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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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“Donna Livia”, i chiarimenti dell’Amministrazione comunale Taurianova, Scionti e company mettono i puntini sulle i a seguito di vari articoli apparsi su testate giornalistiche

“Donna Livia”, i chiarimenti dell’Amministrazione comunale Taurianova, Scionti e company mettono i puntini sulle i a seguito di vari articoli apparsi su testate giornalistiche
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Egr. Direttore,

con riferimento all’articolo “Corsi per immigrati fantasma: ecco il centro da 650mila euro” a firma di Michel Dessì, ai sensi delle vigenti leggi sulla stampa chiediamo di esercitare – con pari spazio e rilevanza – un dovuto diritto di replica, apparendo il pezzo espressione di una sommatoria di imprecisioni, alcune delle quali gravemente lesive dell’immagine della nostra Amministrazione.
Ciò in quanto l’articolista è perfettamente a conoscenza della diacronicità dei fatti, del modus agendi che ha condotto la triade Commissariale, precedentemente all’inizio del nostro mandato, all’assunzione delle determinazioni relative al progetto “Donna Livia” e della reale entità delle spese affrontate.
Riteniamo che il dovere del “giornalista”- a prescindere dalle appartenenze politiche e da qualsiasi forma di partigianeria e dal legittimo esercizio del diritto di critica – non possa prescindere dal rispetto del canone dell’oggettività e della verità e storicità dei fatti. Canoni deontologici, questi, che – duole constatare – vengono ormai da tempo sistematicamente violati dal Suo articolista, aperto sostenitore e dichiarato supporter di un politico candidato sindaco sconfitto al ballottaggio e oggi leader della minoranza consiliare.
La vicenda del centro “Donna Livia” si ricollega ad un finanziamento ottenuto in anni precedenti nel contesto del PON Sicurezza (Obiettivo convergenza 2007/2013) ed è stato realizzato attraverso un recupero, ai fini del riutilizzo, di una costruzione ad uso scolastico ubicata in una contrada rurale densamente frequentata da lavoratori extracomunitari che necessitano – ai fini della loro possibile integrazione – di fruire di supporti multiculturali volti all’apprendimento di elementari nozioni scolastiche, di assistenza didattica e di supporto ai fini delle pratiche amministrative alle quali gli immigrati devono periodicamente far fronte.
Non si può tacere sulla gravità delle condizioni di vita nelle quali nelle contrade più isolate vivono gruppi di lavoratori extracomunitari – stagionali o stabilmente dimoranti – e sulle cui drammatiche condizioni di vita l’Italia e il mondo furono costretti a prendere atto dopo la ben nota “Rivolta di Rosarno”.
L’articolista, confondendo o altrimenti sottacendo dati di facile intelligibilità, continua a formulare accuse tendenziose e illatorie al solo fine di evocare inquietanti scenari e zone d’ombra in grado di offuscare l’operato e l’immagine di questa nuova Amministrazione, insediatasi a cavallo delle feste di Natale del 2015.
In particolare, nonostante i chiarimenti effettuati in due diverse sedute del Consiglio Comunale – alle quali il Dessì era presente – egli continua ad affermare che la sommatoria delle spese affrontate sia abnorme in relazione alla quantità e alla qualità di quanto acquistato. Ciò senza tenere conto che tutte le spese furono effettuate attraverso il mercato elettronico della Pubblica Amministrazione tramite procedura CONSIP. Il reale importo delle spese non è di € 107.000 come il Dessì scrive ma di € 47.220,13 comprensive di IVA per come desunto dagli atti del fascicolo.
