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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Cinquefrondi, Longo e il senso della politica che verrà Intervista con il vicesindaco della città

Cinquefrondi, Longo e il senso della politica che verrà Intervista con il vicesindaco della città
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di Giuseppe Campisi

Il vice sindaco Giuseppe Longo chiarisce le posizioni dell’amministrazione comunale alle prese con le questioni politiche locali in uno scenario a tutto campo su conurbazione, Città Metropolitana, sanità e legalità. Tra presunti inciuci, critiche e prese di posizione fatte di distinguo e diversa visione della cosa pubblica, tra la maggioranza a guida Conia e le minoranze di Upp e Pd il fuoco delle polemiche politiche è sempre vivo. Longo prova a fare chiarezza intervenendo su molti dei temi che in questi ultimi tempi hanno animato il dibattito politico in città.

Vicesindaco, c’è l’inciucio tra la destra cittadina ed il Pd del segretario Galimi?

Mi auguro di no. E poi non so se Ivan Raso sia davvero legittimato a parlare a nome di Uniti per il Popolo visto che in consiglio il gruppo ha già peraltro i suoi rappresentanti istituzionali. Per quanto riguarda il Pd, invece, forse è vittima dello spaesamento che sta vivendo a livello nazionale. Peraltro abbiamo lanciato un appello affinché tutti riscoprano il ruolo del consiglio comunale che necessita del pieno coinvolgimento delle minoranze.

Le critiche mosse dal Pd alla maggioranza trovano dunque un fondamento?

No, perché non trattano le vere questioni che stiamo tentando di affrontare come amministratori: ristrutturare la
macchina amministrativa e tecno-burocratica della città. Fare opposizione vuol dire anche non sottrarsi alle proprie responsabilità di consiglieri di minoranza e non scadere in polemiche sterili e senza contenuti.

A suo avviso, il Pd è ancora in campagna elettorale?

Guardi, in questo paese fino a prima del nostro arrivo non esisteva neanche quell’ordinario che ci viene contestato come esaltazione. Stiamo muovendo piccoli passi per far ritornare Cinquefrondi protagonista nello scenario pianigiano. Ma è chiaro che serve del tempo e che di questi passaggi di rivoluzione culturale le minoranze ne devono saper cogliere il significato. D’altra parte l’apprezzamento che riscontriamo anche fuori è notevole. Sappiamo che si tratta di un processo di cambiamento lungo.

Altra contestazione, quella di non aver approvato nei termini il bilancio di previsione e poi successivamente di averlo approvato, dietro diffida prefettizia, “vuoto e senz’anima”.

Altra questione strumentalizzata ad arte. Non siamo stati il solo comune diffidato dal Prefetto. Molti non sanno che da quest’anno sono entrate in vigore nuove regole e nuovi principi per la redazione del documento che hanno messo in difficoltà diverse amministrazioni. E poi il nostro, posso dirlo chiaramente, è un vero bilancio di sinistra. Un bilancio di risorse razionalizzate ed impiegate al meglio guardando all’inclusione sociale nonostante i tagli del governo. Penso, ad esempio, ai 16mila euro per lo spazzamento che impiegheremo dando occupazione a lavoratori cinquefrondesi.

Un bilancio di sinistra nonostante Renzi?

Sì. Un bilancio che taglia sprechi, che cerca di andare in contro ai più deboli, che taglia il costo dei servizi (acqua e spazzatura). Un bilancio che rispecchia il nostro programma e che comunque ci lascia insoddisfatti per via degli scarsi margini di manovra con cui ci siamo dovuti confrontare.

Sul fronte delle opere pubbliche non c’è davvero niente di nuovo sotto il sole? E’ tutta progettualità ereditata?

Il piano delle opere pubbliche da noi approvato per il biennio 2016-2017 non dice questo. Ci sono opere in esecuzione ed altre che presto partiranno dotate di fondi di bilancio e finanziamenti ottenuti. Come ad esempio una piazza con area verde in contrada Violelle (da 206mila euro, ndr), da sempre promessa e mai realizzata od il completamento del centro storico con altri 282mila euro di fondi regionali, o la ristrutturazione del parco giochi presso la villa comunale con altri 50mila euro. E ad horas attendiamo l’esito, che crediamo positivo, in merito ad un finanziamento dell’Ente Parco per la rivalorizzazione della “casermetta” e dell’area adiacente. E poi siamo
giunti finalmente all’appalto del nuovo liceo musicale grazie ai 2 milioni di euro aggiunti dalla Provincia, su mio impulso, ai 500mila del comune. Infine grazie al Patto per il Sud per la Città Metropolitana abbiamo ottenuto un finanziamento di 400mila euro per il rifacimento di Piazza Castello e vie limitrofe, mentre con il Patto per la Calabria abbiamo ottenuto 799mila euro per la ristrutturazione del plesso della scuola media. Tutto frutto del nostro impegno e del nostro lavoro. Anche se l’obiettivo resta il completamento del PSC, appositamente riadottato
in consiglio comunale, entro la fine del 2017.

