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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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Dà fuoco alla ex moglie, Ciro Russo resta in carcere Fermo convalidato dal Gip, l’uomo si è nuovamente avvalso della facoltà di non rispondere. Catena umana a Reggio Calabria per manifestare solidarietà alla donna

Dà fuoco alla ex moglie, Ciro Russo resta in carcere Fermo convalidato dal Gip, l’uomo si è nuovamente avvalso della facoltà di non rispondere. Catena umana a Reggio Calabria per manifestare solidarietà alla donna
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Ciro Russo resta in carcere. L’uomo di 42 anni che martedì ha bruciato l’ex moglie Maria Antonietta Rositani in via Frangipane per poi darsi alla fuga e impiegare in modo massiccio le forze dell’ordine che l’hanno ritrovato dopo 36 ore mentre mangiava una pizza in pieno centro, stamattina si è nuovamente avvalso della facoltà di non rispondere nell’udienza di convalida del fermo. Il gip Stefania Rachele ha infatti convalidato il fermo di indiziato di delitto e ha emesso nei confronti di Ciro Russo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’imputato, assistito dall’avvocato Antonino Catalano, si è avvalso della facoltà di non rispondere come aveva fatto in Questura non appena catturato. Presente all’udienza anche il pm Paola D’Ambrosio. L’uomo rimane in cella ad Arghillà.

Ciro Russo era già stato arrestato a Gennaio 2018 al culmine di una lite in famigla in cui aveva già provocato lesioni e violenze sulla moglie. I vicini di casa, preoccupati dalle urla, avevano chiamato la Polizia che aveva fermato l’uomo. In quell’occasione, però, Russo era stato rimesso in libertà con il divieto di avvicinamento alla casa familiare in attesa del processo. Dopo pochi giorni, Russo aveva citofonato a casa della moglie e dei figli, ma la signora (che intanto lo aveva denunciato) ha avvertito le forze dell’ordine che l’hanno arrestato in flagranza di reato, con aggravamento della misura cautelare. In quell’occasione Russo era già finito in cella ad Arghillà. Condannato in primo grado a 3 anni e due mesi, nell’ambito del procedimento gli era stato concesso l’affievolimento della misura cautelare dal carcere ai domiciliari nell’abitazione dei genitori, ad Ercolano, dove tutt’ora si trovava ristretto. Ma da lì è evaso nella notte di martedì 12 Marzo per arrivare a Reggio Calabria e compiere la drammatica aggressione.

C’era anche la figlia di Maria Antonietta Rositani, a Reggio Calabria alla catena umana di solidarietà promossa da Laura Bertullo, presidente della Commissione Pari opportunità della Città Metropolitana di Reggio Calabria per manifestare solidarietà alla donna ancora ricoverata al Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale di Bari per le gravi ferite riportate dopo che il marito l’ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco in auto. “Ve lo dico con il cuore in mano – ha detto la ragazza – al primo schiaffo dite di no. Non aspettate che arrivi il secondo o il terzo. La vicenda di mia madre non è la prima, e, purtroppo, non sarà l’ultima”. Alla manifestazione che si è svolta sulla scalinata del teatro Cilea ha partecipato anche il sindaco Giuseppe Falcomatà. “Vedo tante donne e pochi uomini – ha detto – e questi messaggi prima li dovremmo lanciare a noi stessi. La nostra vicinanza è qui dico ad Antonietta, che, al suo ritorno, sarà sostenuta ed accompagnata dalle istituzioni”.