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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 16 DICEMBRE 2024

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Centro dialisi Taurianova: la storia infinita e noiosa Necessario dare un segnale di tranquillità a chi ogni giorno vive sulla propria pelle i problemi della struttura

Centro dialisi Taurianova: la storia infinita e noiosa Necessario dare un segnale di tranquillità a chi ogni giorno vive sulla propria pelle i problemi della struttura
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Dialisi sì, dialisi no, il centro dei cachi. Parafrasando così una canzone di qualche anno fa. Il caso del centro dialisi di Taurianova resta una questione annosa e aperta che ricade quasi sempre come una sorta di ricorrenza temporale. Un’eclissi che invade come un’ombra una comunità quasi allo sbando e senza più nemmeno gli occhi per piangere.

È da oltre sei anni che il centro dialisi è oggetto di intenzionale o meno rischio di chiusura, tra smentite e dubbi delle smentite e smentite tra i dubbi. Come un gioco senza fine questo centro chiude o non chiude? A lanciare stavolta l’allarme, ops, ad aprire i fuochi, è stato il consigliere regionale Arruzzolo che oltre a citare Gian Antonio Stella sulle potenzialità positive del centro dialisi, ha incontrato alcuni responsabili i quali non si sa cosa si cosa si sono detti, mi auguro che quantomeno un caffè l’abbiano preso e poi dichiara che farà un’interrogazione al governatore Mario Oliverio. Bene, bravo, evviva!

Sulla stessa lunghezza d’onda, ecco che “appare” il consigliere comunale Caridi, ex “Innamorato” (e mi dispiace per lui, l’amore è un sentimento destinato a finire quando non c’è passione), ora Ncd, in cui asserisce, anzi lancia anche lui l’allarme, come “il senso degli allarmi continui” del grande Sandor Marai, il quale “in base all’approvazione dell’atto aziendale dell’Asp di Reggio Calabria, ovvero il documento di indirizzo delle attività e dei servizi sul territorio dell’azienda sanitaria, emergerebbe una non chiara definizione del mantenimento del reparto dialisi di Taurianova”. Ma cosa diavolo vuol dire “una chiara non definizione”, è polpetta o zucchina rotonda? Per chi non sapesse chi fosse Caridi, è un consigliere comunale seduto tra i banchi delle opposizioni (così si dice), sta quieto, quieto, zitto, osserva e non tratteggia, annuisce e non tossisce.

Sicuramente il gesto nobile delle preoccupazioni è da elogiare, se qualora dovesse essere chiuso un centro dove molti pazienti in tutti questi anni hanno fatto riferimento e non per una gita fuori porta, ma per salvaguardare la propria vita, curandosi. E data l’importanza del caso, la situazione è grave ma non seria, diceva Flaiano. Ma Caridi chi coinvolge pure? Eh sì, proprio lui, stavolta per dovere di serietà del caso non lo chiamo con il suo vero nome, ma utilizzo il suo pseudonimo, il sindaco Fabio Scionti! Poi chiede un consiglio comunale aperto per coinvolgere i sindaci del comprensorio, commissario Asp e aggiungiamo noi, Protezione civile, associazione pastori abruzzesi senza bretelle ed ex pompieri di Viggiù.

E infine, il tutto sarà animato dalle scenografie a cura del presidente del consiglio Fausto Siclari che provvederà anche al buffet di benvenuto. Ora, siamo seri. Ma seri per davvero. In questa storia ci hanno “marciato” tutti, hanno costituito comitati, riempito i giornali di comunicati stampa, lanciato allarmi e ad essi si associa la frase shakespeariana, il quale si fa portavoce delle vere vittime di questo “allarme, ovvero i pazienti, “Preferirei farmi grattare la testa al sole quando fosse suonato l’allarme, che stare qui pigramente a sentir magnificare come prodigi i miei nonnulla”.

Ricordo sei anni or sono l’ex sindaco Romeo che a braccetto con l’allora Direttore Generale dell’ASP 5, d.ssa Squillacioti, in cui riuscì a scongiurare lo spostamento a Palmi del centro, poi ci furono proteste pentastellate, “innamorate”, e poi ancora altri, fino alla famosa dichiarazione del nostro bene amato e mitico Fabio Scionti. E cosa dice nel maggio dello scorso anno? “Non c’è nessun atto ufficiale dell’ASP reggina che parla di chiusura o trasferimento del Centro Dialisi. E non ci sarà: Smentisco categoricamente la notizia”. Ipse dixit. Come infatti, a distanza di quasi un anno, a voi servito caldo caldo, lo spettro della chiusura e lo spostamento a Palmi per un’oscura non definita questione (sic!). Però, sono certo che, con la “dote” di Scionti, qualcosa di buono arriverà, lui la porta con sé, è la sua mascotte, lui vive con una dea bendata in corpo.

Ma non sarebbe ora di finirla? Non sarebbe ora di fare le persone serie a partire da chi ha le competenza per scongiurare un danno enorme per chi ogni giorno si rivolge a questa struttura per stare un pochino bene? Ma non sarebbe ora di finirla con le strumentalizzazioni di sorta e mettere una pietra tombale per mantenere questo centro, che in tanti dicono di altissima efficienza, lì dove sta? Io credo che, così facendo, si guadagnerebbe di credibilità, serietà e soprattutto si darebbe un segnale di tranquillità a chi ogni giorno vive e paga sulla propria pelle i problemi che questo centro affronta.