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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 MAGGIO 2024

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Ceta, in vigore trattato di libero scambio Ue-Canada Tutti i pro e i contro della politica e delle associazioni

Ceta, in vigore trattato di libero scambio Ue-Canada Tutti i pro e i contro della politica e delle associazioni
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E’ entrato in vigore ieri in via provvisioria il Ceta, il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Canada. L’accordo, per essere pienamente operativo dovrà essere ratificato dai singoli Parlementi. In Italia il testo arriverà nell’aula del Senato il prossimo 26 settembre.

Gli obiettivi. L’accordo tra Ue e Canada prevede l’abolizione del 99% dei dazi doganali. Dall’entrata in vigore del Ceta, il Canada abolirà dazi sulle merci originarie dell’Ue per un valore di 400 milioni di euro, mentre alla fine di un periodo di transizione la cifra – secondo le stime della Commissione – dovrebbe superare i 500 milioni l’anno.

Apertura alle imprese Ue per le gare d’appalto. Con il Ceta, il Canada apre le proprie gare d’appalto pubbliche alle imprese dell’UE in misura maggiore rispetto a quanto abbia fatto con gli altri suoi partner commerciali. Le imprese europee potranno partecipare a gare d’appalto per la fornitura di beni e servizi non solo a livello federale ma anche a livello provinciale e municipale.

Riconoscimento reciproco delle professioni. Il trattato elimina alcuni ostacoli significativi per alcune professioni regolamentate come quelle di architetto, ingegnere e commercialista che verranno reciprocamente riconosciute, rendendo più facile l’interscambio professionale tra queste categorie di lavoratori

La tutela della proprietà intellettuale e del diritto d’autore. Il trattato prevede anche una maggiore forme di protezione della proprietà intellettuale e l’adeguamento e l’adeguamento del Canada agli standard europei delle norme sul diritto d’autore

Nuovo modello per le controversie fra investitori e Stati.  Il nuovo meccanismo per la risoluzione delle controversie tra investitore e Stato, quando un governo legifera nell’interesse pubblico arrecando danni all’investitore, rappresenta uno degli elementi  più discussi del Ceta, così come lo è stato per il TTIP. La differenza sostanziale però è che il Ceta prevede un meccanismo diverso da quello inizialmente inserito nel trattato transtlantico, il cosiddetto ISDS, fondato sugli arbitrati privati, sostituito invece da un nuovo sistema giudiziario per la protezione degli investimenti (ICS), con un tribunale pubblico composto da giudici indipendenti e di carriera, nominati dall’Ue e dal Canada. Le procedure saranno trasparenti, grazie a udienze pubbliche e pubblicazione dei documenti. L’accordo prevede che, in caso di disputa, un soggetto pubblico non potrà essere costretto a modificare un testo di legge o condannato al pagamento di danni punitivi. Un compromesso che potrebbe attenuare uno dei rischi evocati più spesso dai detrattori dell’intesa, quello che uno Stato potesse essere giudicato da un tribunale privato per azioni che avessero danneggiato l’attività di una multinazionale.

Agricoltura e Indicazioni di origine. Con il Ceta il Canada si è impegnato ad aprire il suo mercato a formaggi, vini e bevande alcoliche, prodotti ortofrutticoli e trasformati. Tutte i prodotti importanti dovranno essere conformi alle disposizioni dell’Ue, per esempio sulla carne agli ormoni. Il Canada ha accettato di proteggere 143 prodotti tipici che beneficiano dell’indicazione di origine, come il formaggio francese Roquefort. Per l’Italia, il Ceta prevede la protezione di 41 prodotti di denominazione di origine: dalla bresaola della Valtellina all’aceto Balsamico di Modena, passando per la Mozzarella di Bufala Campana e il Prosciutto di Parma. I prodotti europei godranno di una protezione dalle imitazioni analoga a quella offerta dal diritto dell’Unione e non correranno più il rischio di essere considerati prodotti generici in Canada.

COLDIRETTI: SI LEGGE CETA SI PRONUNCIA DISINFORMAZIONE

Molinaro: i parlamentari e i comuni approfondiscano l’argomento e prendano una posizione ufficiale