La conurbazione dei cinque comuni del circondario crede sia un’operazione possibile?

Si tratta di un processo lungo e importante che necessita di una logica non campanilistica. Sono pessimista perché credo ci sia bisogno di un processo di sviluppo culturale e per raggiungere lo scopo la sola volontà non basta. E se, guardando ai comuni interessati, oggi le condizioni di affinità politica ci sarebbero è pur vero che ancora non
ci si è seduti a discutere fattivamente di questa possibilità utilissima in vista della Città Metropolitana. Diciamo che servirebbe un garante terzo che potesse coordinare il tavolo di discussione. Bisognerebbe pensare di cedere un pizzico di “sovranità” comunale per farne godere il complesso dei cittadini.

Già, la città metropolitana, quell’ente “ibrido” semisconosciuto specie nella governance

Ho l’impressione stia nascendo come un ulteriore entità strana ed astratta, lontana rispetto alle reali esigenze del territorio provinciale. Anche l’accelerazione di Falcomatà nell’indire i comizi per il 7 agosto per designare i 14 componenti del consiglio metropolitano mi pare una forzatura quasi a voler cancellare l’esperienza della vecchia Provincia, una corsa a chi arriva prima. La verità è che oggi non siamo pronti all’appuntamento. Mi sembra una realtà molto burocratica e poco politica.

Il Movimento 5 Stelle è da temere anche a livello locale oltre che su scala nazionale?

Io penso che stia raccogliendo i voti di protesta di tanti cittadini vessati e delusi da promesse non mantenute, specie a livello nazionale, avendo come controparte per la sinistra il governo Renzi. E l’assenza di politiche di sinistra, come abbiamo visto, si paga. E non è buttandosi a destra che la classe dirigente dei democratici guadagna voti. Ma l’antipolitica dei 5 Stelle non vuol dire necessariamente buon governo.

Pd, Oliverio, Scura, Sanità: un nervo scoperto ed un tema sensibile per i cittadini

Dico solo che la Calabria non ha avuto la forza di autodeterminarsi ed imporre una logica politica di buon governo
e buona politica in materia di Sanità. Non si risolve il problema con commissariamenti e tagli lineari. E poi il problema di incomprensione politica interna tra Oliverio ed il suo partito non ha certo giovato. Serve la gestione politica, non tecnica, della materia sanità. Prendiamo la battaglia per l’ospedale di Polistena: questo nosocomio non solo deve rimanere al suo posto ma deve essere potenziato senza dubbio. Si dovrebbe puntare di più e meglio su Polistena per l’entroterra e Gioia per la costa.

Parliamo della marcia in favore degli amministratori sotto tiro

Sembrerà strano ma gli amministratori in primis hanno bisogno di sentire la fiducia dei cittadini. Oggi amministrare mantenendo la schiena dritta è una della cose più difficili da fare con le responsabilità che ci sono. E la solitudine pesa specie quando bisogna fare scelte nell’interesse generale, con una burocrazia che certo non ti
aiuta.

Perché l’amministratore è sotto tiro?

Perché non si capisce che il politico da solo l’indirizzo alla cosa pubblica. Il malaffare invece pensa che ne segua anche la gestione e quindi attacca.

Cinquefrondi sta rinascendo? Dove vuole arrivare questa amministrazione?

Rinasceremo nella misura in cui riusciremo a non accettare più la rassegnazione. Magari partendo da cose piccole che altri credono effimere ma che invece servono, secondo noi, a ridare slancio ad una comunità lasciata per troppo tempo ai margini. E per cambiare lo stato della cose, chiediamo ai cittadini di sporcarsi le mani assieme a noi. Alla fine del nostro mandato credo che il risultato sarà quello di avere una Cinquefrondi migliore rispetto a quella che abbiamo trovato.