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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Clima rovente all’interno della maggioranza gioiese I consiglieri replicano all'ultimatum di Pedà

Clima rovente all’interno della maggioranza gioiese I consiglieri replicano all'ultimatum di Pedà
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Se richiedere la convocazione del consiglio comunale vuol dire “ricattare” il Sindaco, Pedà ha perso il lume della ragione…o forse pensa di aver trovato il modo più semplice per scaricare le sue scelte scellerate.

Che il Sindaco fosse stanco di affrontare i problemi della città non è un mistero, lo aveva detto e ridetto più volte pubblicamente, ma se il primo cittadino e il suo braccio destro pensano di far ricadere su noi consiglieri le responsabilità della crisi della sindacatura no, noi non ci stiamo.

Prima la pietra gettata nello stagno dall’assessore alla cultura per smuovere le acque, poi gli attacchi mediatici incessanti ai consiglieri – rei di aver chiesto il ritiro delle deleghe all’assessore contestato dall’intera città e di aver formulato un’inesistente richiesta di revoca della delibera di spesa dello spettacolo del giornalista Travaglio – per non dimenticare le provocazioni sui social network (dalla ballerina di Erode, ai demoni della cabala ebraica, tutti nomignoli utilizzati per deridere i sottoscritti) e la “minaccia finale”: se non vi sta bene il mio esecutivo ve ne andate, ma la colpa del commissariamento sarà vostra. No caro Sindaco, se vuoi che il tuo mandato finisca qui la colpa non è nostra, ma tua e del tuo braccio destro, assumitene le responsabilità.

Non si governa chiusi “a due” nel segreto; non si assumono arbitrariamente scelte politiche che impegnano all’esterno senza consultare i consiglieri espressione politica di quella città per cui oggi governi; non si fa politica a colpi di articoli di carta stampata facendo finta di non accorgersi che le notizie arrivano prima ai giornali che agli organi preposti (come il recente caso dell’esposto indirizzato da un consigliere a diverse istituzioni per denunciare un presunto abuso, rivelatosi un falso e portato a conoscenza del consiglio comunale solo dopo l’uscita sui quotidiani); non si può perseguire una politica votata alla provocazione al prezzo di sacrificare città e cittadini, com’è avvenuto in occasione delle elezioni della città metropolitana o della polemica con MCT che sta mettendo a rischio più di 400 posti di lavoro.

Anziché giocare a braccio di ferro con la maggioranza, perché il Sindaco non ha pensato di risolvere la crisi di giunta che sta attraversando il suo esecutivo immobilizzandolo da quasi un mese non certo per colpa dei consiglieri?

Di fronte al tentativo del traghettamento in sordina della città dal centrodestra all’estrema sinistra, operato da un assessore non eletto con l’appoggio apparente del Sindaco, si è reso necessario convocare un consiglio comunale al fine di bloccare il tentativo di ribaltare le scelte espresse dai cittadini gioiesi nel giugno scorso sia in ordine all’identità politica della coalizione di governo, che sui loro rappresentanti. Dunque non un ricatto, ma un dovere dei consiglieri per onorare il voto ricevuto dai loro elettori.

Diversamente, meglio tre mesi di commissariamento per ridare subito alla città la possibilità di scegliere, anzichè subire tale scempio. Che il Sindaco e il suo assessore vice si assumano davanti alla città la responsabilità di questo modo assurdo di fare politica, senza contare sul “finto martirio” nella speranza di traghettarsi insieme verso esperienze politiche più fortunate…la città ha capito da tempo chi sono i veri complottisti.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, il capogruppo di “Alternativa per Gioia”, il capogruppo di “Area Popolare”, il capogruppo di Forza Italia, il capogruppo della lista “I quartieri” nel Consiglio Comunale di Gioia Tauro