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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Crisi senza fine, Unioncamere: «La ripresa accenna a mostrarsi ma imprese restano in negativo»

L’unione calabrese delle Camere di commercio ha analizzato la situazione nei primi mesi del 2014, riscontrando segnali di ripresa che non coincidono, però, con gli indicatori delle imprese che rimangono con segno meno. Nelle aziende resiste la fiducia

Crisi senza fine, Unioncamere: «La ripresa accenna a mostrarsi ma imprese restano in negativo»

L’unione calabrese delle Camere di commercio ha analizzato la situazione nei primi mesi del 2014, riscontrando segnali di ripresa che non coincidono, però, con gli indicatori delle imprese che rimangono con segno meno. Nelle aziende resiste la fiducia

 

 

CATANZARO – «Nei primi mesi del 2014 si consolidano i segnali di ripresa intravisti alla fine del 2013, ma tutti i principali indicatori di performance permangono ancora in terreno negativo». Lo afferma Unioncamere Calabria all’uscita dei dati congiunturali della regione per il primo trimestre dell’anno.
Secondo i dati in possesso dell’unione delle Camere di commercio, «le variazioni tendenziali della produzione, del fatturato e degli ordinativi sono infatti contrassegnate dal segno meno, sia con riferimento al manifatturiero che alle costruzioni e al commercio e servizi». La situazione negativa sarebbe da ricercare, secondo Unioncamere, in una «domanda interna in affanno», legata allo «scarso contributo delle vendite all’estero, che ha invece trainato la ripresa a livello nazionale, quantomeno delle imprese manifatturiere, che tornano a crescere per la prima volta da dicembre 2011».
C’è, dunque, per la Calabria una difficoltà aggiuntiva, legata ai tanti poblemi che impediscono alla Calabria di rivolgersi ai mercati esteri. Eppure, Unioncamere afferma che «le imprese calabresi si attendono, ad ogni modo, un ulteriore miglioramento della congiuntura economica per il secondo trimestre dell’anno, per quanto prevalgano le aspettative di una sostanziale stabilità. Le maggiori attese di recupero interessano l’industria manifatturiera».
Secondo il presidente di Unioncamere, Lucio Dattola, «i segnali di ripresa del manifatturiero sono solo parzialmente colti dal nostro sistema imprenditoriale per via della minore apertura commerciale all’estero e della scarsa dinamicità che le imprese esportatrici sperimentano sui mercati internazionali. La domanda interna – aggiunge Dattola – continua a mostrare segnali di recessione, il che inficiagli sforzi intrapresi dalle imprese del terziario. Una ripresa dell’interscambio commerciale favorirebbe nell’immediato la nostra economia, pur senza gli effetti diffusi di cui si avrebbe bisogno. Dobbiamo concentrarci – conclude – sulla riattivazione dei circuiti commerciali interni, cercando di sostenere le leve dell’occupazione e del reddito degli abitanti della nostra regione».

– PREVISIONI PER IL II TRIMESTRE 2014

I segnali di attenuazione della fase recessiva emersi nel primo trimestre del 2014 vengono proiettati dalle imprese del manifatturiero sulle aspettative a breve termine. Il saldo tra le attese di aumento e di contrazione dei livelli produttivi, del fatturato e degli ordinativi per il secondo trimestre del 2014 si attestano, infatti,rispettivamente, a -1,8, -0,2 e -0,5 punti percentuali, a fronte dei -12,7, -15,1 e -12,9punti percentuali rilevati con riferimento agli andamenti dei tre indicatori tra il primo quarto del 2014 e gli ultimi tre mesi del 2013. Ad ogni modo, le aspettative sono all’insegna di un’ulteriore contrazione,mentre a livello nazionale i saldi del settore si collocano in area positiva (+14,8 punti per la produzione, +15,5 punti per il fatturato e +13,1 per gli ordinativi).
Lo scenario previsionalecambia se si distingue tra piccole e medie imprese e imprese di dimensioni maggiori;le prime con un saldo negativo, sia con riferimento alla produzione(-3,1 punti percentuali)che al fatturato (-1,4 punti), e le seconde con un saldo positivo (+3,7 la produzione e +4,4 il fatturato).
I comparti che trainano in area positiva le aspettative sono l’industria alimentare, l’industria tessile e l’aggregato “Altre industrie”. Risaltano, invece, per ragioni opposte, l’industria del legno e del mobile, l’industria metallurgica e l’industria chimica.
A livello provinciale, le peggiori aspettativesi concentranonella provincia di Reggio Calabria, con saldi negativi tra attese di crescita e contrazione della produzione, del fatturato e degli ordinativi, in ordine, pari a -5,3, -2,7 e -4,3 punti percentuali, mentre la provincia di Vibo Valentia è l’unica a registrare saldi positivi per tutti e tre gli indicatori (rispettivamente, +4,3, +6,8 e +6,8 punti).
– CONSUNTIVO I TRIMESTRE 2014
Il declino del manifatturiero calabrese segna nel primo trimestre del 2014 un deciso rallentamento, con la produzione che passa dal -11,1% del quarto trimestre 2013 al più modesto -2,2% del primo quarto 2014 (in termini tendenziali), il fatturato dal -10,3% al -2,4% e gli ordinativi dal -10,5% al -2,9%. Tale dinamica interessa tanto l’artigianato e le piccole e medie imprese quanto le realtà produttive di dimensioni maggiori, lasciando comunque inalterate le distanze tra questi aggregati, con le imprese minori che continuano a soffrire di più.
Per quanto non manchino segnali di ripresa, si è dunque ancora distanti dal ritorno alla crescita sperimentato dal manifatturiero a livello Paese (produzione +1,2%, fatturato +1,4%, ordinativi +1,2%). D’altro canto, la crescita rilevata su scala nazionale è stata stimolata principalmente dalle esportazioni, con un incremento delle vendite all’estero del +4,8%, fattore trainante sul quale il manifatturiero calabrese ha potuto contare solo parzialmente (fatturato estero +0,4%) .
I comparti manifatturieri che registrano le performance peggiorisono l’industria tessile (produzione -4,8%; fatturato -4,3%; ordinativi -3,8%), l’industria del legno e del mobile (rispettivamente, -4,7%, -4,8% e -5,6%) e quella metallurgica (-4,5%,-4,5% e -5,2%).A contenere maggiormente le perditeè, invece, l’industria chimica, petrolifera e delle materie plastiche,che, in controtendenza con il settore nel suo complesso, segna un incremento della produzione (+1,4%)e una sostanziale tenuta del fatturato (-0,2%) e degli ordinativi (-0,5%).
Su base territoriale si riscontrano le difficoltà maggiori nei tessuti produttivi delle province di Catanzaro (produzione -2,9%, fatturato -3,0%, ordinativi -3,7%), Cosenza (-2,7%, -3,0% e -3,3%) e Crotone (-2,7%, -2,7% e -3,3%), tutte sotto la media regionale. La provincia di Reggio Calabria segna, invece, la performance territoriale migliore, con una contrazione dell’attività e del fatturato intorno all’1,0% e un calo degli ordinativi pari all’1,7%.

