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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Convalidato il sequestro degli immobili di Giuseppe Nirta

Convalidato il sequestro degli immobili di Giuseppe Nirta

| Il 11, Gen 2013

I conti correnti tornano a disposizione dei familiari

# Sequestro beni Nirta, il Tribunale si riserva 

Maxi sequestro di beni al clan Nirta. Sigilli a conti correnti e beni tra Aosta e Calabria 

Convalidato il sequestro degli immobili di Giuseppe Nirta

I conti correnti tornano a disposizione dei familiari

 

 

AOSTA – Restano sotto sequestro i beni immobili (valore circa 700.000 euro) riconducibili a Giuseppe Nirta, di 60 anni, di Quart, in carcere a Bologna dove sconta una condanna a 7 anni e 8 mesi per narcotraffico internazionale. Lo ha stabilito oggi il tribunale di Aosta, accogliendo la richiesta della procura di Torino. Sotto sequestro anche due conti in Svizzera – del valore di circa 933.000 franchi – mentre tornano a disposizione dei familiari quattro conti correnti (circa 20.000 euro). Nell’udienza del prossimo 5 febbraio sarà esaminata la provenienza di ciascun bene anche in base ai documenti presentati dalla difesa. Lo scorso 5 gennaio, con un provvedimento d’urgenza, il presidente del tribunale di Aosta Massimo Scuffi aveva disposto il sequestro su richiesta della procura di Torino (pm Alberto Ernesto Perduca e Giuseppe Riccaboni), secondo cui c’é una “accertata sproporzione tra i redditi dichiarati da Giuseppe Nirta e l’ingente patrimonio riconducibile allo stesso, che si assume accumulato attraverso le attività illecite”. In aula, lo scorso 8 gennaio, la stessa procura, insieme al pm Pasquale Longarini, ha chiesto la convalida del sequestro mentre la difesa (avvocati Mauro Ronco, Rosalba Cannone e Paolo Pacciani) ha prodotto della documentazione col fine di dimostrare la provenienza lecita dei beni. Gli immobili di cui è stato chiesto il sequestro sono 16, tra cui quattro abitazioni, in Valle d’Aosta e Calabria. Insieme al fratello Domenico Nirta e ai nipoti Franco e Roberto Di Donato, Giuseppe Nirta era stato arrestato nel giugno del 2009 dai carabinieri di Aosta e del Ros, coordinati dalla Dda di Torino. L’accusa riguardava un traffico internazionale di cocaina proveniente dalla Colombia.