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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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Cittanova, appuntamento con l’arte di Salvatore Insana La mostra "Siamo qui per restare_ Hic Manebimus Optime" renderà omaggio ai 400 anni di fondazione della città

Cittanova, appuntamento con l’arte di Salvatore Insana La mostra "Siamo qui per restare_ Hic Manebimus Optime" renderà omaggio ai 400 anni di fondazione della città
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Siamo qui per restare_ Hic Manebimus Optime, si rinnova con l’appuntamento di finissage della mostra di Salvatore Insana previsto per Domenica 28 ottobre ore 18:00 negli spazi de La VILLA (già villa Zito de Leonardis) in via Vincenzo Zito n° 85 a Cittanova (RC). Una retrospettiva (2008/2018) a cura di Nino Cannatà, pensata in occasione della celebrazione dei 400 anni dalla fondazione di Cittanova e insieme, dei primi dieci anni della ricerca di Salvatore Insana nel vasto campo delle arti visive, presentata nel suo paese di origine in una corposa rassegna di opere (fotografie, video, performance). Una importante produzione che coincide come prima residenza d’artista per l’inaugurazione di un ciclo di iniziative d’arte contemporanea presso La VILLA.

“La mia ricerca ha sempre oscillato tra la ferma volontà di restare (in un luogo, in un mondo) e quella ancora più pressante di andarsene, di consentire alle spinte centrifughe di fare il loro corso, e portarmi altrove. Ma restare è innanzitutto all’interno dell’immagine, dentro di essa, dentro la sua ambigua e trascinante forza mistica, lirica, un atto di resistenza”. Tra gli interventi per il finissage sono previste le performance di Danila Gambettola, danzatrice e coreografa calabrese e Elisa Turco Liveri che con Salvatore Insana forma il collettivo Dehors/Audela. A seguire, un dialogo a più voci e più linguaggi con la partecipazione di Mattia Biondi, curatore del Laterale Film Festival e filmmaker, Alberto Gangemi, semiologo, Giuseppe Guerrisi, scultore e membro del duo Zeroottouno e Sisetta Zappone, artista grafica, rispetto alle suggestioni legate alla mostra sulle varie accezioni del “restare”, e interrogandosi così anche su quali possano essere i “momenti rifondativi”.

A partire dal Vernissage della mostra, avvenuto lo scorso 10 Agosto con un primo dialogo sull’arte con il maestro Cesare Berlingeri, Veronica D’Auria, curatrice del C.A.R.M.A. (Centro d’arte e di ricerche multimediali applicate di Roma), Pasquale Fameli, critico (Università di Bologna) e con la presenza di Elisa Turco Liveri, figura fondamentale per la realizzazione di molte delle opere esposte, sono stati previsti una serie di incontri in forma di work in progress con artisti, critici e partner attenti ai linguaggi dell’arte contemporanea e all’opera di Salvatore Insana. Vista l’evoluzione progressiva degli eventi, il finissage non è un momento conclusivo ma un’occasione di rilancio, attraverso il dialogo e al fine di raccogliere nuovi contenuti per la realizzazione del catalogo della mostra. Un progetto promosso da LYRIKS con il patrocinio del Comune di Cittanova in collaborazione con CSI Magazine, WunderKammer/dislocata, media partner Sinergy / Cittanova, Progetti Digitali multimedia.

“Siamo qui per restare. Siamo qui per arrestare il corso inevitabile delle cose. Per arrestare la fuga dal presente. Qui staremo bene perché lasciamo tempo al tempo. Perché lasciamo che lo spazio dialoghi con il corpo, con esso si incontri e si scontri, in simbiotica attitudine”. La frase che dà il titolo alla mostra, citata in un’iscrizione all’ingresso di Villa Zito de Leonardis, è sinonimo di ferma decisione, di volontà, di resistenza e di tenacia. Un centurione romano, secondo Tito Livio, avrebbe pronunciato dopo l’incendio di Roma da parte dei Galli (390 a. C.), ‘signifer, statue signum; hic manebimus optime’ [Pianta l’insegna qui, alfiere; questo è il posto giusto per noi!], invitando il suo drappello a fermarsi nei pressi della Curia, e che, udite dai senatori, i quali stavano appunto deliberando sul trasferimento della capitale a Veio, furono interpretate come un ammonimento divino contro quella deliberazione. La frase fu ripetuta anche da Quintino Sella quando Roma divenne capitale d’Italia, fu poi usata da Gabriele D’Annunzio durante la sua campagna di Fiume nel 1920.