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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Cosenza, protesta davanti all’Asp contro l’accorpamento degli ospedali

Cosenza, protesta davanti all’Asp contro l’accorpamento degli ospedali

Sindaci, rappresentanti istituzionali, personale sanitario, sindacati e cittadini si sono dati appuntamento per contestare l’unificazione dei nosocomi di Castrovillari e Acri. Proclamato lo stato d’agitazione dell’intero territorio del Pollino e della Sibaritide contro il provvedimento della Regione. Mimmo Talarico (Idv) presenta un’interrogazione: “Errore unico spoke”

Cosenza, protesta davanti all’Asp contro l’accorpamento degli ospedali

Sindaci, rappresentanti istituzionali, personale sanitario, sindacati e cittadini si sono dati appuntamento per contestare l’unificazione dei nosocomi di Castrovillari e Acri. Proclamato lo stato d’agitazione dell’intero territorio del Pollino e della Sibaritide contro il provvedimento della Regione. Mimmo Talarico (Idv) presenta un’interrogazione: “Errore unico spoke”

 

 

COSENZA – Sindaci, rappresentanti istituzionali provinciali, regionali e sindacali del comprensorio Pollino-Sibaritide, operatori sanitari, cittadini e associazioni stanno manifestando davanti alla sede dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza per dire no all’accorpamento dell’ospedale spoke di Castrovillari con quello di Acri.

I manifestanti, che hanno proclamato lo stato di agitazione dell’intero territorio contro il provvedimento, si rivolgono al presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, per evidenziare, scrivono su un volantino, «che si attiveranno in ogni possibile sede politica e giudiziaria per il ritiro del decreto 191 del 2012». Nel documento, il Comitato territoriale per la tutela della salute nell’area del Pollino e della Sibaritide e per la difesa dell’ospedale spoke di Castrovillari definisce il provvedimento di accorpamento «lesivo del diritto alla salute delle popolazioni del Pollino, della Sibaritide e dello stesso comprensorio acrese che si sostiene invece di voler tutelare. Il decreto – prosegue il testo – si basa su informazioni e dati non veritieri. Il decreto determinerebbe un peggioramento dell’offerta sanitaria con gravi rischi per la vita stessa delle persone necessitanti di assistenza e, congiuntamente, un aumento dei costi della sanità. Il decreto non risponde perciò alle necessità e ai diritti dei calabresi nè alle indicazioni contenute nel piano di rientro, ma soltanto a logiche di una malapolitica rapace e clientelare».

I manifestanti chiedono, in particolare, al presidente Scopelliti «l’immediato ritiro del decreto 191/2012 e già si sono attivate e ancor più si attiveranno in ogni possibile sede, politica e giudiziaria, perchè ciò avvenga al più presto; diffidano le autorità competenti a portare a ulteriore compimento il decreto 191/2012 per i danni alla salute delle popolazioni che da ciò deriverebbero» e sottolineano «il clima di allarme e tensione sociale che il decreto ha determinato sul territorio con il timore di imprevedibili sviluppi».

TALARICO(IDV): ERRORE UNICO SPOKE CASTROVILLARI-ACRI

Mimmo Talarico, consigliere regionale Idv, ha presentato un’interrogazione a risposta immediata al Presidente della Giunta Regionale, On. Giuseppe Scopelliti, in ordine all’ Accorpamento in un unico spoke dei presidi ospedalieri di Castrovillari e Acri per sapere quali urgenti iniziative, ognuno per quanto di sua competenza, si intendano adottare per giungere quanto prima all’annullamento del citato decreto n.191, al fine di garantire il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, alle popolazioni del Pollino e della Sibaritide. “La Regione Calabria – scrive Talarico nell’interrogazione- è sottoposta a regime di commissariamento nel settore sanitario, ai fini del rientro dai disavanzi economici accumulatisi in anni di cattiva gestione e con decreto n.18 del 22.10.2010 è stata programmata la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, prevedendo, per la provincia di Cosenza, tre ospedali di riferimento, denominati ospedali spoke e due ospedali di montagna, nei comuni di Acri e S. Giovanni in Fiore; in data 20 dicembre 2012, da parte del Presidente della Giunta Regionale della Regione Calabria, nella qualità di Commissario ad acta, è stato sottoscritto il decreto n.191 avente per oggetto “Integrazione riordino rete ospedaliera ex DPGR n. 18/2010. Accorpamento in un unico spoke dei presidi ospedalieri di Castrovillari e Acri” e le previsioni contenute nel decreto non corrispondono alle reali esigenze di salute delle popolazioni interessate, andando a ledere, di converso, il diritto alla salute dei cittadini dell’intero, e vasto, comprensorio Pollino- Sibaritide. In tale decreto – continua ancora Talarico- si fa riferimento ad una presunta impossibilità strutturale ad attivare, nel Presidio ospedaliero di Castrovillari, ulteriori posti letto per le attività sanitarie previste per gli spoke nel DPGR n. 106/2011, mentre è facile constatare la presenza di spazi ampi ed adeguati per collocarvi i posti letto previsti, per come tra l’altro è stato certificato dallo stesso Direttore Sanitario dell’Ospedale di Castrovillari e nello stesso decreto, sono contenuti, peraltro, anche evidenti e sostanziali errori, relativamente, ad esempio, alla distanza tra i due ospedali (indicata in 41 chilometri, mentre è invece di oltre 60) ed alla qualità della viabilità che li collega (definita “consona alla percorribilità richiesta per raggiungere ciascun presidio ospedaliero in meno di 60 minuti da parte degli utenti nell’ambito territoriale su cui insistono i due presidi”, mentre, in realtà tale previsione appare del tutto irrealistica, specie d’inverno quando le tortuose strade di montagna che conducono ad Acri sono normalmente innevate). Dunque, alla già estrema precarietà logistica e ai tempi di percorrenza, del tutto incompatibili con i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), si unirebbe un consistente aumento della spesa, in quanto sarebbe necessario assicurare collegamenti stabili e frequenti tra i due ospedali. L’attuazione del decreto n.191 – conclude Talarico- determinerebbe un peggioramento dell’offerta sanitaria ai cittadini, con un aumento dei costi, in contrasto quindi anche con gli obiettivi di risparmio del Piano di Rientro”.