Stupisce il fatto che il Dessì, pur indicando con esattezza alcune voci di costo – a conferma di una conoscenza certosina della pratica – giunga a un dato numerico assolutamente errato. Come possa accadere un simile errore non è dato comprendere. Prendiamo atto solo delle errate conclusioni dell’articolista e della storicizzazione – tramite media – di questo dato che potrebbe far ipotizzare scenari di sprechi e di malaffare. Precisiamo – ancora un volta – che tutti questi acquisti furono effettuati durante la gestione della terna Commissariale inviati a sostituire una precedente amministrazione elettiva- anzitempo caducata.
Ulteriore censura va mossa all’articolista in relazione alle somme inserite per la gestione del Centro – pari a € 55.000,00 – somme destinate ed individuate alla presentazione del progetto da parte della Commissione.
Il sig. Dessì omette dal riferire quanto ampiamente chiarito e cioè, l’importo non è annuo e non è individuale per ognuna delle associazioni. Va spalmato nell’arco di cinque anni e suddiviso in quote uguali fra le due associazioni a titolo di rimborso. Di fatto si tratta di € 11.000,00 all’anno, dunque meno di € 1.000,00 al mese da dividersi in due, previo rendiconto e documentazione delle spese sostenute. Doveroso è, inoltre evidenziare che nessuna fra le due associazioni, entrambi operanti e guidate da anni con serietà, professionalità e trasparenza, ha chiesto o ottenuto somma alcuna a titolo di rimborso spese.
Fermo restando che anche tale tipo di trattamento economico sia stato determinato durante la gestione commissariale e che nulla può essere contestato alla nuova gestione comunale, si deve sottolineare che anche la scelta delle associazioni affidatarie fu compiuta dalla terna commissariale che volle chiaramente far riferimento alla “Consulta delle Associazioni e delle Società Civile” organismo alla cui creazione essa aveva fortemente lavorato per creare un positivo coinvolgimento delle tante associazioni operanti in una realtà ingiustamente additata a ricettacolo di antiche e nuove mafiosità per far sì che iniziasse un percorso di rinascita culturale e di creazione di una cittadinanza attiva e sensibile alla valori di solidarietà sociale, di crescita cultura e di difesa della legalità.
L’articolista molto maliziosamente fa riferimento al fatto che il Sindaco, un Assessore e un Consigliere della maggioranza abbiano fatto o facciano parte di Associazioni della Consulta. In realtà come talvolta accade a chi opera nel sociale e nel culturale si è spesso coinvolti nel momento fondativo di associazioni culturali – talvolta senza averne alcun ruolo. In ogni caso – ci domandiamo – far parte di una Associazione culturale può diventare un fatto ostativo a futuri impegni politici? Il Sindaco – che diversamente dal “Dessì pensiero” non è espressione del PD ma di una lista civica – fece parte della Consulta quale rappresentate della Azione Cattolica della Parrocchia San Giuseppe e ne fu il primo Presidente. Egli all’atto della accettazione della candidatura a sindaco rimise il mandato. E tanto avvenne a fine estate 2015.
Riteniamo che Taurianova, città per molti aspetti martire ed emblema di un Sud che qualcuno vorrebbe necessariamente incapace di risorgere e di rinnovarsi culturalmente – non tragga giovamento alcuno dagli ingiustificati attacchi che l’articolista Dessì – alla ricerca di titoli ad effetto e della facile visibilità che il WEB oggi consente, ha effettuato, eccedendo ed errando per inesperienza o partigianeria politica. Difendiamo ad ogni costo la Libertà e – prima fra tutte quella di stampa – ma, da Amministratori consapevoli della gravità delle responsabilità che abbiamo inteso assumerci ponendoci alla guida di una città che deve rinascere non solo economicamente ma soprattutto culturalmente, chiediamo da parte della Stampa oggettività e verità.
In chiusura, evidenziamo che l’Amministrazione, nelle more dell’inizio delle attività, per scrupolosità e dovere istituzionale e alla ricerca di soluzioni ineccepibili, sta valutando ogni altra necessaria azione per far si che il Centro “Donna Livia” possa garantire, in modo sempre più efficiente, i servizi previsti.

