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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 25 APRILE 2024

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Cittanova, centrodestra evoca manette. Attacca Antico ma poi arriva Foci Manifestazione della coalizione di Cannatà che inaspettatamente si scaglia contro la terza lista

Cittanova, centrodestra evoca manette. Attacca Antico ma poi arriva Foci Manifestazione della coalizione di Cannatà che inaspettatamente si scaglia contro la terza lista
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di Agostino Pantano

Fosse stato un direttore d’orchestra, Alessandro Cannatà, senza tema di smentita avremmo detto che ieri sera quanto meno ha sbagliato i tempi, e che Diomede Marvasi – il patriota risorgimentale che dà il nome alla piazzetta dove il centrodestra si è ritrovato – certamente avrebbe chiamato “prodi, valorosi e resistenti” i sostenitori che hanno seguito l’incontro fino a sera inoltrata.
«La temperatura sta scendendo», dirà il candidato a sindaco accorgendosi in coda al suo intervento finale che Cittanova non è Capri, che la lingua di sedie sistemate davanti a lui si stava asciugando, che il “dado è tratto” ma neanche in campagna elettorale la perfezione esiste.
E siccome in politica anche i tempi, dell’orologio, sono una variabile frutto di una scelta precisa – figurarsi quelli della storia che si vuol rappresentare nella sfida che finisce domenica – bisognerà aspettare l’apertura delle urne per capire se questa particolare manifestazione cominciata tardi e finita tardissimo avrà pagato oppure no.
Non che siano mancate le scintille, con il candidato Ferdinando Milicia che in avvio ha attaccato l’amministrazione di centrosinistra per «i concorsi in odore di manette» – in riferimento ai posti da coprire nel settore Tecnico e Ragioneria – in una piazza che, anche nella logistica, ha descritto nuovamente il punto politico, l’incognita filosofica, di uno schieramento che, dirà Domenico Bovalino, «vuole unire tradizione e innovazione digitale».
Intento nobile raffigurato dalle gigantografie dei questionari che la componente “Cittanova 4.0” ha somministrato in questi giorni e delle foto di angoli sporchi del paese, modernissimo sipario sistemato accanto al pubblico più come paravento aspromontano, però, rispetto alla lunga sequela dei manifesti scritti in questi 5 anni di opposizione da Cannatà e collocati – con metodo classico – al muro opposto, in un palazzotto antico sembrato, sempre di più, il glorioso ma unico quartier generale possibile per un centrodestra che il suo leader ha voluto senza altri generali, per ora.
E infatti, la chiarezza identitaria di un Domenico Fonti, che da destra ha chiamato traditore chi nel «2014 si era candidato contro la sinistra e oggi è con loro», e qui il riferimento è sembrato al giovane sociologo Francesco Rao che corre per un seggio con gli uscenti di Francesco Cosentino e curiosava democraticamente in piazza; oppure, la rilevantissima novità politica dell’uno-due contro il terzo aspirante sindaco Domenico Antico assestato da Bovalino e Milicia – che hanno definito «balle spaziali» e «programma evanescente in cui non si indica come reperire le risorse per opere mirabolanti» il manifesto di questa lista che sta occupando la casella del malcontento; e infine, l’attacco dell’ex assessore Giuseppe D’Angeli che ha rimproverato che «il Comune è sotto di 2 milioni per pagamenti non fatti»: tutta la più spumeggiante e variegata comunicazione politica di questi tempi, liquefattasi, apparentemente sprecata, nell’organizzazione voluta dalla coalizione per questo “raduno degli infreddoliti”.
Cannatà infatti per la serata ha scelto la formula della “coalizione che recepisce il documento di un’associazione” terza, e se per lo scorrere delle lancette ha certamente influito – diciamo così – il protagonismo esagerato del presidente Armando Foci chiamato dal pubblico, per trasformare una piazza calda in una convention dalla bussola impazzita ha sicuramente pesato il cortocircuito contenutistico che ne è venuto fuori.
Roba che neanche il liberale Marvasi avrebbe sopportato, questo passare dall’avvincente discorso di Bovalino – che spiegando l’idea di «smart town» ha parlato di «una villa che possiamo trasformare anche in giardino virtuale» per un’idea giovane della città – a quell’insopportabile “so tutto io” di una società civile che il centrodestra ha agganciato pubblicamente a pochi giorni dal voto più per una formula elettorale misteriosamente alchemica, che per altro.
Tanto è vero che Cannatà neanche l’ha sfiorato il discorso sull’efficientismo amministrativo che ha voluto fare l’architetto in pensione Foci, quel documento da questi offerto come una lezioncina in cui il «vi spiego come si spendono i fondi europei», il rosario di «i sindaci della città degli ulivi pensano solo alle cariche», «gli amministratori di Cittanova non hanno ragionato in rete», «la città metropolitana ha fallito» e via lamentando, sarebbe sembrato solo un pesante sfogatoio al crepuscolo di una sera che diventerà notte tra queste parole, se non fosse stato che l’ex capotecnico della Comunità Montana – ricordato anche perchè nel marasma del suo disciolto ente si autoliquidava legittimamente per la progettazione, nelle vesti di ragioniere, a proposito di efficienza – con la sua confessione finale ha chiuso il sipario da “scherzi a parte” con una gag finalmente senza mentite spoglie neutrali: «la sede di Calabria Verde non serve – ha detto lo storico dominus di un ente da non prendere affatto ad esempio, spiegatelo ai giovani – io sono nostalgico degli enti montani benché non li abbiano fatti funzionare».
“Sbalasciu”, avrebbe detto anche il giurista Marvasi.
Dopo cotanta saggezza da società civile, quel che resta della serata ha offerto un Cannatà che ha parlato per veloci flash sempre di quel “noi” che è la sua vecchia amministrazione sconfitta 5 anni fa «che ha pagato i debiti, ha stabilizzato gli Lsu, siamo stati noi a fare il teatro», con un’unica stoccata degna di un allenatore fuoriclasse che – prima di mandare al tè gli astanti sperando che rimangano ardimentosi – accusa: «ci devono spiegare come mai da uno studio commerciale di Taurianova arrivano due impiegati dell’ufficio ragioneria».
E stasera si torna in una piazza più grande, intitolata all’eroe dei “mille” non a caso, per una intervista collettiva ai 3 candidati a sindaco organizzata da Radio Eco Sud alle 19: e non manca chi, anche in questo caso, spera che non si faccia… troppo tardi.