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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Cosenza, concluso secondo giorno incontri Labor 2015 Le conclusioni affidate a Viscomi, vicepresidente della Regione

Cosenza, concluso secondo giorno incontri Labor 2015 Le conclusioni affidate a Viscomi, vicepresidente della Regione
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Tanti interventi, altrettante testimonianze, una certezza: fare impresa
in Calabria è una vera impresa, ci vuole coraggio, non è da tutti.
Parole comuni, comuni pensieri fra imprenditori, rappresentanti della
politica e del sistema bancario, docenti universitari e l’amara
consapevolezza che in Calabria non si possono imputare alla crisi tutte
le difficoltà che incontrano gli imprenditori. Perché “la nostra regione
presenta della criticità che preesistono alla crisi stessa e che
probabilmente non ci consentiranno di ricominciare a camminare come
invece stanno già facendo alcune aziende del nord e del centro Italia”
ha detto nel suo intervento Franco Napoli, presidente di Confapi
Calabria. “Eliminare l’improduttività, invece, consentirebbe di cambiare
davvero pagina. – ha continuato Napoli, che ha poi concluso con una
proposta – Destinare una parte dei beni confiscati alla ndrangheta (che
valgono, si dice, circa 40 miliardi di euro) a patrimonio dei confidi
calabresi.”
E di confidi ha parlato tra l’altro anche Renato Pastore imprenditore
del settore informatico, gia’ presidente di Confindustria Cosenza. “E’
necessario potenziare le risorse per i confidi alle imprese calabresi
per consentire alle imprese di restare sul territorio. – ha detto
Pastore – È il sistema delle piccole banche e dei confidi ad erogare il
poco credito che c’è, perché le grandi banche hanno completamente
disimpegnato la Calabria, che viene vista come un rischio reale anche
per le operazioni a basso costo.”
È la burocrazia il primo male per le imprese calabresi, secondo Andrea
Manna, presidente dell’ordine dei Commercialisti di Cosenza. “La
burocrazia rappresenta forse la maggiore voce di spesa per gli
imprenditori, insieme alle tasse – ha continuato Manna – quindi la
semplificazione sarebbe la più grande delle conquiste”.
Positivo, come è nello spirito del Labor 2015, l’intervento del
professor Franco Rubino: “Crisi è una parola che viene dal greco e vuol
dire opportunità. Dovremmo trasformare le criticità di questa crisi in
opportunità. Possiamo farcela se recuperiamo fiducia, senza non andiamo
da nessuna parte”.
Tante le testimonianze di imprenditori calabresi che hanno raccontato
storie di successo anche nelle difficoltà, come la storia di Andrea
Paola, imprenditore ultratecnologico di Rogliano che in dieci anni ha
costruito un’impresa vincente e moderna, la Europan (un fatturato da 4
milioni di euro) che produce rivestimenti leggeri, resistenti e a
impatto zero.
Conclusioni affidate ad Antonio Viscomi, vicepresidente della Regione
Calabria. “Non ho sentito una distanza significativa fra le istanze
portate avanti qui stasera anche con passione e preoccupazione dagli
imprenditori e le necessità percepite chiaramente dalla nostra
amministrazione e puntualmente affrontate con l’ultimo POR 2014/2020. –
ha sottolineato Viscomi – questo è un segnale positivo che testimonia
una identità di visione e una vicinanza fra la cosiddetta base e le
istituzioni”.
Lo sanno tutti – ha continuato Viscomi – ci sono due modi per vendere
abbattere i costi o migliorare la qualità. Abbassare i costi non
possiamo perché non possiamo competere con realtà come la Cina per
esempio è una scelta perdente. Allora dobbiamo migliorare la qualità, ma
non si può se manca il sistema territoriale. Non ci deve essere
competizione fra azienda e azienda ma fra sistema territoriale e sistema
territoriale. Le aziende di un medesimo sistema devono sostenersi
reciprocamente.”
Un intervento all’insegna dell’ottimismo e della fiducia anche quello
del vicepresidente Viscomi: “Recuperare la fiducia è tutto. Dire tutto
il male di questa regione è un atteggiamento sbagliato, perché la
Calabria è a macchia di leopardo, sono tante calabrie messe insieme,
tante isole. Dovremmo cercare di creare una comunità e sentirci un’unica
comunità. – ha concluso Viscomi – Dobbiamo mettere a capitale, a reddito
le nostre eccellenze ma per farlo dobbiamo essere consapevoli delle
nostre deficienze e contribuire a colmarle. Se stiamo insieme e ci
sentiamo comunità possiamo farcela”.