Il Sindaco e la Giunta Comunale di Taurianova (RC)

L’ARTICOLO AL QUALE SI REPLICA

Tratto da “Ilgiornale.it”

Corsi per immigrati fantasma:  ecco il centro da 650mila euro
Aperto un centro nel cuore della Piana di Gioia Tauro invasa da migliaia di immigrati africani.
Si dovrebbero tenere corsi di formazione al lavoro
Michel Dessì – Gio, 02/06/2016 – 09:47

Inaugurato in pompa magna, alla presenza di Nicola Irto e di tutta la sua corte piddina, quando il sacco della befana non era ancora completamente svuotato, il centro polifunzionale per migranti “Donna Livia” di Taurianova, nel cuore di quella Piana di Gioia Tauro invasa da migliaia di africani regolari e soprattutto non, è stato subito sigillato e mai utilizzato.
545mila euro sborsati per la ristrutturazione e 107 mila spesi per l’acquisto di arredi e attrezzature. Per una piccola costruzione rurale, edificata in tempi lontani tra i boschi d’ulivo e rimasta inutilizzata per decenni. Valore commerciale? Zero! Eppure, in questi cinque mesi, un impianto di illuminazione esterna costantemente acceso la fa sembrare una sorta di faro nella nebbia dell’immigrazione clandestina forzata.
Dove si terranno mai questi corsi di formazione al lavoro per i regolari fra gli immigrati che vivono nelle tendopoli e negli accampamenti più disumani che si possano immaginare fra le fresche frasche degli agrumi della Piana? Dove stanno svolgendo il loro compito socio-psicologico e ricreativo i responsabili dell’associazione culturale “Parallelo38”, co-assegnataria della gestione del centro assieme All’Auser, che, invece, dovrebbe occuparsi della gestione amministrativa? Dove si stano divertendo i migranti, e da quale internet point stano chattando coi parenti rimasti nelle capanne in mezzo alle foreste equatoriali? Non certamente da quello organizzato per loro all’interno del centro fantasma, e costato migliaia di euro. Uno solo dei tanti computer, fattura alla mano, è stato pagato ben 1.647,50 euro ed è dotato di un processore i7 da 3,9 GHz, 32 Gb di memoria RAM e 1 Tb di hard disk: praticamente una dotazione da centro NASA, utile per contattare i fratelli col naso a trombetta e le antenne dietro le orecchie. Certo che deve essere difficile passare dalla lingua bambara o wolof all’italiano. Se, al posto di un lapis e un quaderno a righe diventa necessario un armamentario di ultimissima generazione. Oppure ci troviamo difronte ad una ottimistica e allegra gestione di fondi pubblici. Del resto il buongiorno si era visto dal mattino, quando, l’amministrazione comunale di Taurianova aveva assegnato ben 55 mila euro al progetto da dividersi fra le due associazione assegnatarie. Viene naturale chiedersi se si è già provveduto agli anticipi e quando le associazioni (no profit) intendono iniziare a lavorarci dentro. La risposta potrebbero darla il consigliere comunale piddino Dario Romeo e l’assessore alla cultura, dello stesso partito, Raffaele Loprete, visto che sono due tra i soci fondatori di “Parallelo38”. O, forse, potrebbe rispondere direttamente il sindaco Fabio Scionti, stesso partito, che all’epoca dell’incarico alle associazioni era impegnato nel ballottaggio per la carica di primo cittadino, ma, soprattutto, di fresca dimissione da presidente della Consulta delle Associazione cittadine. Come dire, se c’è da ballare, balliamo tutti.
I cittadini, inoltre, si chiedono dove mai siano andati ad acquistare gli arredi, i responsabili del progetto, considerando che una poltrona d’ufficio è stata pagata ben 577 euro e un divano a due posti 859 euro. E, altro cruccio civico, chi sta pagando la bolletta del consumo di energia elettrica, visto lo sperpero vergognoso delle lampadine accese ventiquattr’ore su ventiquattro per un centro chiuso prim’ancora di essere aperto. Quando al dubbio si unisce l’evidente certezza, non vi è confine per lo schifo.