“Decreto Grillo sulla sanità è dispendioso e razzista” Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori
«Il Decreto Grillo sulla sanità è illogico, dispendioso e vagamente razzista». Così il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori. «La relazione illustrativa, diffusa subito dopo il Consiglio dei ministri di Reggio Calabria – continua il parlamentare –, ha svelato la ratio di un decreto che mira, sostanzialmente, a commissariare tutto il commissariabile, ad aumentare gli stipendi dei vertici delle Aziende graditi a questo governo e a estromettere dalla direzione degli enti sanitari i manager calabresi». «Nella stessa relazione – aggiunge Mangialavori – viene spiegato che il commissariamento della Sanità regionale, avvenuto quasi dieci anni fa, è la causa di tutti i mali. Allo stesso tempo, però, il governo si appresta a fare un ricorso ancora più massiccio a un istituto straordinario che, tra l’altro, permetterà alla politica di scegliere figure che non compaiono nemmeno negli elenchi nazionali dei dirigenti idonei».
«Come se non bastasse – prosegue il senatore azzurro –, quello stesso governo di cui è azionista anche il Movimento che doveva mettere fine a sprechi e privilegi, ha previsto un aumento di 50mila euro degli stipendi per tutti i manager, con ciò aggravando l’esborso statale a favore della Regione Calabria. Ma il passaggio più controverso è, senza dubbio, quello nel quale il governo auspica che i “soggetti scelti per l’incarico commissariale provengano al di fuori del contesto professionale e ambientale della regione”. Quasi superfluo sottolineare il razzismo e il pregiudizio presenti in un documento ufficiale di un governo secondo il quale i calabresi non sarebbero degni di occuparsi della loro sanità e, più in generale, della cosa pubblica. Perché? Perché, a parere di coloro che vogliono salvare la regione e la sua sanità, i calabresi potrebbero essere tutti mafiosi, corrotti o, nella migliore delle ipotesi, incapaci». «Mi auguro soltanto – conclude Mangialavori – che i calabresi si rendano finalmente conto della cifra politica di un Movimento in cui, alle scorse elezioni politiche, questa regione aveva riposto molte speranze».