Declassata la sede reggina Agenzia beni confiscati L'indignazione della politica calabrese
JOLE SANTELLI (FORZA ITALIA)
“La decisione del Senato di bocciare gli emendamenti per restituire a Reggio Calabria la sede centrale dell’agenzia per i beni confiscati conferma che c’è una maggioranza di centrosinistra che considera la Calabria l’ultima ruota del carro”. Lo afferma l’onorevole Jole Santelli, di Forza Italia. “È grave che la città metropolitana – dice Santelli – subisca questo trattamento proprio mentre c’è un Ministro degli interni reggino. Si tratta di una decisione che colpisce la Calabria anche in chiave simbolica – prosegue Santelli – nel momento in cui le direzioni distrettuali sono impegnate a contrastare la più potente criminalità organizzata del mondo. È sconfortante – conclude Santelli – che la Calabria venga trattata in questo modo”.
ALESSANDRO NICOLO’ (PRESIDENTE GRUPPO FORZA ITALIA A PALAZZO CAMPANELLA)
“Il dado è tratto. Il Senato ha appena votato – con la legge di riforma al codice Antimafia – il declassamento della sede reggina dell’Agenzia dei Beni Confiscati. Nel silenzio dei rappresentanti istituzionali della maggioranza – ovvero di chi dovrebbe far sentire la propria voce, e quindi di chi ci governa – si è consumata un’altra spoliazione ai danni della Calabria e della Città dello Stretto. L’attuale governo di centrosinistra e la maggioranza che lo sostiene hanno cancellato con un colpo di spugna la centralità di un presidio istituito nel 2010 durante la sindacatura di Giuseppe Scopelliti e grazie al Governo del presidente Silvio Berlusconi”.E’ quanto dichiara il presidente del gruppo di Forza Italia a Palazzo Campanella Alessandro Nicolò che stigmatizza: “Ulteriore prova di una delegittimazione costante da parte del Governo di centrosinistra nei confronti del nostro territorio, vessato con provvedimenti che offendono la dignità dei calabresi, privandoli dei residuali punti di riferimento. Realtà che avrebbero dovuto, invece, essere difese per la loro strategica funzione operativa, oltre che per l’alto valore simbolico, espressione dell’impegno dello Stato in un contesto periferico”. “E’ oscura, a tutt’oggi, la ratio che sottende una decisione di tale portata che fa arretrare la sede di Reggio Calabria da centrale a secondaria. L’unica cosa certa – conclude Alessandro Nicolò – è l’odioso scippo che ha il sapore amaro di una deprivazione inaccettabile. L’ennesima dimostrazione di come la Calabria e Reggio siano considerate marginali dal Governo nazionale”.
CONFINDUSTRIA REGGIO CALABRIA
“Confindustria Reggio Calabria esprime delusione e profondo rammarico per lo spostamento della sede principale dell’Agenzia nazionale di Beni Confiscati a Roma”. E’ quanto afferma il vicepresidente di Confindustria Reggio Calabria, Filippo Arecchi.
“Come classe imprenditoriale reggina lo diciamo subito e senza mezzi termini, non ci interessa minimamente – prosegue il vicepresidente degli Industriali reggini – condurre una campagna di matrice campanilistica al solo fine di ottenere qualche illusorio risultato. La nostra associazione, in piena coerenza con il proprio ruolo di rappresentanza degli interessi del territorio, guarda unicamente ad aspetti sostanziali. Gli stessi che poi incidono concretamente sul sistema economico, occupazionale e sociale. Da questo punto di vista la vicenda dell’Agenzia dei Beni Confiscati rivela tutta la sua gravità poiché al centro non vi è solo la questione legata al cambio di sede e al contestuale declassamento. Ancor più rilevanti, infatti, sono le ricadute che questo processo rischia di innescare sul territorio reggino in termini di depauperamento dello straordinario patrimonio di competenze e professionalità che gravitano intorno a questi uffici. Parliamo di un vero e proprio indotto economico che negli anni si è andato progressivamente arricchendo, sotto i profili quantitativo e qualitativo. Mi riferisco ai tanti professionisti, avvocati, commercialisti, consulenti tecnici, esperti del settore immobiliare e numerose altre figure coinvolte, che nel tempo hanno messo in piedi un autentico network di profili altamente qualificati e specializzati. Ebbene – sottolinea Arecchi – il timore più grande in questa fase così delicata e complessa, è che tali risorse con il loro bagaglio di esperienze e conoscenze possano dissolversi e quindi non costituire più l’ossatura di quello che è il vero valore aggiunto che l’Agenzia dei Beni Confiscati ha prodotto in questi anni sul territorio. Ovvero l’aver creato un ecosistema ideale per la crescita e la realizzazione di tanti giovani e capaci professionisti in un ambito amministrativo così rilevante per questo territorio. Auspichiamo in tal senso – conclude il vicepresidente degli Industriali reggini – che il confronto e l’interlocuzione politica possano ancora apportare un pur tardivo contributo per tutelare questi professionisti ed evitare di danneggiare il già fragile sistema economico e occupazionale. E sarebbe anche un modo per ripristinare quel sentimento di fiducia che, specie alle nostre latitudini, appare come un fattore indispensabile nel rapporto fra la comunità dei cittadini, il tessuto sociale e le istituzioni”.