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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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Diabete: importante scoperta all’Università di Catanzaro Possibile prevederlo con cinque anni di anticipo

Diabete: importante scoperta all’Università di Catanzaro Possibile prevederlo con cinque anni di anticipo
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CATANZARO – E’ possibile prevedere il diabete entro i prossimi 5 anni anche in chi non è a rischio, attraverso nuovi parametri di lettura – mai utilizzati fino ad ora – di un test economico e comunemente impiegato noto come curva glicemica e spesso usato in gravidanza. Lo studio tutto italiano pubblicato sul Journal of ClinicalEndocrinology & Metabolism apre scenari di prevenzione ed è stato condotto dal professor Giorgio Sesti, presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia, assieme ai ricercatori dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e dell’Università di Roma Tor Vergata.

Grazie, dunque, anche al contributo dei ricercatori calabresi sarà possibile realizzare una vera prevenzione precoce in chi è ora considerato sano, e che lo è ancora effettivamente, ma che corre un grave rischio di ammalarsi.

Il test da carico di glucosio o curva glicemica viene realizzato misurando la glicemia di base e fatto due ore dopo l’ingestione di 75 grammi di glucosio.

Lo studio dimostra l’importanza di valutare la glicemia anche dopo un’ora, per scoprire persone ad alto rischio, categoria fino ad ora ignorata, sulla quale però ora si può intervenire con una vera strategia preventiva precoce per cercare di arginare l’epidemia.

In sostanza è stata identificata una nuova categoria di persone con “pre-diabete” nelle quali una glicemia uguale o superiore a 155 mg/dl, dopo un’ora dal test di carico orale di glucosio (cioè dal momento in cui si beve un liquido con glucosio le cui concentrazioni vengono poi misurate nell’organismo) predice la comparsa di diabete entro i successivi 5 anni, nelle persone considerate ora sane e che invece presentano un rischio di diabete aumentato del 400%.

Sono 387 milioni le persone affette da diabete nel mondo, secondo le ultime stime dell’International Diabetes Federation. Un numero talmente enorme da essere difficile da visualizzare, se non contestualizzandolo nelle sue terribili ricadute.