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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Galimi (Pd) misura il polso alla sanità della Piana Tecnici e politici chiamati a confronto sull'Atto aziendale dell'Asp reggina

Galimi (Pd) misura il polso alla sanità della Piana Tecnici e politici chiamati a confronto sull'Atto aziendale dell'Asp reggina
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L’occasione è di quelle ghiotte – il convegno per esplicitare l’Atto aziendale approvato lo scorso 03/03/17 dal management dell’Asp provinciale – affinché il segretario cittadino del circolo Pd Michele Galimi se lo potesse lasciar sfuggire per non provare a discutere di cosa e come la politica ed il Pd debbano intervenire per invertire la rotta di una certa claudicante sanità pianigiana che prova a serrare le fila e ripartire per offrire servizi ed eccellenze. Il tomo da 146 pagine, a sfogliarlo, sembrerebbe l’ennesimo libro dei sogni per ogni cittadino alle prese con lo spauracchio della sanità ma l’Atto aziendale partorito dopo anni di oblio si vorrebbe affermare come uno strumento di intermediazione tra le esigenze degli utenti e le pur vigenti normative concernenti la pianificazione regionale e locale alle prese con la tenaglia del piano di rientro. Ecco che allora, principi come le pari opportunità, l’equità, la responsabilità sociale diventano i punti cardini di un’azione che si spera non rimanga solamente carta scritta. «Occorre un ponte tra la politica ed i bisogni della gente – chiarisce subito Galimi – perché il diritto alla salute dev’essere il tema centrale della nostra azione politica. Non dobbiamo sentirci figli di un dio minore». Il punto è proprio questo: la sanità ed il diritto alla salute che molto spesso a queste latitudini restano lontani miraggi, incrementando copiosamente le code lunghissime delle migrazioni sanitarie. E la Piana assieme a tutta la provincia reggina non fanno difetto. «Basta essere il bancomat delle regioni del nord – continua il segretario -. Il messaggio che il Pd deve lanciare è che dobbiamo colmare questo gap perché ci sono tutti i presupposti per offrire buona sanità e poi anche che non possiamo mimetizzarci». Incremento degli organici, potenziamento delle strutture, miglioramento delle dotazioni strumentali sono solo alcuni degli aspetti che il coordinatore dei circoli Pd della Piana ha inteso far emergere nel suo ragionamento volto ad eliminare ogni possibile alibi al disfattismo imperante per rilanciare il tema di una sanità di qualità possibile nella Piana e non solo. Il commissariamento del comparto è in realtà poi, l’altro tema spinoso che Galimi affronta con la solita schiettezza: «Noi speriamo che, dopo Urbani, vada via anche Scura e che venga data la responsabilità della sanità a chi democraticamente è stato eletto» è l’augurio di rottamazione che, come un endorsement, gira dritto a Mario Oliverio, vero destinatario del suo pensiero. Il rilancio delle eccellenze e delle professionalità mediche è, a suo avviso, ai primi posti dell’azione che direzione sanitaria e politica dovrebbero compiere sinergicamente per apportare una svolta e «per fare leva sulle nostre risorse e valorizzare quello che abbiamo». E poi ancora: «basta fare il quaderno delle doglianze, perché con questa logica non andremo mai avanti» riflette Galimi pronto a fare invece la conta del buono esistente. E quando parla il suo riferimento è indirizzato allo spoke di Polistena «già rivitalizzato dall’innesto di dodici nuovi medici e dall’arrivo di macchinari più performanti» pur cosciente che se tanto non basta, quantomeno si sia arrivati a smuovere il problema. «Dobbiamo partire da quest’Atto per ricostruire la sanità che verrà» pur costipata nelle ristrettezze di un piano di rientro che nell’operato del commissario ad acta, secondo Galimi, non ha prodotto i risultati sperati e nel paradosso che vede la sanità assorbire oltre il 70% delle risorse del bilancio regionale (paria a circa 4 miliardi di euro, nda). La verità è «che vanno individuate ed azzerate le rendite parassitarie che ci sono, con atti di coraggio e prese di posizione utili a razionalizzare l’esistente» reclama a gran voce il segretario il cui sforzo è proteso anche alla medicina preventiva per «creare delle reti nuove di servizi». Il bisogno di una classe dirigente che dia indirizzi e contenuti corroborata poi da tecnici che li trasformino in servizi reali è il progetto a cui la politica dovrebbe tendere evidenzia ancora il segretario che si auspica «la rimozione delle storture e dei responsabili che le hanno provocate». «E’ arrivato il momento di parlare di meritocrazia, ad ogni livello, in maniera particolare nel campo medico» è stata quindi la parola d’ordine a cui affidarsi per non ripetere gli errori del passato, evitando dualismi e le diverse visioni della mission sanitaria regionale come quelle insistenti tra Oliverio e Scura con quest’ultimo «venuto semplicemente a fare il ragioniere», lasciando invece l’autodeterminazione ai territori. Ecco che allora non sarà facile ridisegnare la geografia sanitaria regionale e provinciale a cui peraltro guardano con estrema attenzione tutti e 97 i comuni dell’area ricadenti nei distretti Locride, Tirrenica e Area di Reggio Calabria e sviluppati nella struttura hub del Bianchi-Melacrino-Morelli di RC, negli spoke di Locri e Polistena e nei presidi ospedalieri di Gioia Tauro e Melito P.S. Perché quando si parla di offerta sanitaria provinciale si dovrebbe aver chiaro che ci si rivolge ad un tema che interessa una popolazione totale residente pari ad oltre 555 mila abitanti, pari ad oltre il 25% della popolazione residente calabrese. E l’Atto aziendale non sarà altro che il documento di partenza che Michele Galimi ed i suoi ospiti Francesco D’Agostino, vice presidente del Consiglio Regionale, Franco Pacenza, delegato del presidente Oliverio per la Sanità, Riccardo Fatarella, Direttore generale Dipartimento Tutela della salute e sanità della Regione, Giacomo Brancati, Commissario Asp di Reggio Calabria, e Sebi Romeo, capogruppo PD in consiglio regionale, moderati dal giornalista Gregorio Corigliano, proveranno a sviluppare il prossimo lunedì 6 marzo alle ore 17 presso la sala consiliare cittadina «perché – ha concluso Galimi – qui non se ne esce con le parole. Se ne esce con i fatti, perché al centro dell’azione ci deve essere l’interesse della gente». E dopo aver accumulato ritardi su ritardi e disastri su disastri, come dargli torto?