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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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Detenuto si toglie la vita a Vibo Valentia

Detenuto si toglie la vita a Vibo Valentia

| Il 09, Lug 2012

Doveva scontare 13 anni di reclusione. Il 30enne si è impiccato nel bagno della sua cella

Detenuto si toglie la vita a Vibo Valentia

Doveva scontare 13 anni di reclusione. Il 30enne si è impiccato nel bagno della sua cella

 

 

(ANSA) – VIBO VALENTIA – Un detenuto di 30 anni di nazionalità bosniaca si è tolto la vita nel carcere di Vibo Valentia. Lo rende noto il componente della direzione nazionale della Uilpa-Penitenziari, Gennarino De Fazio. L’uomo doveva scontare 13 anni di reclusione. Nei mesi scorsi aveva tentato di evadere dal carcere di Rossano. Stamane si è tolto la vita impiccandosi nel bagno della cella. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e del personale medico.Il componente della Direzione nazionale della Uilpa Penitenziari, Gennarino De Fazio, ha evidenziato che “personalmente ho ormai perso il conto del numero di suicidi che continuano spaventosamente a perpetrarsi nelle nostre patrie galere e che fanno assumere al dato i connotati di un bollettino di guerra”. “Fra sovrappopolamento detentivo – ha aggiunto – ristrettezze economiche, spending review a senso unico fatte in casa e depauperamento degli organici, l’utenza e gli operatori sono coloro che ci rimettono, mentre al centro si continua a teorizzare ed a sperperare. Solo di qualche giorno addietro infatti la notizia che la Calabria dopo il provveditore ‘part-time’ dovrà riscoprire anche i direttori a servizio ridottissimo. Proprio il dirigente della Casa Circondariale di Vibo Valentia, Mario Antonio Galati, è stato inviato in servizio di missione per almeno tre giorni a settimana presso la nuova struttura penitenziaria di Tempio Pausania”. “Dunque – ha concluso De Fazio – mentre a Roma si teorizzano la vigilanza dinamica ed i nuovi circuiti penitenziari, in Calabria la Polizia penitenziaria, sempre più abbandonata a se stessa, ricorre all’ormai sperimentatissima arte dell’arrangiarsi chiedendosi di nuovo se e come si riuscirà a superare l’estate, ma, soprattutto, quante vite dovranno ancora spegnersi prima che si accenda un faro efficace sull’universo carcerario e, precipuamente, su quello calabrese”.