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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 08 DICEMBRE 2024

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Cinquefrondi, Longo il pomo della discordia? Consuntivo da rifare per Galimi, Alì e Chindamo che bocciano per il secondo anno di fila il lavoro svolto dall'amministrazione Conia. Giuseppe Longo sempre più compresso tra l'incudine dell'azione amministrativa ed il martello delle critiche del suo nuovo partito

Cinquefrondi, Longo il pomo della discordia? Consuntivo da rifare per Galimi, Alì e Chindamo che bocciano per il secondo anno di fila il lavoro svolto dall'amministrazione Conia. Giuseppe Longo sempre più compresso tra l'incudine dell'azione amministrativa ed il martello delle critiche del suo nuovo partito
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di Giuseppe Campisi

Cinquefrondi – C’è un dato che emerge in tutta la sua ineluttabile evidenza nel comizio tenuto ieri dal Partito Democratico cinquefrondese: la posizione assai poco invidiabile del vice sindaco e (neo piddino) Giuseppe Longo. Una ricollocazione politica che se da un lato, quanto meno a parole, è stata accolta nell’entourage democratico con il fervore del «valore aggiunto» dall’altra ha, in un certo qual senso, contribuito ad acuire le fratture e le distanze tra le parti rendendo sempre più difficile la convivenza bipartisan sui cui lo stesso Longo aveva deciso di puntare. Acque agitate nelle quali Galimi non ha glissato l’argomento dopo avere abbondantemente stroncato, quasi del tutto, il consuntivo 2017 presentato dall’amministrazione Conia di cui Longo è, peraltro, autorevolissimo rappresentante.

Un resoconto bocciato nella forma e nella sostanza, oltre che dal segretario, anche da Michela Chindamo e Maria Lucia Alì che partendo da quanto contenuto nella lista delle cose fatte dall’amministrazione Conia hanno provveduto a depennarne le voci. «E’ più importante la presenza di Nadia Toffa o quella di due consiglieri non votati?» ha esordito la giovane democratica Chindamo che non ha mancato di ricordare con una pungente stoccata – oltre all’aumento delle indennità ed il rincaro delle bollette – la presenza in giunta, per il tramite di Longo, del suo partito. La mediateca «un immondezzaio», la Casa della cultura non ristrutturata, i giovani del Servizio Civile usati «come decorazioni coreografiche» nelle manifestazioni pubbliche, il decadimento del progetto Borgo Futuro, il taxi sociale scomparso, il bilancio «presentato dietro diffida della Prefettura» ed un «paese in netto declino» sono state le linee guida dell’intervento della Alì, in atto di ribadire, ancora una volta, che «il Pd in consiglio comunale rimane all’opposizione senza inciuci». Come si dice? Chi ha orecchie per intendere, intenda. E non poteva certo mancare il carico di Galimi, che ha bollato l’azione amministrativa fin qui condotta da Conia come «populismo fine a se stesso».

Dall’iniziativa “Anziani al mare”, l’inefficienza del nuovo ufficio segnalazioni, la pubblica illuminazione in via Matteotti e periferie, la scuola media in agonia, la futura mensa autogestita, all’annosa questione acqua è stata per la gestione Conia secondo Galimiuna Caporetto su tutti i fronti. Fino ad arrivare alla inevitabile, la questione Longo. Faccenda spinosa tanto per Galimi quanto per Conia. La scelta dell’ex consigliere provinciale di accasarsi in casa democratica non avrà certamente fatto fare salti di gioia né al sindaco e forse neanche a Galimi che pubblicamente (quanto inevitabilmente) predica aperture ed accoglienza a braccia aperte. Sapevano bene tutti e tre (Longo compreso) che sarebbe stata una ricollocazione complicata, una transazione delicata, certamente non priva di contraccolpi, difficile da depotenziare nelle polemiche intra ed extra consiglio comunale pur nella meritoria volontà di Longo a voler mantenere fermamente inalterato il patto elettorale. Ma questa ne è stata la riprova.

«Lo dico chiaramente a Longo – è stato uno dei passaggi-chiave di Galimi – noi siamo diversi per le cose che abbiamo detto. Su questa strada non ci incontreremo mai». E poi ancora: «Quando vuole frequentare la sezione la porta è aperta. Noi non intendiamo svendere il nostro patrimonio di unità a nessuno». Messaggi diretti e mirati che non lasciano nulla al caso e che non agevolano il lavoro di pontiere di Longo ma che anzi, forse, amplificano ulteriormente il trambusto politico di una maggioranza a trazione Sinistra Italiana chiamata a delineare gli equilibri di forza secondo una convivenza locale che rischia di divenire, di giorno in giorno, sempre più maldisposta e precaria. E qualcuno tra Longo, Conia e Galimi, in un tempo prevedibilmente non troppo lontano, potrebbe essere costretto, al di là delle singole raffinate strategie, a chiedere il divorzio da questo scomodo, quanto insolito, matrimonio a tre.