Centro Studi Aletheia vuole la rinascita di Lamezia Apertura verso un dibattito costruttivo per lo sviluppo del territorio
In un periodo di forti cambiamenti economici e sociali, con ricadute pesanti sulla crescita della comunità, è con rammarico che si assiste, in città, ad una “calma piatta” in merito al dibattito che dovrebbe svolgersi sul futuro del nostro territorio.
Al di là dell’ovvio e delle frasi di rito che i politici pronunciano sulla bellezza dei luoghi, sulle risorse territoriali come volano di sviluppo, sulle potenzialità che Lamezia esprime (frasi e riti che da oltre venti anni risuonano in città come le sirene di Ulisse ma che sono rimaste tali per manifesta incapacità strategica), non si assiste ad un dibattito/confronto che dovrebbe partire innanzitutto dalle forze vive e attive presenti sul territorio.
In altri contesti, forse più dinamici, la politica rappresenta solo uno degli attori coinvolti, grande spazio però viene occupato dalla società civile (associazioni), dalle forze produttive e dall’elite culturale che, ognuno dal proprio osservatorio, partecipa alla vita pubblica.
A Lamezia no; a Lamezia queste forze sono silenti, stanche, depresse.
Schiacciate da condizionamenti e dipendenze che fanno male alla vita pubblica, faticano ad emergere ed a “prendersi” quello spazio che gli è proprio. Faticano a partecipare anche perché, “costrette” da cause maggiori, si allontanano dal proprio contesto di riferimento e, quelle poche che rimangono, sono voci “inascoltate” perché libere dal sistema.
A tal proposito è di profondo interesse lo studio proposto dal Censis, “Il grande disinvestimento: con i giovani che se ne vanno, in dieci anni il Sud perde 3,3 miliardi di euro di investimento in capitale umano e 2,5 miliardi di tasse che emigrano verso le università del Nord”.
Giovani del Sud, quindi anche Lametini che, progressivamente, stanno spostando le proprie energie in territori più accoglienti, inclusivi e stimolanti investendo in altro modo il proprio bagaglio di conoscenze, competenze e, non ultimi, quattrini.
Se vogliamo che la città e il suo territorio, il Lametino inteso non solo come area geografica ma come idea amministrativa e politica, rinascano e si avviino verso un cammino fattivo, dobbiamo liberarci da quella condizione di assistenzialismo la quale non fa altro che alimentare, in modo spietato e misero, la spirale di rilassamento intellettuale, di inventiva e operosità che invece contraddistinguono i calabresi inseriti in altri contesti (in questo caso il richiamo dell’estero ai tanti giovani calabresi e lametini, professionalmente preparati, è molto forte); dobbiamo portare, tutti insieme, un contributo in termini di dibattito e confronto per ridare voce e dignità ad un contesto da troppo tempo mortificato e subalterno, per scelte politiche, ad altri territori.
Invitiamo, quindi, le forze politiche e tutte quelle forze sane del nostro territorio, a tramutare questo amaro scenario in proposte concrete per garantire un dibattito ed un confronto costruttivo a favore della Città nella sua interezza sociale, economica e politica.
Il Centro Studi Aletheia c’è e darà il proprio contributo alla causa.
Lamezia Terme è centrale, non soltanto fisicamente. È bene che i lametini tutti se ne ricordino e ne prendano definitivamente coscienza pratica.