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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Chi vuole la chiusura della linea ferroviaria jonica ? Pasquale Rosaci interviene in merito al delicato stato in cui versa la ferrovia in Calabria ed in particolare nella fascia jonica

Chi vuole la chiusura della linea ferroviaria jonica ? Pasquale Rosaci interviene in merito al delicato stato in cui versa la ferrovia in Calabria ed in particolare nella fascia jonica
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 In un periodo critico e delicato come quello attuale, dove il rispetto dell’ambiente  unitamente alla crisi economica rende sempre più forte l’esigenza dei cittadini di avere anche un trasporto pubblico efficiente, moderno e vicino agli standard europei, è davvero incredibile che si pensi al “ridimensionamento” o addirittura alla “chiusura totale” di un settore nevralgico come quello ferroviario che, al contrario, dovrebbe essere invece incentivato e potenziato. D’altronde, in una regione come la Calabria dove il turismo rappresenta la fonte principale di sviluppo e crescita economica, il funzionamento del servizio ferroviario e’ sicuramente un elemento imprescindibile  perche’  da esso dipende la crescita e lo sviluppo economico dell’intero  territorio. Il programma delle ferrovie, e’ ormai ben noto, realizzare nel più breve tempo possibile la cancellazione di circa 5000 km di rete ferroviaria dall’intero panorama ferroviario nazionale perche’ ritenuti troppo costosi ed improduttivi. Per raggiungere questo strabiliante risultato la strategia principale e’ quella di attuare un graduale ed inesorabile impoverimento dei servizi in maniera da esasperare e disaffezionare l’utenza  e giustificare cosi’ il successivo taglio con l’antieconomicità del servizio reso. In particolare, c’e’ da evidenziare che la linea jonica calabrese, che va’ da Reggio Calabria a Metaponto, è quella piu’ colpita e tartassata dai vertici delle ferrovie (Trenitalia ed Rfi -Reti Ferroviarie Italiane) che devono ad ogni costo e con ogni mezzo raggiungere il loro obiettivo aziendale per soddisfare unicamente l’esigenza della tanto decantata “spending rewie”. Rimanendo quindi in Calabria, va’ annotato come alcune delle principali stazioni (anche di capoluoghi di provincia) sono ridotte ormai allo stato di abbandono o adibiti a dormitorio pubblico, i treni a percorrenza nazionale sono sempre di meno ed in condizioni pessime e quelli ad alta velocità sono diventati cosa veramente rara mentre i ferrovieri sono stati ridotti nel numero al lumicino con turni di servizio massacranti. A dire il vero questa politica è iniziata già da diversi anni con decine di treni cancellati e stazioni chiuse e ridotte a semplici “vespasiani a cielo aperto” o “parcheggi auto incustoditi“. Certo tagliare la linea jonica è piu’ facile, significherebbe recuperare circa 500 km. di rete tutti in una volta, quindi il 10% di quei famosi 5000 km dell’intera linea nazionale e non sarebbe poca cosa !… questo sarà stato il ragionamento dei matematici delle ferrovie.  Ma siccome non c’è mai limite alla provvidenza si e’ pensato che il semplice ridimensionamento non bastasse e pertanto si è alzato il tiro mirando al completo isolamento e smantellamento della rete ferroviaria jonica. Per realizzare cio’ si è programmato che entro la fine del 2014 o al massimo nei primi mesi del 2015 un’altra decina di stazioni (in realtà sono di piu’) vengano chiuse e declassate a semplici fermate con un solo binario con i conseguenti disagi creati all’utenza. Le stazioni colpite dalla mannaia ferroviaria sono quelle di Ardore, Bova Marina, Capo Spartivento, Caulonia, Ferruzzano, San Lorenzo, Gioiosa Jonica (per questa la situazione e’ veramente da farsa se si pensa che e’ stata rinnovata ed ammodernata completamente solo da qualche anno), Riace, Squillace, Isola Capo Rizzuto e Roseto Capo Spulico. Molteplici sono state nel tempo le manifestazioni a difesa della ferrovia, alcune delle quali anche eclatanti, portate avanti non solo dai viaggiatori e dai vari comitati nati spontaneamente,  ma anche dai  tanti Sindaci della fascia jonica; risultati  che però sono valsi a poco. In conclusione, ancora una volta il territorio calabrese e jonico in particolare è stato trattato come un semplice “bancomat” dove chi ha bisogno di recuperare soldi puo’ tranquillamente  prendere a piene mani e portare via. Una considerazione finale pero’ và fatta, com’e’ possibile pensare di smantellare l’unico servizio di trasporto ferrato proprio in un territorio dove invece andrebbe al contrario…potenziato ?. Eppure della crescita e sviluppo della Calabria ne hanno fatto tutti una bandiera, si sono riempiti tutti la bocca, nei programmi politici di ogni colore il turismo in Calabria è stato sempre collocato ai primi posti…quindi qual’e’ la verita’ ? e quali sono gli interessi che si nascondono dietro ? chi e’ che ha scritto la regia di quello che sembra essere uno scabroso film dell’horror ? come si suol dire …”ai posteri l’ardua sentenza”.

Pasquale Rosaci