Doping, giro di vite in Germania
Giovanni D'agata | Il 29, Set 2014
Fino a tre anni di reclusione agli sportivi che si dopano
Doping, giro di vite in Germania
Fino a tre anni di reclusione agli sportivi che si dopano
Pugno duro dalla Germania: carcere per gli atleti dopati. Far uso di doping potrebbe
costare non solo la squalifica ma anche la prigione. E’ quanto stanno pensando
in Germania dopo lo scandalo doping nel calcio professionistico a seguito della pubblicazione
di uno studio del medico Tim Meyer della federazione calcistica tedesca relativo
alla stagione 2008/2009 che ha riportato alla ribalta i valori di Epo di alcuni calciatori
ben al di sopra della norma. In quell’occasione 9 calciatori vennero beccati con
valori pari a 17 G/dl di Epo. Ora il ministero della Giustizia e degli Interni stanno
studiando pene che prevedano fino a tre anni di carcere per gli atleti che si dopano.
La ricerca delle prestazioni più esasperate ed oltre i propri limiti, un professionismo
nel quale vale troppo spesso la regola del “mors tua vita mea”, anche se poi alla
fine di doping si può morire, il carrierismo, sono tra le cause, per gli esperti,
come rilevato da Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”.
É chiaro, che date le proporzioni e i milioni di soggetti potenzialmente coinvolti,
si tratta ancora una volta di guardare al sistema sanzionatorio nello sport professionistico
con la massima severità possibile, come sta avvenendo in Germania, ma anche di una
riforma culturale nella società anche perché é noto che troppo spesso anche tra
i dilettanti e gli amatori si ricorre all’aiutino di qualche sostanza proibita con
una alterazione delle reali prestazioni e risultati nelle manifestazioni sportive,
ma anche con conseguenti gravi rischi per la salute. A tal proposito rilanciamo le
affermazioni del presidente della federatletica tedesca, Clemens Prokop che parlando
al Berliner Zeitung si è detto favorevole alla proposta: “Se entrasse in vigore
la legge sarebbe una grande arma nella lotta al doping, nell’interesse dello sport
e degli atleti”.