di Marilea Ortuso
Simulare un processo, per riflettete su cause ed effetti di esso, si può?
Sì che si può!
Dopo una lunga pausa dovuta al CoVid-19, all’Istituto d’Istruzione Superiore “N.Pizi” di Palmi si è ritornati, con grande entusiasmo, al Progetto “Ciak. Un processo simulato per evitare un processo vero” che ha visto, sabato 28 maggio, il Tribunale per i Minori di Reggio Calabria come sede per la performance definitiva.
Anche quest’anno attori protagonisti sono stati gli studenti del triennio, precisamente le classi IIIA e IIIB del Liceo Classico che, in vari ruoli, hanno simulato un processo la cui finalità è stata la lotta al bullismo e al cyberbullismo.
Un’attività in cui il Pizi ha profuso le sue energie negli anni precedenti, drammatizzando tutti i copioni per il momento previsti e riservandosi l’ultimo rimasto, ” La maschera”, per questa edizione.
Attrezzati di toga, martello e materiale di cancelleria, ogni studente ha recitato la propria parte, calandosi nel ruolo assegnato a ciascuno, avendone preso atto, preventivamente, grazie agli incontri formativi tenuti dalla Dottoressa Roberta Mallamaci e dall’Avvocatessa Gabriella Cavallo che hanno edotto i discenti sul mondo della giurisprudenza, su tutto l’iter di un processo minorile, sulle sue fasi processuali e nella riflessione sulla tematica molto attuale, qual è quella del bullismo.
La Dirigente Scolastica, Professoressa Maria Domenica Mallamaci, esprime così le motivazioni dell’adesione all’attività promossa nelle scuole grazie al prezioso contributo della Fondazione Carical e dell’Associazione Nazionale Magistrati: “La scuola ha senso solo quando interiorizza tutte le tematiche che la società esterna alle aule scolastiche affronta, promuove o discute per metterle al bando. Solo dal confronto con gli esperti dei vari settori sociali, civili e penali gli studenti realizzano limiti e spazi di una realtà non sempre facile nella quale vivono ogni giorno e che spesso li mette alla prova. Simulare un processo minorile vuol dire soprattutto lasciarsi educare al rispetto della libertà dell’altro, conoscendo regole e sanzioni, diremmo diritti e doveri, che stanno alla base di una sana e corretta convivenza umana”.
Docenti Referenti del Progetto, Professoresse Maria Bonfiglio e Clorinda Bruno.