Costruzioni
– PREVISIONI PER IL II TRIMESTRE 2014
Le dichiarazioni delle imprese in merito alle previsioni per il secondo trimestre del 2014palesano l’aspettativa di una prosecuzione della crisi nel settore, con il 76,7% delle imprese che si attende una stabilità rispetto alle dinamiche sperimentate nei primi mesi del 2014, ed un saldo negativo di 5,8 punti percentuali tra imprese che prevedono una ripresa del volume d’affari ed imprese proiettate su una sua ulteriore contrazione.
È bene sottolineare, però, come le imprese di dimensioni inferiori, caratterizzate da una struttura finanziaria ed organizzativa meno solida, sono maggiormente orientate ad un ulteriore peggioramento del volume d’affari (il saldo negativo passa a 6,3 punti percentuali; è invece pari a zero per le grandi imprese).
A livello territoriale, le uniche imprese orientate su un sentiero di ripresa sembrano essere quelle crotonesi, che presentano un saldo positivo di 1 punto percentuale tra attese di ripresa e di diminuzione degli affari. Le imprese catanzaresi, invece, dipingono il peggiore orizzonte previsionale di breve periodo, con un saldo negativo di 14 punti percentuali.

– CONSUNTIVO I TRIMESTRE 2014
Anche il settore delle costruzioni registra un’attenuazione delle dinamiche recessive,con una riduzione del volume di affari, nel primo trimestre del 2014, dell’11,5% su base annua, dunque meno di quanto sperimentato nel trimestre precedente, quando il calo aveva raggiunto il 16,4%. Si tratta pertanto di un miglioramento decisamente più contenuto di quello emerso per l’industria manifatturiera, a riprova del legame più stretto delle imprese delle costruzioni con gli andamenti della domanda interna. Mentre la tendenza delle piccole e medie imprese ricalca quella osservata in media nel settore, la performance delle grandi va nella direzione opposta: le imprese con 50 dipendenti e oltre passano da una contrazione del volume di affari del 6,7% della fine del 2013 ad una dell’11,1% nei primi mesi del 2014, riallineandosi alla dinamica delle imprese di tagliapiù piccola.
Rispetto al trimestre precedente, poco più di un’impresa su cento rileva un’espansione del volume d’affari, mentre il 43,4% conosce una contrazione, una percentuale comunque minore di quella registrata nel trimestre precedente (57,2%). Aumentano, inoltre, le imprese che riscontrano una sostanziale stabilità, passando dal 40,3% del totale al 55,1%. Pur in un contesto ancora fortemente negativo, non mancano quindi segnali positivi.
Dal punto di vista territoriale, la congiuntura negativa ha colpito tutte le province calabresi, con l’impatto maggiore sulle imprese cosentine, che già avevano sofferto una contrazione del 20,0% del volume di affari sul finire del 2013, e registrano, nei primi mesi del 2014, un -12,1%. Le imprese del crotonese fanno registrare, invece, la caduta degli affari più contenuta della regione, pari all’8,8%.
Commercio e servizi
– PREVISIONI PER IL II TRIMESTRE 2014
Per quanto riguarda le imprese del commercio al dettaglio, prevalgono aspettative di stabilità dell’attività economica, rilevate nel 73,2% dei casi. Vi sono, ad ogni modo, segnali di un miglioramento delle vendite, con leprevisioni positive che prevalgono su quelle negative (saldo pari a +4,2 punti percentuali; si attesta al 13% a livello nazionale). In particolare, a rivelarsi ottimista è soprattutto la grande distribuzione, con il 51,8% delle imprese che si dichiara proiettata su un rilancio delle vendite(saldo pari a +45,4 punti). È diversa la situazione della piccola distribuzione, laddove le imprese dedite alla vendita di prodotti alimentari esprimono timide aspettative ottimistiche (saldo positivo di 4,2 punti), mentre le altre si attendono un peggioramento (saldo negativo di 1,1 punti). La differenza appena riscontrata tra piccola e grande distribuzione si riscontraanche in relazione alle piccole e grandi imprese: le prime hanno aspettative di un peggioramento degli affari (saldo negativo di 0,6 punti) mentre le seconde sono decisamente orientate alla ripresa (saldo positivo di 34 punti).
