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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Catanzaro, c’era una volta il Centro recupero animali La denuncia dell'associazione Anima randagia e le precisazioni del dirigente settore ambiente della Provincia

Catanzaro, c’era una volta il Centro recupero animali La denuncia dell'associazione Anima randagia e le precisazioni del dirigente settore ambiente della Provincia
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C’era una volta il Cras…
Centro Recupero Animali Selvatici che per anni ha accolto numerose specie protette
provenienti dall’intero territorio regionale.Oggi non è più così, uno tra i tanti
fiori all’occhiello della nostra realtà è andato perduto. Da ora in avanti chiunque
rinviene un animale selvatico farebbe meglio ad armarsi di guantoni e pazienza.
Dietro segnalazione telefonica l’associazione Anima Randagia veniva informata della
presenza di un falchetto (poi scoperto essere una Poiana, specie particolarmente
protetta) impossibilitato al volo lungo Viale Crotone nel quartiere Lido di Catanzaro.Vane
le telefonate alla Polizia Provinciale, al Corpo Forestale dello Stato e alla Polizia
Locale. “Il Cras non recupera più alcun animale”. Mancanza di “posto” e difficoltà
a provvedere al nutrimento e mantenimento degli ospiti presenti.Insieme al WWF di
Catanzaro rappresentato dal Dr. Saverio Feudale si è optato per l’intervento del
veterinario libero professionista Dr. Giuseppe Garcea perché l’animale era quasi
difronte l’ambulatorio di cui lo stesso è direttore sanitario.La legge nazionale
157/1992 e la legge regionale 9/1996 pare non abbiano alcuna valenza come del resto
avviene nella nostra amata città per quanto concerne tutto ciò che ruota intorno
al mondo animale, cane, gatto, falco, civetta che sia.Ricordiamo l’art 3 comma 8
della legge regionale 9/1996:”Chiunque rinviene fauna selvatica in difficoltà deve
darne immediata comunicazione alla
provincia o al comune o anche al Corpo Forestale dello Stato, nel cui territorio
il rinvenimento è avvenuto, che dovranno provvedere al ritiro e, ove necessario, al
ricovero presso centri di recupero o servizio veterinario per le opportune cure. La Regione
o le province possono stipulare apposite convenzioni con centri idonei alle cure e al
recupero della fauna selvatica, operanti sul territorio regionale, anche al fine di realizzare
gli scopi di cui alla presente norma”
L’ennesima vergogna di un sistema che non funziona.L amministrazione provinciale
in tutto questo chi o cosa aspettava ad informare la cittadinanza di questo “disservizio”?
Possibile che sia stia lasciando morire una struttura così importante per la nostra
Regione? L’amministrazione provinciale non è in grado di mantenere il benessere
degli animali ospitati per gravi carenze gestionali, economiche ed organizzative,
e si resta indifferenti?
Chiediamo pertanto urgentemente un tavolo di consultazione per fare chiarezza su
quanto sta accadendo al fine di trovare nel più breve tempo possibile una soluzione.
La piccola Poiana, soccorsa e seguita da veterinari esperti, ringrazia.
Con la speranza che possa tornare il più presto possibile…a volare.

Francesca Console
Pres. Ass. Anima Randagia

DICHIARAZIONE DELLA DOTTORESSA ROSETTA ALBERTO, DIRIGENTE SETTORE AMBIENTE DELLA PROVINCIA, DIRETTORE DEL PARCO DELLA BIODIVERSITÀ MEDITERRANEA IN MERITO ALLE AFFERMAZIONI DELL’ASSOCIAZIONE “ANIMA RANDAGIA” SULLA SOSPENSIONE DEI SERVIZI OFFERTI DAL CRAS

 CATANZARO – Dichiarazione della dottoressa Rosetta Alberto, dirigente settore Ambiente della Provincia, direttore del Parco della Biodiversità Mediterranea in merito alle affermazioni dell’associazione “Anima Randagia” sulla sospensione dei servizi offerti dal Cras:

“Il Centro Recupero Animali selvatici dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro è una struttura d’eccellenza che opera dal novembre 2005, occupandosi della tutela del patrimonio faunistico nell’interesse della comunità nazionale e internazionale, non solo attraverso la riabilitazione clinica e la successiva  liberazione nelle zone naturali,  nei periodi crono-climatici idonei,  per le specie selvatiche autoctone rinvenute in condizioni di difficoltà (feriti, traumatizzati, orfani, immaturi, ecc.), ma anche attraverso l’impegno ad arginare il dilagare di specie alloctone. Queste ultime andrebbero infatti a minare l’equilibrio del sistema ambientale, in quanto spesso particolarmente prolifiche e aggressive nei confronti delle specie autoctone e  non potendo essere reimmesse in natura – così come gli irrecuperabili – vengono ospitate nel Centro e nel Parco della Biodiversità Mediterranea di Catanzaro per finalità educative. Non solo tutela ma anche promozione del paesaggio della Biodiversità calabrese nel cuore del Parco patrimonio di tutti, e questo nonostante le note difficoltà economiche determinate dal riordino degli enti locali e dalla legge di riforma che trasforma le Province in Aree Vaste. Il Centro Recupero Animali continua ad accogliere e curare numerose specie protette provenienti dall’intera regione, con grandi sacrifici e abnegazione. Le accuse e i toni allarmanti dell’associazione “Anima Randagia” non solo offendono il lavoro di operatori e volontari, ma trasmettono all’esterno una realtà deformata dal filtro della disinformazione. In seguito all’assorbimento, negli ultimi sei mese, delle utenze di tutta la regione, il servizio di accoglienza è stato sospeso momentaneamente, in quanto il numero di ricoverati è vertiginosamente aumentato. Il Cras ha, quindi, scelto di garantire al meglio l’assistenza ai pazienti già presenti, sia in termini di spazi vitali che risorse visto che in seguito alle ferie e al blocco dei trasporti, non ci è possibile rifornire la struttura di cibo, farmaci e quant’altro possa servire.

Per quanto riguarda la citata Legge regionale 9, è stata abrogata dalla Legge regionale 14/2015 che riassegna le funzioni alla Regione a far data dall’1 agosto 2015. Ciò nonostante manteniamo aperto ed efficiente il CRAS senza contributi né regionali né di nessuno ma solo con le nostre risorse. L’Associazione Anima Randagia, quindi, farebbe meglio ad informarsi anche sull’aspetto legislativo prima di accusare la Provincia di Catanzaro di inadempienza o, peggio, di disinteresse se non addirittura crudeltà nei confronti degli animali, contribuendo ad alimentare false informazioni e soprattutto dando adito a polemiche che non hanno ragione di esistere se non quello di mettere in cattiva luce un Ente, i suoi amministratori e i suoi dipendenti che quotidianamente si sforzano di mantenere elevata la qualità dei servizi in ogni settore di competenza, nonostante l’innegabile momento di difficoltà.

 Rosetta Alberto

Dirigente settore Ambiente –  Provincia di Catanzaro

direttore del Parco della Biodiversità