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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Crotone, assolto dal voto di scambio mafioso l’ex assessore provinciale Gianluca Marino

Crotone, assolto dal voto di scambio mafioso l’ex assessore provinciale Gianluca Marino

Pronunciata la sentenza del processo Hydra

Crotone, assolto dal voto di scambio mafioso l’ex assessore provinciale Gianluca Marino

Pronunciata la sentenza del processo Hydra

 

CROTONE – L’ex assessore della Provincia di Crotone Gianluca Marino è stato assolto dal tribunale di Crotone dall’accusa di voto di scambio politico-mafioso escludendo anche l’aggravante delle modalità mafiose. Marino è stato comunque condannato per scambio elettorale semplice ad un anno e quattro mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena e l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Riqualificato il capo d’imputazione anche a carico di Michele Cava e Giovambattista Morabito, due delle persone che si sono occupate della campagna elettorale di Marino e che il Tribunale ha condannato per scambio elettorale semplice, rispettivamente, a 2 anni e 2 anni e 6 mesi di reclusione, con sospensione della pena nei confronti di Cava. Il tribunale ha poi condannato, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, gli altri tre imputati nel processo, Damiano Bevilacqua (6 anni e 2 mesi), Luigi Spagnolo 6 anni e 4 mesi), ed il latitante Mario Bruni (6 anni e 6 mesi). Gli imputati erano rimasti coinvolti nell’inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro sfociata nell’operazione “Hydra” che, secondo gli inquirenti, ha colpito le nuove leve della cosca Vrenna che erano subentrate ai vecchi capi arrestati nelle operazioni Eracles e Perseus, fino a costituire un nuovo gruppo criminale composto dagli uomini di fidati e fedeli. Secondo l’accusa, inoltre, alle elezioni provinciali di Crotone del giugno 2009, la cosca Vrenna avrebbe procurato voti al candidato del Pdl Gianluca Marino in cambio di somme di denaro. Secondo i legali di Marino, gli avvocati Francesco Laratta ed Aldo Truncé, per Marino era impossibile essere a conoscenza dell’eventuale appartenenza ad un’associazione mafiosa delle persone alle quali aveva affidato la propria campagna elettorale.