Cinquefrondi, Michele Conia si dimette dalla carica di sindaco Queste le parole del primo cittadino in un post su Facebook: "Negli ultimi mesi ho visto venire meno la possibilità politico, tecnica e amministrativa di continuare a realizzare il programma ambizioso" - GUARDA
di Giuseppe Campisi
Cinquefrondi – Un fulmine a ciel sereno. Ma vista la modalità con la quale il primo cittadino Michele Conia ha rassegnato, al protocollo, le proprie dimissioni si potrebbe pensare che il malessere serpeggiava sotto traccia. L’esplosione di un malcontento per una gestione forse non difficile ma politicamente complicata quella del Comune affidata ad un sistema di pesi e contrappesi interni alla maggioranza che, forse, potrebbero essere divenuti insostenibili per il sindaco che ha, con l’atto odierno, praticamente rovesciato il tavolo facendo saltare l’intero consiglio. Conia vince le elezioni del 2015 con il 42,25% dei consensi ed una dote di 1760 voti.
Un’affermazione che lo stesso Conia aveva cercato da tempo – in contrapposizione al sindaco uscente Marco Cascarano ed a quello precedente Michele Galimi – costruendo la propria squadra di governo partendo dall’enfasi associativa di Rinascita per Cinquefrondi. Nei primi mesi del 2017 la sua elezione nella direzione nazionale del partito di Sinistra Italiana di cui entrò a far parte con una pattuglia di fedelissimi dopo la fine, sul piano personale, dell’esperienza di Rifondazione Comunista. E’ dello stesso periodo, però, lo scisma interno con il vicesindaco Giuseppe Longo che – per la sua personale traversata nel deserto della politica – si votò invece al Partito Democratico; quest’ultima vicenda è stata il prologo di una lunga serie di polemiche interne ed esterne alla maggioranza mai del tutto silenziate la quale, per metterci la pezza, non esitò far quadrato ed a giustificare che la politica locale e quella regional-nazionale non correvano sugli stessi binari ma anche tentando di smorzare i toni con le dichiarazioni di fedeltà del vicesindaco al mandato dei cinquefrondesi attribuito, appunto, attraverso la civica di Rinascita.
Rebus sic stantibus, la maggioranza ha proseguito comunque il suo lavoro, evidentemente, tenendo all’interno frizioni e malumori in un tumulto di divergenze – si potrebbe pensare – sulla gestione della cosa pubblica che, alla luce di quanto successo oggi, evidentemente, avranno contribuito a destabilizzare la governance di Conia il quale giusto ieri senza timore non aveva esitato a “sfidare” Sinistra Italiana sul piano dei contenuti annunciando la imminente nascita di un movimento politico-culturale con il quale intraprendere e continuare le storiche lotte per il territorio senza ingerenze romane. Ma, come s’è visto, la politica riserva sempre qualche sorpresa in più. In questi 33 mesi, o poco meno di mille giorni, se preferite, molto attiva si era dimostrata la maggioranza sul piano del fare, essendosi posta l’obiettivo principale di rilanciare l’immagine di Cinquefrondi impegnandosi sull’attuazione del programma presentato agli elettori.
Una pressione, c’è da immaginare, troppo forte forse sul piano delle aspettative e racchiusa tutta nell’espressione di Conia che recita, testualmente: «…negli ultimi mesi ho visto venire meno la possibilità politico, tecnica e amministrativa di continuare a realizzare il programma ambizioso e coraggioso di Rinascita per i quali tantissimi cittadini mi avevano dato fiducia». Un passaggio delicato che toccherà allo stesso sindaco spiegare in maniera più chiara ed articolata avendo dato appuntamento per il prossimo 18 marzo alle 18 presso la sala consiliare, giorno nel quale ufficializzerà formalmente la propria decisione. Intanto, cerchiamo di capire cosa succederà da qui in avanti. L’art. 53 del TUEL parla chiaro: le dimissioni del sindaco diventano efficaci e irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al Consiglio comunale. Durante quei 20 giorni, Sindaco, Giunta e Consiglio hanno solo poteri di ordinaria amministrazione. Dopo i 20 giorni è disposto lo scioglimento del Consiglio comunale (art. 141 del D.Lgs. 267/2000) con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno. Cessano parimenti anche tutte le cariche politiche, decadendo gli uffici di supporto all’Amministrazione e gli incarichi a contratto.
Il Prefetto nomina in questa fase un Commissario, detto Prefettizio, fino alla conclusione del procedimento di scioglimento che termina – con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno – entro 90 giorni. Entro il termine di 90 giorni, è nominato un commissario straordinario – sempre con decreto del presidente della Repubblica e su proposta del Viminale – i cui poteri sono identici a quelli, sommati, del Consiglio, della Giunta e del sindaco. Il rinnovo del Consiglio – ovvero le elezioni – deve coincidere con il primo turno elettorale utile previsto dalla legge. I consiglieri cessati dalla carica continuano ad esercitare, fino alla nomina dei successori, gli incarichi esterni loro eventualmente attribuiti. Ultimo appunto: paradossalmente le dimissioni potrebbero anche essere una opportunità per rafforzare politicamente la maggioranza. Od anche il tentativo di ridisegnare la mappa degli equilibri interni. Anche perché il tempo per trattare, come visto, c’è.
IL POST INTEGRALE PUBBLICATO SULLA PAGINA FACEBOOK DI MICHELE CONIA
“Questa mattina ho protocollato le mie dimissioni dalla carica di sindaco di Cinquefrondi. In questi due anni e mezzo ho dato la mia professione, la mia salute, la mia famiglia e la mia vita a questa attività con lo scopo di fare rinascere la mia amata cittadina, tanti risultati sono stati raggiunti, ma negli ultimi mesi ho visto venire meno la possibilità politico, tecnica e amministrativa di continuare a realizzare il programma ambizioso e coraggioso di Rinascita per i quali tantissimi cittadini mi avevano dato fiducia. Non interessandomi il ruolo di Sindaco per semplicemente avere una poltrona o per una indennità, ma come strumento di cambiamento reale dello stato di cose ho dovuto prendere questa decisione molto sofferta”.
“Lotto da quando avevo 16 anni per la mia cittadina e per il mio territorio, ma ho bisogno di farlo senza sentirmi ostaggio e principalmente di sentire la gioia di farlo e sentire anche quella di chi mi sta vicino. Il progetto di Rinascita della mia comunità per me resta prioritario rispetto ai ruoli o alle cariche. Chiedo umilmente scusa se in questi due anni e mezzo ho fatto degli errori oppure ho deluso qualche cittadino, ma, credetemi, ci ho messo davvero tutto quello che avevo spesso anche soffrendo in grande solitudine o prendendomi colpe e responsabilità non mie, sentendo il dovere di dimostrare all’esterno invece forza e coraggio. Il popolo di Cinquefrondi è e resta straordinario e io resterò sempre un suo figlio. Rinascita e tante donne e uomini dovranno continuare a trovare la forza ed il coraggio di sfidare le nomenclature, i poteri forti, gli apparati ed i vecchi giochi politici, quelli che mi hanno visto fin dall’inizio come un sindaco scomodo”.
“Non è un atto di vigliaccheria, ma di coraggio il mio, perché continuerò con tutte le mie forze a combattere contro questi “sistemi”, lo devo alla mia coscienza, a tanti di voi ed a mia figlia. Infine consentitemi di ringraziare chi mi è sempre stato vicino, chi ha sofferto con me e chi, come me, ha creduto e crede che Cinquefrondi debba rinascere. Vi aspetto domenica 18 marzo alle ore 18 presso la sala consiliare. Vi abbraccio tutti…”.