI.
Infatti, sostiene l’avv. Saverio Cuoco, presidente regionale dell’associazione, in ossequio al principio “racimolare comunque e dovunque”, anche se ormai è rimasto ben poco da racimolare nelle tasche dei “cittadini-bancomat”, vengono recapitati in questi giorni gli avvisi di pagamento della Tassa Rifiuti (TARI), disposti con delibera del 01 Agosto 2014 n° 102, che ha stabilito anche le modalità di versamento in tre rate con scadenze 30 settembre 2014, 10 novembre 2014 e 20 dicembre 2014, con facoltà del contribuente di versare il tributo in un’unica soluzione, entro il termine di scadenza della prima rata.
Tutto ciò, nonostante anche per l’anno 2014 il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, sia stato del tutto inesistente, tuttora cumuli di spazzatura appaiono in bella mostra dappertutto costringendo i cittadini a convivere con essi e nessun passo avanti è stato realizzato nell’attivazione di una seria programmazione della raccolta differenziata.
Ecco perché, prosegue l’Avv. Saverio Cuoco, la battaglia iniziata con la TARSU, proseguita con la TARES, continuerà con la TARI, perché nonostante la variazione della denominazione della tassa sui rifiuti, il servizio è rimasto sempre lo stesso, ovvero inesistente e pertanto su di esso devono essere applicate le riduzioni previste dalla normativa vigente più volte richiamata in caso di inefficienza del servizio reso.
Analogamente inoltre a quanto avvenuto con la TARES, nessuna agevolazione o riduzione della tariffa è stata prevista per la TARI, neanche per i soggetti svantaggiati, anche se ormai nella somministrazione di diversi servizi, dalla fornitura di energia elettrica, alla erogazione del servizio idrico, ecc.ecc. è stata introdotta e viene applicata la cosiddetta “tariffa sociale”, con l’obiettivo di sostenere le famiglie in condizione di disagio economico e/o fisico e nonostante fu proprio l’Unione Nazionale Consumatori Calabria nel 2011, facendosi interprete delle legittime istanze dei cittadini, soprattutto disagiati, a far introdurre nel regolamento comunale sulla raccolta rifiuti solidi urbani, l’esenzione del tributo per coloro che pur se proprietari dell’alloggio in cui vivevano, fossero titolari esclusivamente di reddito da assegno sociale o pensione sociale e per le famiglie che avessero nel loro nucleo familiare un portatore di handicap riconosciuto ai sensi della Legge 104 del 1992.
A tale proposito e’ davvero inconcepibile che con il nuovo regolamento varato dalla Terna Commissariale il 07 Agosto 2014 n° 107, viene lasciata al Consiglio Comunale (art.29) la discrezionalità e non l’obbligatorietà di decidere eventuali riduzioni ed esenzioni, di valenza sociale per famiglie economicamente disagiate o per famiglie in cui vi sia la presenza di un portatore di handicap.
Inoltre, nonostante la diffida dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria e la collaborazione della stessa alla stesura, nessun passo avanti tangibile è stato realizzato dal Comune di Reggio Calabria nel dotarsi così come prevede la normativa vigente, della Carta della Qualità dei Servizi relativi all’attività di conferimento, smaltimento e trattamento dei rifiuti, che deve contenere gli standard di qualita’ e di quantita’ relativi alle prestazioni erogate, le modalita’ di accesso alle informazioni garantite, quelle per proporre reclamo e quelle per adire le vie conciliative e giudiziarie nonche’ le modalita’ di ristoro dell’utenza, in forma specifica o mediante restituzione totale o parziale del corrispettivo versato, in caso di inottemperanza, così da consentire a tutti i cittadini di monitorare in ogni momento in maniera tempestiva, l’efficienza del servizio reso.
E tutto ciò tenendo presente che qualche giorno addietro sia intervenuto anche il richiamo dell’Unione Europea all’Italia per le discariche abusive in uso o siti chiusi dimenticati a mai bonificati.
Sono sette anni che l’Unione Europea chiede all’Italia di intervenire, e dopo aver tagliato i fondi europei e lanciato avvertimenti caduti nel vuoto, ora Bruxelles potrebbe chiedere a Roma di pagare una sanzione da 158.200 euro al giorno più una multa forfettaria di 60 milioni di euro. In altre parole, l’Italia non ha rispettato la direttiva comunitaria in materia di smaltimento di rifiuti per non aver onorato la sentenza emessa dalla Corte Europea nel 2007, con cui il nostro Paese era stato già riconosciuto colpevole per centinaia di discariche illegali e omessi controlli nella gestione dei rifiuti.
Inoltre la Commissione Europea in prima battuta aveva fatto riferimento all’uso di almeno 422 discariche illegali, ma alla fine ne ha contestate solo due: Matera/Altamura Sgarrone, al confine tra Puglia e Basilicata, e un’ex discarica comunale, Reggio Calabria/Malderiti, in Calabria.
Il Presidente Regionale
Avv. Saverio Cuoco