Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

“Disservizio sanitario pubblico all’Asp di Reggio Calabria” Tante le criticità evidenziate da Giuseppe Gentile, segretario regionale Sulpi

“Disservizio sanitario pubblico all’Asp di Reggio Calabria” Tante le criticità evidenziate da Giuseppe Gentile, segretario regionale Sulpi
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. La Repubblica riconosce che la salute è un diritto importante di ogni individuo e di tutta la società. L’Unione Europea prevede, nella definizione e nell’attuazione di tutte le politiche ed attività dell’Unione, la garanzia di un livello elevato di protezione della salute umana (art. 168 del T.F.U.E.).

Quanto stabilito nel Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea e dalla Costituzione Italiana, viene in gran parte disatteso dal Servizio Sanitario Pubblico della Regione Calabria e in particolare da quello erogato dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. Questa azienda, luogo dove si concentrano di più gli errori sanitari, i buchi di bilancio, i disservizi, è diventata uno dei record negativi più preoccupanti: non si può operare perché mancano i medici anestesisti; per fare diagnosi, per carenza di Radiologi, bisogna trasferire gli esami diagnostici o i traumatizzati, a distanza di centinaia di chilometri; molti locali ospedalieri soffrono di grave carenza igienica (vedi l’ospedale di Polistena); il personale infermieristico e ostetrico è costretto a turni massacranti e viene privato del diritto alle ferie estive; sono troppi i doppi turni di servizio (14 ore consecutive) che mettono in pericolo la salute dei lavoratori e degli ammalati; si riducono i posti letto per carenza di personale ma il problema rimane comunque; Infermieri Professionali e Ostetriche sono costrette, quotidianamente, a lavare i pavimenti e cambiare la biancheria sporca prima di esercitare la professione; ecc. ecc. Insomma tante troppe carenze che a volte si trasformano in violenza nei confronti dei medici, del personale sanitario presente e degli ammalati, nel momento del bisogno.

D’altronde la storia della sanità in provincia di Reggio Calabria, ci consegna un primato di maglie nere fatte di inchieste delle Commissioni Parlamentari, di continui commissariamenti, scioglimenti per infiltrazioni mafiose, per arrivare all’accesso antimafia degli ultimi giorni. Pur tuttavia cosa è cambiato, dopo tutti questi interventi dello Stato, in termini di assistenza sanitaria per gli ammalati della provincia di Reggio Calabria? Ancora nulla! Forse oggi è peggio di ieri e si continua ad emigrare nelle regioni del nord, pagando con lacrime e sangue le cure necessarie per gravi malattie.

Quanta violenza silente è stata perpetrata a danno dei cittadini: il diritto alla salute, quando diventa una cosa seria, può essere esigibile soltanto nelle regioni dove la sanità funziona; i costi dell’emigrazione sanitaria, non gravano soltanto sulle casse della Regione Calabria ma, anche e soprattutto sul cittadino ammalato spesso costretto a fare mutui con le banche o addirittura svendendo i propri beni immobili. Evidentemente su tutto ciò, chi poteva e doveva intervenire pensava ad altro. Forse al consenso elettorale, agli affari, al potere, ai soldi. Si perché con i soldi si è convinti di poter ottenere tutto e subito, persino quella qualità elevata di assistenza sanitaria delle regioni dove esiste la buona sanità prendendo un aereo. Forse però non sempre si arriva in tempo a farsi curare fuori regione e allora, persino questi ricchi personaggi, facenti parte dei poteri forti, si accorgeranno presto di aver sbagliato tutto ma, oramai sarà troppo tardi anche per loro.

IL SEGRETARIO REGIONALE S.U.L.P.I.
Giuseppe Gentile