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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Chizzoniti denuncia il fenomeno della prostituzione a Reggio Calabria

Chizzoniti denuncia il fenomeno della prostituzione a Reggio Calabria

“La città di Reggio Calabria era, fino a qualche anno addietro, l’unica città al mondo con un porto di mare senza prostitute”

Chizzoniti denuncia il fenomeno della prostituzione a Reggio Calabria

“La città di Reggio Calabria era, fino a qualche anno addietro, l’unica città al mondo con un porto di mare senza prostitute”

 

 

Segnala, formalmente, il fenomeno della prostituzione a Reggio Calabria il presidente della Commissione Speciale di Vigilanza del Consiglio regionale Aurelio Chizzoniti. Lo fa inviando una missiva al Questore della Provincia di Reggio Calabria, al Comandante il Gruppo Provinciale dei Carabinieri Reggio Calabria, al Comandante il Gruppo Provinciale della Guardia di Finanza Reggio Calabria, al Comandante il Gruppo della Polizia Provinciale Reggio Calabria, al Comandante il Gruppo della Polizia Municipale di Reggio Calabria, al dottor Gaetano Chiusolo Commissario Straordinario presso il Comune di Reggio Calabria e (per conoscenza) al dottor Federico Cafiero De Raho, Procuratore Capo della Repubblica Presso il Tribunale di Reggio Calabria ed al Prefetto della Provincia di Reggio Calabria.
“Sicuro interprete dell’unanime quanto preoccupato orientamento della collettività reggina, con spirito deferentemente propositivo e nel rigoroso rispetto dei diversi ruoli istituzionali dei destinatari della missiva”, il presidente Chizzoniti afferma che “La città di Reggio Calabria era, fino a qualche anno addietro, l’unica città al mondo con un porto di mare senza prostitute. Durante l’avvento di un Questore (che ha fatto carriera anche dopo il collocamento in pensione), si registrarono le prime timidissime apparizioni nei pressi della Villa Comunale, esattamente nelle vicinanze della abitazione del giornalista Saro Lombardo. Lo stesso, unitamente al compianto Alberto Calabrò (altro giornalista), segnalò al Questore pro-tempore l’anomalia della prostituzione in una città alquanto piccola e questi rispose che si esagerava poiché la vicina Messina era piena di prostitute. Questa visione lassista – argomenta Chizzoniti – e permissivista fu la fonte genetica della cruda realtà attuale, ex ante irresponsabilmente agevolata ed oggi pervenuta quale hereditas damnosa che non può e non deve essere governata con gli stessi parametri di tolleranza diffusi nelle grandi città italiane. Cento prostitute a Milano, Roma, Napoli producono un impatto minimale che non cinque nelle città piccole e segnatamente Reggio Calabria. Tra l’altro vi è qualcuna “governativa”, visto che preferisce sedurre proprio sotto la Prefettura (angoli via S. Francesco di Sales e via Cattolica dei Greci intersecanti via Vittorio Emanuele) ed altre che invece bivaccano incredibilmente anche nelle ore diurne nei pressi di Piazza Garibaldi, della Questura, via Marina, viale Genoese Zerbi etc.. etc… Vero è che – aggiunge Chizzoniti – la normativa vigente non punisce l’adescamento ma l’induzione e lo sfruttamento, ma questo non basta per affrontare il sempre più dilagante problema attraverso schedature o saltuarie azioni di disturbo che restano iniziative di superficie che eludono l’essenza del problema che non si risolve contabilizzando la presenza delle signore sui marciapiedi cittadini. Le stesse, fra l’altro, pare si avvicendino settimanalmente, ragion per cui l’archivio che le riguarda é fine a se stesso e costantemente inattuale. A mio modesto, sommesso e rispettoso avviso, bisognerebbe cominciare a chiedersi le ragioni per le quali una ragazza africana, sudamericana o Centroamericana, un bel giorno, guardandosi allo specchio, decida improvvisamente di trasferirsi altrove, optando proprio per la città di Reggio Calabria (che probabilmente neanche conosceva), magari scegliendo una cicogna quale mezzo di locomozione! Evidentemente esiste – chiarisce il presidente Chizzoniti – a monte una ben lubrificata organizzazione, stabilmente operante nel territorio, che si occupa del reclutamento, trasporto, alloggi e quant’altro necessario a perseguire gli obiettivi pianificati da una efficiente societas sceleris. Se ciò è, se queste ragazze sfidano chicchessia, da qualche mese esercitando anche di giorno (fenomeno sconosciuto finanche nelle città di Messina e Catania), evidentemente sanno di poterlo fare. In questo contesto, non sorprende più di tanto l’assoluto dominio criminale di Piazza Garibaldi, la cui area prospiciente un noto fast food di notte è totalmente al buio perché tutti i lampioni installati sotto gli alberi da sempre non sono in funzione e nessuno si preoccupa di ripristinarne la luminosità che, evidentemente, è di ostacolo per chi ivi imperversa ormai da troppo tempo. Guasto occasionale o funzionale sabotaggio? Un fatto è certo: in questa città, già gravata da tenebrose cappe politiche di certo non c’è bisogno dell’oscurità prefabbricata con la raffinata probabile complicità di chi non avverte il dovere di occuparsi della manutenzione. Cooperazione colposa o dolosa? In politica, quando non si vuole fare qualcosa si sostiene che “non è una priorità”. Ed io infatti capisco, sul versante esplorativo di una notitia criminis, che un’operazione contro una organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione non aiuta alcuna crescita professionale, di contro garantita da quelle condotte nei confronti di esponenti mafiosi cittadini e provinciali. Ma, per quel che mi riguarda – incalza Chizzoniti – non è condivisibile la selezione in chiave utilitaristica degli obiettivi investigativi, anche perché bisognerebbe domandarsi se la mafia possa veramente rimanere estranea a un business importante quale è quello dello sfruttamento della prostituzione. Oppure qualcuno ritiene che a Reggio si possano assumere simili lucrose iniziative fra l’indifferenza della criminalità organizzata? All’apprezzato dottor Longo rammento che quando era giovanissimo commissario presso la Questura reggina, unitamente a Pippo Nicolosi, altro segugio di spessore, con raro intuito suggerì la costituzione di una squadra antinarcotici ma tutti gli risero in faccia. Ciò, perché, si considerava impossibile che in una città piccola come Reggio potesse circolare della droga! Nello stesso tempo però un mio cliente la vendeva indisturbato ed in quantitativi industriali! Rebus sic stanti bus – conclude il presidente Chizzoniti – nel dare atto alle forze dell’ordine ed alla magistratura, per l’impegno profuso ultra vires volto ad affermare il primato della legge in una realtà ambientale a dir poco difficilissima, sono certo che lo spettacolo osceno – notturno ed ormai anche diurno -fin qui, in assoluta buona fede pericolosamente minimizzato, sarà tempestivamente affrontato in un’ ottica compatibile con la gravità dello stesso. Viceversa, nessuno dovrà scandalizzarsi se talune famiglie si riuniscono in Comitati, com’è già avvenuto al rione Ferrovieri, per surrogare la colpevole inerzia di uno Stato paradossalmente disattento e distratto. Il brocardo secondo cui ‘De minimis non curat praetor’ mi appare di scolastica inconciliabilità con una situazione oggettivamente illegale e palesemente inconfutabile”.