Le maggiori attese di recupero interessano la provincia di Cosenza (saldo positivo di 8,4 punti) e, in misura minore, quella di Vibo Valentia (3,7 punti), mentre all’ultimo posto si colloca la provincia di Catanzaro (+1,3).
Analogamente a quanto riscontrato per il commercio al dettaglio, anche nel settore degli ‘Altri servizi’ si impongono le aspettative di una sostanziale stabilità del volume di affari per il secondo trimestre del 2014, stabilità che si rileva nel 73,0% dei casi. Il rallentamento della crisi sperimentato nei primi mesi dell’anno ha indotto le imprese a rivedere al rialzo le proprie aspettative di breve periodo, come dimostra il saldo tra le attese di aumento e quelle di diminuzione del volume di affari, che si attesta a +1,8 punti percentuali. Tra i settori, emergono saldi negativi per il commercio all’ingrosso e di autoveicoli (-16,3 punti) e per i servizi alle persone (-12,7), mentre tutti gli altri registrano saldi positivi; in particolare, esprimono maggiore ottimismo le imprese della logistica (saldo positivo di 27,1 punti) e le mense e servizi bar (+14,7 punti). Dal punto di vista dimensionale, mentre le piccole e medie imprese contano di mantenere sostanzialmente inalterato il volume di affari, le imprese più grandi sono proiettate su un rilancio delle vendite, con un saldo positivo di 5,0 punti.
La distribuzione delle aspettative delle imprese degli altri servizi sul territorio calabrese appare variegata. Prevalgono attese di un aumento degli affari nelle province di Crotone (saldo positivo di 7,5 punti), Reggio Calabria (+4,5) e Cosenza (+1,5), mentre prevedono un peggioramento, le imprese delle province di Vibo Valentia (saldo negativo di 5,2 punti) e Catanzaro (-1,3 punti).
– CONSUNTIVO I TRIMESTRE 2014
In linea con l’andamento del settore su scala nazionale, resta in terreno negativo la dinamica delle vendite commerciali nel primo trimestre del 2014, per quanto con un lieve cenno di miglioramento rispetto al trimestre precedente. A fronte di una riduzione dell’8,7% alla fine del 2013, le imprese del commercio al dettaglio segnano, infatti, un calo del 5,1% nei primi mesi del 2014 (il -3,7% in Italia).
In continuità con quanto osservato negli ultimi mesi del 2013, la performance delle imprese di dimensioni minori risulta migliore di quella delle imprese con 20 o più dipendenti: le prime passano infatti da una contrazione degli affari del 9,7% ad una del 5,2%, mentre le seconde accelerano la caduta, passando dal -2,3% delle vendite del trimestre precedente al -4,1% dell’inizio del 2014. Difatti, mentre la grande distribuzione vede accelerarsi la dinamica recessiva, con un calo delle vendite che passa dal 3,0% al 5,1%, il commercio al dettaglio passa dal -10,9% al -4,9% per i prodotti alimentari e dal -8,7% al -5,1% per gli altri prodotti, segnando così un netto rallentamento della crisi.
Tra le province, Catanzaro fa registrare la caduta più intensa nelle venditenei primi mesi del 2014 (-8,1%) e Cosenza la flessione più contenuta (-2,8%).
Anche il settore dei servizi – considerato al netto del commercio al dettaglio –, risente della debole domanda interna, con una contrazione del volume di affari pari al 3,0%, dimezzando comunque il ritmo della caduta, che si era attestato al 6,0% per due trimestri consecutivi. Anche in questo caso, le dinamiche regionali non differiscono di molto da quelle rilevate a livello Paese, dove il volume d’affari del settore dei servizi si contrae del 2,6%.
A livello settoriale, le contrazioni più contenute si registrano nell’informatica e telecomunicazioni e nelle attività dei servizi alle persone (-0,9% in entrambi i casi), mentre più intensi sono i cali registrati dalle mense e servizi bar (-6,3%) e dagli alberghi, ristoranti e servizi turistici (-4,6%).