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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Dieta mediterranea tradita ed abbandonata E’ in calo il numero di persone che seguono il regime basato su prodotti della terra per il cibo spazzatura comunemente chiamato “junk food”. Lo dicono gli esperti riuniti a Milano dalla fondazione internazionale che si batte per la sua diffusione. Dal 2010 è patrimonio immateriale dell’umanità

Dieta mediterranea tradita ed abbandonata E’ in calo il numero di persone che seguono il regime basato su prodotti della terra per il cibo spazzatura comunemente chiamato “junk food”. Lo dicono gli esperti riuniti a Milano dalla fondazione internazionale che si batte per la sua diffusione. Dal 2010 è patrimonio immateriale dell’umanità
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La dieta mediterranea perde terreno. Nuovi stili di vita e la recente crisi hanno
contribuito a modificare in peggio le abitudini alimentari della famiglie italiane.
Lo dicono una trentina di esperti riuniti a Milano dalla fondazione internazionale
che si batte per la sua diffusione. In Spagna solo il 15% della popolazione segue
questo regime alimentare in modo continuo. In Grecia il consumo di prodotti che si
possono definire mediterranei è calato del 70% rispetto agli anni ’80. Una tendenza
analoga si riscontra in Italia e Portogallo. I motivi del disinteresse sono la globalizzazione
delle abitudini alimentari, indotta soprattutto dal turismo. Lungo le coste si assiste
al dilagare della nutrizione veloce (fast food) che ha come conseguenza un aumento
del consumo di carne, di suoi derivati, di prodotti a base di latte, di farine raffinate.
Nelle regioni rurali, nelle campagne, la gente predilige ancora legumi, frutta, cereali,
olio vergine d’oliva mangiando raramente carne, uova, pesce. Questo mutamento ha
conseguenze a lungo termine sulla salute: sono infatti in aumento l’obesità soprattutto
tra i giovani, le malattie cardiovascolari, il diabete e i tumori proprio nelle aree
dove la dieta mediterranea viene progressivamente dimenticata. Il tutto nel ‘disinteresse’
dei genitori, che sembrano sottovalutare il problema. Un cambiamento preoccupante,
sostiene Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione
che da anni sostiene l’incentivazione a tutte quelle iniziative che propongono la
“dieta mediterranea” e i suoi alimenti base quale vero e proprio toccasana per la
salute, che segna il crollo del consumo di frutta e verdura e l’aumento di carne,
salumi, uova, latticini grassi e zuccheri raffinati, che ci allontana sempre più
dalla dieta mediterranea abbandonata per il cibo spazzatura comunemente chiamato
“junk food”. Un duro colpo, che conferma che tutti quelli stili di vita che da
decenni noi italiani abbiamo importato da oltreoceano, sono entrati prepotentemente
nella quotidianità delle famiglie italiane a partire dalle diete di matrice nordeuropea
e nordamericana.