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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

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Catanzaro, Nesci (M5s) risponde al sindaco Abramo "Il sindaco tace sui bisogni reali della sanità"

Catanzaro, Nesci (M5s) risponde al sindaco Abramo "Il sindaco tace sui bisogni reali della sanità"
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«Sergio Abramo è liberissimo di celebrare le gesta di Scura e Quattrone, se gli è utile». Così la deputata M5s Dalila Nesci risponde al sindaco di Catanzaro, che di recente ha difeso l’accordo tra il commissario alla sanità Massimo Scura e il rettore dell’Università di Catanzaro, Aldo Quattrone, finalizzato all’apertura della Cardiochirurgia di Reggio Calabria sotto la gestione dell’ateneo catanzarese.

La parlamentare M5s incalza: «Abramo sembra allergico alle verifiche sulle norme. Il suo campanilismo posticcio, infatti, è scattato quando ho chiesto il controllo dei requisiti di legge per la Cardiochirurgia dell’Università di Catanzaro, priva di terapia intensiva dedicata. Sul punto doveva chiarire il rettore, al posto del quale interviene sempre qualche politico catanzarese». «Abramo – prosegue la parlamentare 5 stelle – sa che senza quartiere mi occupo dell’intera sanità calabrese, su cui sono informata. Nel precisare che non sono di Reggio Calabria, gli ricordo che pur potendo egli non versò un centesimo, da sindaco, per salvare la Fondazione Campanella, di cui il rettore Quattrone conosce la triste evoluzione». «Per Abramo – prosegue la deputata – l’accordo Scura-Quattrone è buono. Io dico che non l’ha prescritto alcun medico, dato che il commissario dell’ospedale di Reggio Calabria, Frank Benedetto, poteva muoversi in tutta autonomia, senza la potestà dell’Università di Catanzaro, che con l’illecito surplus di finanziamento sottrae risorse al resto della sanità catanzarese». «Registro – conclude Nesci – il mutismo del sindaco di Catanzaro sulle gravi carenze strutturali della Cardiochirurgia universitaria, denunciate dall’ex primario, Attilio Renzulli. Nel silenzio di Abramo, il collega M5s Paolo Parentela ed io difenderemo l’ottima sanità dell’ospedale Pugliese dagli assalti baronali provenienti dal presidio universitario Mater Domini e coperti dalla politica catanzarese».