Al no espresso dal Consiglio Regionale della Calabria si aggiungono le posizioni contrarie all’accordo Ceta di tante  amministrazioni comunali, provinciali, Città Metropolitana e la maggioranza dei Consorzi di tutela. Una chiara indicazione di volontà che ha fatto breccia ed è sancita con delibere che testimoniano che questo trattato economico commerciale globale tra Unione Europea e il Canada non favorisce affatto l’identità del Made in Italy e ha un impatto negativo per la Calabria. Con il CETA si da il via libera alle imitazioni canadesi dei nostri prodotti più tipici, e si spalancano  le porte all’invasione di grano duro trattato in preraccolta con il glifosato vietato in Italia (in Calabria anche per le produzioni integrate biologiche) e a ingenti quantitativi di carne a dazio zero. E’ un accordo che condanna la Calabria ultima regione d’Europa. Gli effetti che esso produrrà sono devastanti per il Made in Calabria, un pezzo importante del Made in Italy, e una regione che basa la sua economia sull’agroalimentare sulla distintività, qualità e capacità di competere e che può quadruplicare la produzione non può permetterselo. Un livellamento verso il basso della qualità che porta una competizione basata solo su prezzi bassi con  rischi per l’ambiente, la salute e perdita di posti di lavoro. Nessun prodotto calabrese  riceverà protezione nel Canada,  si tenta di scardinare il  modello agricolo della regione, e si compromettono i diritti dei lavoratori e le norme a protezione dei consumatori e dell’ambiente. Tutto questo, lo continua ad affermare e a sostenere la  Coldiretti in occasione dell’applicazione provvisoria dell’intesa ormai votata a Bruxelles ma che però deve avere la ratifica del Parlamento italiano e di altri trentasette assemblee tra cui alcune regionali. Con il CETA, si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone in modo unilaterale e implacabile le sue leggi e le sue regole. La vicenda, che vede impegnata Coldiretti in una mobilitazione costante condivisa da uno schieramento inedito con altre organizzazioni Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch, evidenzia che è un favore alle lobby  e anche  un pericoloso precedente nei negoziati con altri Paesi anche emergenti che sono autorizzati così a chiedere le stesse concessioni. “Offriamo poi al Canadà, un mercato di oltre 500 milioni di consumatori contro uno di appena 35 milioni – commenta Pietro Molinaro – e in più abbattiamo le barriere sulla sicurezza alimentare. Coldiretti  – assicura Molinaro  – non fermerà l’operazione di sensibilizzazione sul tema, è a rischio il lavoro di migliaia di aziende agricole che rispettano le regole e i disciplinari per sostenere la qualità ineguagliabile delle tipicità del territorio. Invitiamo- è l’appello – i sindaci ed i parlamentari ad approfondire l’argomento e a prendere una posizione ufficiale perché l’informazione ai cittadini è importante e fa parte di un processo di democrazia compiuta altrimenti, si legge CETA si pronuncia disinformazione. Non ci sono opportunità per le aziende calabresi vogliamo ricordare che un allevamento che si spegne, un insediamento agricolo in montagna o in collina che si chiude, non torna più”.

Colombo in risposta all’on. Greco

Trovo alquanto deliranti e sconnesse le dichiarazioni di giubilo dell’onorevole regionale calabrese Orlandino Greco relative all’entrata in vigore del CETA (Accordo Economico Commerciale globale), un trattato di libero scambio tra L’UE ed il Canada che consentirà l’invasione di prodotti alimentari OMG in Italia ed in tutta Europa.

Quanto sostenuto dall’On. Greco con tanto di toni trionfalistici riguardo al vantaggio che le imprese trarranno dal CETA è falso dal momento che, proprio questo accordo, è stato sottoscritto e mascherato dai burocrati di Bruxelles  per favorire gli scambi commerciali e abbattere i dazi doganali(il cui livello non supera il 3%), ma nella realtà grave danno cagionerà sia alle aziende agricole locali e sia ai cittadini.

L’On. Greco forse non conosce gli effettivi pericolosi che si celano dietro a questo accordo capestro o forse mente sapendo di mentire in quanto, grazie al CETA, gli scaffali dei supermercati saranno invasi da prodotti di scarsa qualità, una sorta di taroccamento che finiranno sulle tavole delle famiglie meno abbienti attratte dal basso prezzo di questi alimenti trattati con prodotti vietati nell’UE ma consentiti in Canada.

Un vero e proprio attacco alla sovranità alimentare della nostra Nazione con un trattato negoziato in maniera surrettizia e rigorosamente a porte chiuse, senza dare la possibilità ai cittadini ed anche a rappresentati istituzionali di poter controllare sui termini dell’accordo sottoscritto.

Inoltre il CETA darà un potere eccezionale agli unici beneficiari di tale provvedimento, le multinazionali, che avranno la possibilità di ricorrere in una forma speciale di giudizio privato, contro un qualsiasi Paese dell’UE che vorrà approvare leggi contro l’attuazione del trattato di libero scambio col Canada, un altro attentato a quella che i più definiscono democrazia.

Azione Identitaria nei mesi scorsi ha avviato una campagna, in Calabria e nel resto d’Italia per direNO al CETA, attraverso banchetti informativi e presidi e continuerà su questa strada per far capire ed informare i cittadini a quali pericoli andremo incontro nei prossimi anni.

Apprendiamo, dunque, che in Calabria esiste una classe politica e suoi rappresentati come l’On. Greco che, pur di sostenere lucrosi trattati delle multinazionali, vanno contro gli interessi dei piccoli agricoltori ed anche delle aziende del settore,oltre naturalmente a conculcare ogni forma di tutela della salute dei cittadini e la notizia delle uova contaminate, al Fipronil provenienti da un’Azienda nella provincia di Catanzaro ed importate dall’estero,  è solo un abbrivo di quello che andremo ad assistere nei prossimi anni con tonnellate di prodotti il cui consumo produrrà un concreto ed alto  rischio alla salute dei cittadini e l’On. Greco prenda visione di tutto ciò.

IGOR COLOMBO, Coordinatore regionale AZIONE IDENTITARIA CALABRIA