Comune Napoli, salta lo scioglimento per un vizio di firma
redazione | Il 04, Mar 2011
Iervolino: “Perdenti ma fedeli agli elettori”
Comune Napoli, salta lo scioglimento per un vizio di firma
Iervolino: “Perdenti ma fedeli agli elettori”
(ANSA) NAPOLI – Salta per ora lo scioglimento del comune di Napoli per un vizio relativo alla firma di uno dei 31 dimissionari: non sarebbe stata rispettata la norma circa la delega al notaio per la presentazione delle dimissioni e, quindi, la procedura si e’ interrotta. Le irregolarita’ riscontrate dalla Prefettura partenopea nella documentazione riguardano la firma del consigliere dell’Udc Fabio Benincasa, la cui presentazione violerebbe l’articolo 38 del decreto legislativo 167/2000. Dalla documentazione di Benincasa depositata al protocollo del Comune – si rileva nella nota inviata stasera alle 22 dalla prefettura al segretario generale del Comune di Napoli – ”non risulta alcun riferimento alla delega conferita al notaio Bellecca a presentare le dimissioni al protocollo dell’ente, delega esplicitamente richiesta dall’articolo 38 del decreto”. La conseguenza e’ che non risulta rispettata la norma in relazione all’autentica della delega stessa inficiando cosi’ la validita’ delle dimissioni stesse e facendo venire meno il numero necessario delle trentuno dimissioni, condizione necessaria perche’ il Consiglio Comunale possa essere sciolto. Procedura alla quale, almeno per il momento, per effetto delle irregolarita’ riscontrate, non si puo’ dare corso. Ma non c’e’ solo il vizio riscontrato nelle dimissioni del consigliere Benincasa a contribuire allo stop nelle procedure di scioglimento: nella nota a firma del prefetto di Napoli Andrea De Martino si fa riferimento anche ad altre irregolarita’. ”In vista di una ulteriore valutazione da parte di codesto ufficio – si legge – ai fini di un esame preliminare della sussistenza dei requisiti di legge prescritti si evidenzia l’illegittimita’ di dimissioni sottoposte a condizione nonche’ di atti di delega non espressi in forma scritta e inequivoca, in particolare quanto ai compiti delegati”. ”Si rileva da ultimo – si conclude la nota del prefetto – con riferimento alle dimissioni presentate dai consiglieri Stanislao Lanzotti, Francesco Vitobello, Enrico Lucci e Francesco Carbone che la condizione apposta ‘con l’intesa che tale decisione dovra’ seguire le consequenziali precedure attraverso le forme convenute non appena altri 31 consiglieri avranno anche essi rassegnato contestualmente le loro dimissioni’ non si e’ di fatto verificata”.
IERVOLINO, PERDENTI MA FEDELI AGLI ELETTORI – Rosa Iervolino Russo e’ andata all’attacco. Il giorno dopo che 31 consiglieri comunali, firmando le dimissioni hanno decretato di fatto lo scioglimento del consiglio comunale di Napoli con poche settimane di anticipo rispetto alla scadenza naturale, chiede alla magistratura ”di metterci il naso”. Sostiene di non aver prove – ”altrimenti sarei andata in procura” – ma qualche sospetto sulla decisione di qualche consigliere. L’ex ministro degli Interni, che ha sfiorato anche la designazione per il Quirinale, oggi nel corso di una conferenza stampa – tenuta nella sala giunta gremita non solo di giornalisti ma anche di dipendenti pubblici e politici – ha puntato l’indice contro i ‘voltagabbana’, accusando quel ”folto gruppo di persone elette col centrosinistra che ha ritenuto piu’ comodo per il suo futuro passare col centrodestra”. Per Iervolino lo scioglimento anticipato del consiglio rappresenta un colpo durissimo, con danni gravissimi, innanzitutto di immagine, per una citta’ ”che ha espresso tre Capi di Stato e che, per amministrarsi, non credo abbia bisogno di un commissario, anche se bravissimo”. Ma lo scioglimento, a suo giudizio, bloccheranno diverse attivita’ che erano state gia’ programmate per i mesi di marzo e di aprile. ”Io e miei assessori – ha proseguito Iervolino – siamo fieri di essere perdenti perche’ mai abbiamo pensato, neanche per un solo momento, di voltare gabbana”, rimarcando una fedelta’ di fondo ”ad un disegno di democrazia partecipata”. Lei avrebbe resistito fino all’ultimo minuto per mantenere fede ad un ”patto fatto cinque anni fa con gli elettori”. ”Abbiano assistito in consiglio comunale ad una scena un pochino comica – ha aggiunto il sindaco – con il gruppo del Popolo della Liberta’ che era eterocomandato da un ‘grande capo’, che ha seguito tutta la seduta”. ”Cerco di pensare sempre in positivo, andando via cerchero’ di cancellare i vermiciattoli che ho conosciuto da queste parti. Ricordero’ invece le tante persone perbene che hanno fatto le nozze con i fichi secchi, realizzato cioe’ cose con poche risorse – ha affermato – e il mio ultimo pensiero va a tutte quelle persone che mi hanno voluto bene”. ”Su un punto sono molto ferma: disprezzo per chi va disprezzato e affetto per chi lo meriti. Siamo liberi e forti – ha concluso – il nostro bilancio e’ povero come tutti i bilanci dei Comuni d’Italia. Per ogni capitolo avremmo fatto il confronto tra il 2010 e 2011 per mostrare chiaramente che ci sono state riduzioni. Non servono sedute spiritiche o fantasmi per scoprire aspetti nascosti sul bilancio del Comune di Napoli”. ”Se in cinque anni non avete capito il bilancio del Comune di Napoli, che volete capire?”, ha detto infine replicando ai consiglieri del centrodestra che piu’ volte hanno affermato di volere gli ispettori del Ministero dell’economia per fotografare la reale situazione delle casse comunali.
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